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Sono bella

Post n°14 pubblicato il 10 Marzo 2012 da stefano.caldiron
 

“Sono bella” pensò.

“Sono bella.” Si guardò ancora.

“In fondo, non ho ancora trent’anni.”

Si guardò. Davanti, e di lieve profilo.

“Certo, il naso non è francese” disse. “Ma non sarà questo.”

In realtà, il naso, leggermente aquilino, le donava carattere. La distingueva. La rendeva ancora più bella. Inconsciamente, lo sapeva.

“Non serve neanche il fondo tinta” pensò.

“Mah. Chissà.”

Per intanto, mise il mascara.

Si guardò.

“Sono bella, davvero.” Disse.

Dentro di sé, sapeva che era vero. Ma, per quanto arrivava a coscienza, non ne era convinta. Le sfuggiva qualcosa.

“Dunque.”

Se avesse espresso i suoi pensieri in parole, avrebbe detto: “Sono bella. Quindi, dovrei essere felice.”

Ecco cosa avrebbe detto.

Ma non lo diceva.

“Sono bella” pensò. “O no?”

“Non ho voglia di mettere il fondo tinta.”

Pensò. Però un po’ si vergognava. Le sembrava di andare in giro nuda.

“Certo, basterebbe il rossetto” pensò.

Controllò ancora le ciglia. Andavano bene.

“Insomma, il mascara ce l’ho.”

Improvvisamente, la prese un vuoto allo stomaco.

Erano le sere passate in solitudine.

Pensò ai colleghi.

Quello un po’ anziano. Anziano... avrà avuto un po’ più di quarant’anni, che incrociava, salutava, conosceva di vista.

Era bello. Una mattina, l’aveva tampinata al bar. Era anche gentile. Lei si era ritratta, come una tartaruga, nel suo guscio.

Poi, la mattina dopo, si erano incrociati.

“Ciao, bellina” le aveva detto lui.

Che animale. Sembrava tanto timido, e poi...

Chissà, forse faceva così con tutte.

La prima volta che si erano incrociati, sulle scale, lui la guardava, lei guardava lui. Si era girato più volte. La guardava dritto negli occhi. Chissà... certo, era bello. Abbastanza bello. Chissà quante donne aveva avuto.

L’altro, che lavorava nella scrivania accanto alla sua, lo vedeva tutti i giorni.

Era simpatico, si conoscevano bene, ormai. Tutti i giorni andavano a bere il caffè insieme, alla macchinetta.   

Era simpatico, sì...

Aveva un anno o due meno di lei.

“Allora, questo fondo tinta.”

Ormai era tardi.

In fondo, stava solo andando al lavoro.

“Il lavoro...” si sentiva morire dentro.

“Beh, in fondo, ho appena fatto ventinove anni.”

Si guardò. La luce elettrica le donava.

Arretrò lentamente, e vide tutta la figura.

Snella, eretta.

“Basta il rossetto” pensò.

Spazzolò i capelli, che scendevano, perfettamente lisci, diritti.

 
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