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Cronache di Atlantide (Estratto - Prima parte - Capitolo primo).

Post n°101 pubblicato il 08 Febbraio 2014 da stefano.caldiron
 

 

 

Ove si narra la creazione del mondo

 

 



 

 

 

Il dio dormiva. Dormendo sognava. Sognando, i suoi occhi si muovevano, e, muovendosi gli occhi, ecco si formavano idee nella mente del dio. Ecco, il dio moveva un braccio, e, movendolo, migliaia di mondi venivano creati e distrutti, distrutti prima di essere completamente creati. Ecco, nel sogno del dio, le idee si formavano, come immagini, l'immagine della nera notte, l'immagine del nero abisso. Interessato, il dio dormiente si girò. La nera notte richiamava qualcosa. Il nero abisso ricordava, al dio, sé stesso, era il contrario di sé, e insieme ne era la parte più profonda. Le mille idee si agitavano nella sua mente.

Si mosse nuovamente. Respirò. Aveva visto qualcosa. L’immagine del mondo. Si svegliò. Vide ora il suo alito. Tornò a dormire.

Dormendo sognava. Sognando, l'alito del dio creava il mondo.

Gli occhi del dio si fermarono. Aveva smesso di sognare. Il suo alito, come nera notte vuota di stelle, come desiderio e conoscenza dell'abisso, come risveglio e creazione, si allontanò da lui. L'indistinto, comprendente la notte e l'abisso, e il desiderio del dio, e i pensieri e i sogni, formò una nuvola. All'interno di questa nuvola era l'immagine del dio. L'immagine del dio, che era anch'essa dio, volle separare la notte dall'abisso. Lentamente, la notte e il desiderio della luce si separarono dal concetto del nulla e dalla conoscenza indifferenziata. Dal terrore del nulla e dal desiderio di essere. La notte si rapprese, separandosi, era anch'essa dio. Una luce scaturì dalla notte, essa era prima di tutto cielo, un cielo misto ad acqua, e la notte generò la terra, materia, ora differenziata, ma sparsa.

Nell'abisso era la mente del dio, che era anch'essa dio. Quindi, il desiderio, che era nella mente del dio, volle dire: questa notte è ora terra, e cielo, ed acque, e aria mescolata alle acque. E il desiderio divise la terra dal cielo, l’oscurità dalla luce.

Poi vide la terra, e il dio proferì il nome della terra.

E allora la terra ebbe un nome, e fu la Terra.

E allora, creata la Terra, il dio bene seppe cos'era il cielo, e disse, e proferì il nome del cielo, e il cielo allora nacque, nella mente del dio, che era ancora nel suo alito, e fu Cielo.

E, visto il cielo, Terra vide che le acque non erano cielo, e volle essere madre delle acque, e le chiamò a sé e le separò da sé, e divennero quello che era nel nome, che fu proferito.

 

Ora, tutto questo era nato nell'alito del dio, che aveva proferito i nomi, e le idee erano ancora nell'alito, e allora le idee vollero ognuna essere proferita, e allora, lo spirito del dio si separò, e proferì il nome del Tempo, perché il tempo fosse, e proferendo il nome del Tempo, il dio si accorse di essere soffio e suono, e quel suono, che proferiva i nomi e creava, quel suono era il nome del dio.

E allora il dio seppe il ricordo della notte, e dell'abisso, e del suo sogno, e vide sé stesso.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
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