Pensieri di Diogene

Marco Pannella

Una volta lo vidi di persona, sugli spalti della Fortezza da Basso a Firenze. Fumava l’immancabile sigaretta. C’era stata lì non so quale conferenza o evento. Doveva essere l’84-85. Io (che allora votavo radicale) ero in compagnia di alcuni amici, c’erano due amiche, sorelle, e un giovane  imprenditore pratese piuttosto evoluto, loro padre. Ci avvicinammo e il padre gli fece dei complimenti per la sua attività, lui disse: “sì, sì ragazzi, ma bisogna impegnarsi”. Questa è stata la sua lezione che mi è rimasta sempre impressa. Bisogna impegnarsi. E lui si è impegnato, io un po’ meno anche se cerco di recuperare.

Non ho sempre condiviso le sue scelte politiche (per esempio certe candidature come Toni Negri o Cicciolina – ricordate?), ma era un grande uomo.  Aveva ammirazioni assolutamente trasversali. Già quando non lo seguivo più mi accorsi che mia suocera, meridionale, lo seguiva con attenzione. Tante riforme veramente epocali sono legate al suo nome e al suo impegno, anche se approvate da altri: il divorzio, l’aborto, l’obiezione di coscienza militare. Altre cose non si sono ottenute, ma se verranno sarà anche per merito suo.