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« Perché BeslanParole di una donna che amai »

Beslan - Fra vecchio e nuovo

Post n°12 pubblicato il 09 Marzo 2012 da stefano.caldiron
 

 

La penna di tortora cade

fra le infestanti e l’erba inverdita

come fra il cemento i campi di mais

come nella Via Vecchia la pista ciclabile,

e, dopo l’antica osteria,

una curva mostra i condomìni.

 

Tutto è mescolato

la gentile cameriera moldava è contadina

e sua figlia, nervosa, parla in fretta

malata di civiltà

e domani è dolore.

 

Ora il sole mi scalda la faccia

alla curva della strada antica

fra vecchio e nuovo il futuro appare

e il passato urla.

 

Son volate prima due farfalle

e la lentezza riempie il mio cuore.

Io, fra vecchio e nuovo,

urlo dolore e gioia

sussurro pentimento e condanna.

Tutti hanno fretta, anche l’amico

che, peraltro, vuol bere.

 

Il negro passa sulla pista ciclabile

borsa da vuoi comprare,

amico,

qualcosa per mangiare,

e io stamattina ho pianto

fra vecchio e nuovo

pensando a chi mi insegnò a scrivere:

un arabo di nome Saleh

e mi insegnò a giocare ed amare

e a conoscere il lavoro dell’uomo

sul mare.

 

Tutto si mescola e vogliamo restare divisi

ma non capiamo, non sappiamo,

differenza e uguaglianza

pilotati da un’avidità

che non ha nome, nome d’uomo o di stato

o di religione

ma ci comanda e divora.

 

La fretta uccide.

 

E il sole mi scalda ancora

la tortora canta

nel vento di settembre

fine d’estate

e penso alle due farfalle

mentre i furgoni delle ditte individuali

tornano dall’osteria:

nord-est.

 

E penso, fra vecchio e nuovo,

quanto durerà la transizione

e quando il vero nuovo verrà;

tutti lo sanno e ne hanno paura

e non si può tornare indietro.

 

Ma questo vento carezza
viene dal mare, lo so

le tortore cantano in coro.

Una gru rivela nuovi condomìni

e quartieri ghetto di poveri, vecchi,

ed extracomunitari.

 

Fra vecchio e nuovo, l’arco della mia vita

giunta a un punto dove posso prendere ogni strada

ma il mondo no, ormai.

 

Gli uomini non vogliono sapere.

 

 

 

 

 

 
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