Messaggi di Aprile 2018

salviamo le api

Post n°553 pubblicato il 12 Aprile 2018 da diogene51
 

 

Come sappiamo molte delle piante alimentari hanno bisogno, per maturare i loro frutti o semi, dell'impollinazione da parte degli insetti. Alcune piante sono impollinate attraverso il movimento dell'aria (gli olivi, per esempio), ma moltissime lo sono grazie agli insetti impollinatori, tra i quali primeggiano le api. Se scompaiono le api l'agricoltura mondiale sarà a terra. Da molto tempo gli scienziati sono giunti alla conclusione che le api sono altamente minacciate dall'uso di alcuni pesticidi usati in agicoltura, i cosiddetti neonicotinoidi e la Commissione Europea sta valutando di vietarli, nonostante le proteste dei produttori di queste sostanze. Anzi un guppo di scienziati, che rappresentano il meglio della cultura biologica europea, ha mandato una lettera alla Commissione per indurli a questo divieto. Essi hanno evidenziato come la scomparsa delle api porterebbe ad azzerare un terzo delle risorse alimentari mondiali.

 

I produttori sostengono che la messa al bando di questi pesticidi ridurrebbe i raccolti, ma gli studi e le statistiche dimostrano che, anche se nel 2003 è entrato in vigore un parziale divieto di questi prodotti, non si è avuta alcuna riduzione. Questi studi hanno esaminato ben 1500 studi effettuati in tutto il mondo oltre a più di 500 esperimenti che dimostrano come qusti pesticidi siano nocivi per le api, sia domestiche (quelle adibite alla produzione del miele) che selvatiche. Ormai vari stati del mondo, come il Canada e gli Usa, vanno riconsiderando l'uso di questi pesticidi. Purtroppo i danni emergono dopo molti anni che i prodotti vengono usati; poi vengono vietati e ne sono messi in uso altri che si rieleranno poi nocivi.

 

In molte aziende ormai non si fa più uso di pesticidi, ma si combattono gli insetti nocivi con la lotta integrata: buone pratiche agricole tradizionali, uso di feromoni per confondere sessualmente i parassiti, trappole, ecc. Secondo questi scienziati l'agricoltura biologica, anche se ha produzioni minori, può sfamare il mondo se si riducono gli sprechi e si riduce il consumo di carne rossa, che richiede l'utilizzo di vegetali che vengono sottratti al consumo e che sono coltivati soprattutto nei paesi dove c'è più penuria alimentare. Anche la coltivazione su appezzamenti modesti anziché su gigantesche monoculture perette di meglio controllare i parassiti senza l'uso di pesticidi chimici.

 


 

 
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L'acqua in bottiglia

Post n°552 pubblicato il 07 Aprile 2018 da diogene51
 

 

Voi bevete acqua di rubinetto o acqua in bottiglia?

 

In molte città l'acqua non è buona, ovvero è addizionata di cloro. A Firenze un tempo l'acqua era così, abbastanza imbevibile. Poi hanno cominciato a purificarla in altro modo, trattandola con l'ozono come disinfettante (l'acqua è presa dal fiume, un poco a nord della città ma a sud delle industrie del Valdarno) e con varie resine per abbattere gli inquinanti chimici. Ora è veramente buona e da qualche anno mi sono scocciato di portare a casa i pacchi di bottiglie, per cui la bevo tranquillamente. Oltre tutto l'acqua del rubinetto è migliore nutrizionalmente di quella in bottiglia. Questa è generalmente oligominerale, adatta tutt'al più ai lattanti, ma quasi priva del minerale fondamentale dell'acqua: il calcio. Il mio medico, per esempio, mi consiglia di berla tranquillamente. Quello che molti non sanno è che l'acqua del rubinetto è assai sicura sotto il profilo sanitario. Riordinando una volta le carte di un piccolo comune ho visto che l'acqua lì viene controllata tre volte al giorno. Nelle aziende idriche delle grandi città il monitoraggio è fatto anche ogni ora. Non mi risulta che altrettanto avvega per le sorgenti imbottigliate.

 

Non so se sapete che l'Italia è il paese in Europa dove si consuma più acqua in bottiglia e il secondo paese del mondo. Ed è un affare per le aziende imbottigliatrici, che pagano allo Stato un canone (le acque sottorranee sono di proprietà pubblica anche se si trovano su un terreno privato) pari ad un duecentocinquantesimo (1/250) del prezzo della bottiglia. E si parla tanto di difesa dell'acqua pubblica!

 

 
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