PENSIERO DEL GIORNO
... a volte DOVREI essere più egoista.
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Post n°183 pubblicato il 08 Luglio 2009 da fra87chicca
Quando torno a casa è strano. Tutto il mondo è strano, perchè a casa mia dovrebbe essere diverso? Da ormai due settimane quando arrivo a casa non sono mai da sola. O mamma è in ferie, o cambia i suoi orari, oppure mio babbo è lì che sornecchia sul divano. Due settimane? Mi sembra impossibile. Quello che mi stupisce è che ancora non sono entrata nella fase della negazione. I miei probabilmente hanno paura di una mia ricaduta, non ne parlano, ma vedo bene che cercano di evitarmi qualsiasi tipo di stimolo negativo. Mio babbo ad esempio ha smesso di sbraitarmi addosso. Sbagliato, io dal giù non sono ancora risalita. Non ho neppure avuto tempo di pensarci su, o di starci male. Il lavoro mi prende così tanto ultimamente che mi sta davvero prosciugando tutte le emozioni. Non ho avuto tempo di raccogliere tutte le sue foto, sparse in qua e la per il computer, e sceglierne una, per appenderla accanto allo zio, sempre vicino a noi. L'altro giorno, spazzando il cortile, ho visto qualche sua zampettata stampata nel cemento. Cieca com'era a volte si sporcava con l'olio o col suo mangime, e poi passeggiando lasciava tracce unte che non andavano via. E sono rimaste. Pensandoci, non potendola più coccolare, strapazzare, giocarci. Mi ricordo che quand'ero piccola non voleva saltarmi in braccio come faceva con mia sorella, perchè non voleva farmi male, e se mi allontanavo troppo dalla porta di casa e mi avvicinavo al cancello che dava sulla strada, mi seguiva, protettiva. Non mi è mai piaciuto tenerla al guinzaglio o vederla con un collare, infatti non l'ha mai avuto. La sua prima cuccia era un insieme di pezzi di legno costruita da me e mio babbo, e l'avevo decorata con mille disegni. Era curiosa, e un pò ruffiana. Quando aveva fame veniva in cucina con noi e ci guardava come un'eremita che non mangia da giorni. difatti era più grossa che lunga. Ma anche nella vecchiaia è rimasta bella. Con uno sguardo sempre dolce ed espressivo. Quando la nonna era nel giardino, con i suoi acciacchi e i suoi malanni, lei si appoggiava alle sue gambe, e ronfava dolcemente vicino a lei. Lo faceva anche con mia sorella quando studiava. Troppo bello per lei dormire vicino a qualcuno. Ogni tanto la domenica mia sorella mi faceva le sorprese, e mi veniva a svegliare con lei, che mi sbavava tutta la faccia. Era un'amica, nella mia solitudine infatile, era una mamma, quando la mia non c'era perchè lavorava, era una sorella, amabile e dolce. Era una nonnina, nella sua vecchiaia, saggia e paziente. Non soffro a parlarne, perchè ero pronta. Perchè sono consapevole del fatto che fosse GIUSTO. Che era il momento. In inglese, "missing" è l'equivalente di perdere, anche se noi lo traduciamo con "mancanza". Perchè sentiamo la perdita, perchè sentiamo che ci manca qualcosa. E lei mi manca. Mi manca da matti. E ancora non sono in grado di sfogare quest'enorme tristezza. Ho cercato di comunicarlo a Filo, sfogandomi con lui, paingendo quella sera, ma non è bastato. Lacrime poi, che non ho tempo di versare. Perchè questo lavoro mi sta davvero prosciugando in ogni senso. Nelle emozioni e nella vitalità. Mi manchi Lillina. |
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