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Ricordo - Autocoscienza

Post n°108 pubblicato il 07 Gennaio 2015 da stefano.caldiron
 




Quand'ero piccolo mi accadeva questo.
Ero piccolo. Nove, dieci anni.
Avevo scoperto di sapere di esistere, e la cosa mi sorprendeva, e mi inebriava.

Mentre parlavo con qualcuno, mi accadeva questo. Pensavo che anche lui dovesse essere consapevole di esistere, e questo, nella mia anima, si riempiva di implicazioni.
Era come se dicessi:
"
Ecco, tutti sappiamo di esistere, quindi questo comporta che ognuno deve essere consapevole del valore della propria vita; ma, allora, egli è anche consapevole della vita altrui; e del valore della vita altrui. Come io so, sapendo di esistere, del valore della mia vita, e anche del valore di quanto è bello in me; così, è lo stesso anche per gli altri, che sono uguali a me; ognuno sa che la vita è grande e va rispettata; tutti in questo proviamo gioia; e capiamo anche che vivendo pienamente in questa consapevolezza, la vita sarà ciò che desideriamo! Per tutti!
"Anzi, questa gioia che io ho dentro, esiste anche negli altri! Nulla ci impedisce di vivere pienamente questa gioia, se tutti lo sappiamo, se ognuno lo sa.
Ed è così, come io lo so, ognuno lo sa. Tutti lo sanno
."

Ma non era proprio così. Allora pensavo: "Ecco, visto così, il mondo non è come dovrebbe essere; ma sicuramente, i grandi devono sapere quello che so io. Quindi, diventando grandi, gli uomini fanno sì finta di niente, ma tengono dentro di loro un segreto; essi sanno qual è il vero valore della vita, delle cose.  Ma non ne parlano. Lo tengono in loro come un segreto prezioso. Ma dentro di loro, sanno." 

Ma non era così. Il mondo è molto diverso da come sarebbe se davvero tutti avessimo questa consapevolezza.

Evidentemente, gli altri non avevano davanti a loro tale segreto. Pensavano ad altre cose.

Crebbi, dimenticai. Ogni tanto, ho il ricordo.
La cosa più interessante è che io, nella mia anima di fanciullo, facevo subito il salto, perché non dovevo fare il salto, era già pronto in me, presente in me: il salto da "io sono" a "noi siamo".
"Io sono, io so, io amo.
Io so, lui sa, noi amiamo". 

Questa consapevolezza era amore vivente. L'amore era presente nella consapevolezza. ne faceva parte. ne era materia formante.

Allora, ricordo.

Però, ho spesso vissuto, anzi, mi è naturale vivere, come se gli altri sapessero veramente quel segreto; come se, appunto, ci fosse un segreto non detto fra gli uomini. Ma non è così: perché, con quel segreto, la vita degli uomini sarebbe piena. Eppure, dentro di me, io di base ancora considero così gli altri, come se sapessero. E', credo, la loro dignità di creature viventi. E anche di figli di Dio.



 

 
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