Creato da gasfra il 18/09/2006

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Parlamento Sotto Scacco

Post n°12 pubblicato il 22 Settembre 2006 da gasfra
 

Messaggio N°42 03-05-2006 - 00:28Tags: POLITICA
 PRESIDENTE CIAMPI
 

L'ULIMO APPELLO: Il PARLAMENTO E' SOTTO SCACCO,   RESTA E SALVACI TU!

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Messaggio N°41 03-05-2006 - 00:11
  Sotto Scacco

Solo dopo l'elezione a Presidente della Camera di "Infausto" Bertinotti, i suoi "Franchi" tiratori hanno acconsentito alla nomina di "Francesco" Marini alla presidenza del Senato.

Auguri agli Italiani

 
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Messaggio N°45 04-05-2006 - 06:16Tags: POLITICA 

                            IL NO DI CIAMPI

 Carlo Azelio Ciampi, con estrema dignità e rettitudine, con motivazioni di altissima levatura, ha rifiutato l'appello a gestire ancora una difficile situazione politica. Grazie per il lavoro di 7 anni e buon lavoro come Senatore della Repubblica

 
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Messaggio N°44 04-05-2006 - 06:05Tags: BOLOGNA 

  
L’Officina delle Idee

Giornale di Bologna metropolitana

Direttore politico Paolo Salizzoni - Direttore responsabile Paolo Giuliani

Numero 12 – Anno II° - Aprile 2006  Mensile - Aut. Trib. Bologna n. 7530/05 del 11/04/2005

Propr.: Paolo Salizzoni; Coordinatore: Romano Masetti; Stampato in proprio - Sede via E.Ferrari, 28 - 40138 Bologna - Email: officinaidee@virgilio.it

LA PROVA DI ROMANO PRODI

Vi è, comunque, un sentimento diffuso di vittoria mutilata e ciò per la scoperta che anche nella vittoria dell’Ulivo Berlusconi produce un effetto ancora su metà del Paese. Per governare davvero, e non solo per provarci, al centrosinistra serve ciò che gli elettori hanno stentato a trovare nel voto: una identità chiara e quindi una coscienza di sé. La controprova è nel risultato dei partiti con una impostazione netta come Rifondazione, ma anche come i Verdi e i Comunisti Italiani.

I guai cominciano con la Margherita e con i DS entrambi con un risultato inferiore alle attese. Il centrosinistra deve ora mettersi al lavoro per trasmettere al paese un’impronta di modernità europea, di identità nuova, di profilo riformista e di forte cultura di governo.E ciò non soltanto per la parte che ha vinto, bensì con un approccio ed una prospettiva che sappia parlare a tutti gli italiani ricomponendo ad unità la spaccatura che “altri “ hanno inflitto alla nostra comunità nazionale.

Romano Prodi ha un compito fondamentale dovendo governare in una situazione difficilissima non solo per i numeri ma anche per la precarietà della nostra economia come ha denunciato il Fondo Monetario. Prodi sa che la sua è una vittoria anche fragile, ma questo può diventare la sua forza se avrà, come certamente avrà, la capacità di pensare in grande attuando il programma, ma soprattutto dimostrando che l’Italia può riprendersi dal lungo grigiore della stagione berlusconiana.

Se la politica è vera quando “guarda al futuro” Prodi è in grado di far emergere da un passaggio elettorale difficile quello che il Paese gli chiede: modernità, solidarietà e protagonismo europeo come l’Italia ha dimostrato in tempi non lontani di saper avere. Buon lavoro Romano!

 

 ALCUNI PALETTI PER DAR VITA AL PARTITO DEMOCRATICO DAL VERSANTE DELLA MARGHERITA BOLOGNESE

Dunque, il centrosinistra ha vinto e Silvio Berlusconi non sarà più il capo del governo e dovrà scendere le scale di Palazzo Chigi dov’era salito trionfante cinque anni fa. La stagione del Cavaliere sembra finita, mentre comincia la seconda era Prodi, con una prospettiva di governo esile nei numeri, faticosa nella eterogeneità della coalizione, debole e incerta nella sua cultura politica, ma tuttavia vincente.

Ha ragione chi ha sottolineato che se per troppo tempo non sai chi sei, prima o poi gli elettori se ne accorgono e che con il 17 % dei DS e con il 10,7 % della Margherita non si va da nessuna parte se non verso…. il Partito Democratico.

Certo che è un traguardo ambizioso ed anche affascinante e secondo noi occorrono alcune condizioni forti più una terza che riguarda la Margherita di Bologna.

La prima è l’avverarsi di un reale processo-dibattito che nasca dal basso, dalla base, non solo dei partiti ma di un’ampia platea di cittadini ai quali offrire una occasione per entusiasmarsi della politica come luogo per immettere i personali contributi di idee e proposte.

La seconda condizione è addirittura dirimente perché crediamo che nessuno intenda dar vita ad un partito-unico ormai spartito dalla faccia delle terre democratiche. Noi siamo per un soggetto riformista dove i riformismi si declinano al plurale. Ecco il passaggio nevralgico dove far coesistere il meglio delle volontà di cambiamento. Per noi la fonte per cambiare in meglio le realtà che debbono comunque essere al servizio della persona è il “cattolicesimo democratico” ispirato dalla Dottrina sociale della Chiesa in una continua mediazione culturale per determinare un nuovo progetto per la società fondato sulla giustizia e il solidarismo. Diciamo ciò poiché per altri le fonti riformiste sono diverse e tutte rispettabili come, crediamo la nostra. Perché questo avvenga occorre innanzi tutto avviare un dibattito ed un confronto serrato e sereno fra le diverse posizioni culturali e non limitarsi ai continui proclami di vertice che per anni non hanno prodotto alcun risultato. Inoltre se Partito Democratico sarà, esso dovrà collocarsi al parlamento europeo in posizione autonoma non incapsulato nel PSE.

La questione bolognese del Partito della Margherita è dolente. E il risultato elettorale lo ha evidenziato: la peggiore performance di tutte le province dell’Emilia Romagna con la responsabilità di aver reso impossibile sia l’elezione del tredicesimo senatore del centrosinistra sia l’elezione del terzo senatore della Margherita. Si può ripartire? Certamente e non nascondendo la paura e l’incapacità saltando a piedi pari nel progetto del Partito Democratico (che anche per noi dovendo arrivare, viene però dopo). In questo caso il “nulla politico” può addirittura aiutare dal momento che rende chiaro a tutti che un “che fare” si impone pena l’annullamento addirittura di una sigla.

Allora si attivino i meccanismi a disposizione della vita democratica: o il congresso o il commissariamento della Margherita per avere una dirigenza autorevole e credibile che avvii il processo culturale sul futuro del Partito Democratico col coinvolgimento dei gruppi, delle associazioni e delle varie espressioni della comunità bolognese da interessare al nuovo progetto.

Non sono formule punitive bensì tese ad una soluzione anche per togliere dall’imbarazzo chi ha voluto dividere il Partito dimostrando poi una clamorosa incapacità politica nel gestirlo.

SOLIDARIETÀ ALLA MAGISTRATURA

A Palazzo d’Accursio e a Palazzo Malvezzi la vera politica è latitante

Angelo Rambaldi

Paolo Giuliani

Senato: Franco Marini è Presidente,
una vittoria in più

Franco Marini, Senatore della “Margherita” è stato eletto Presidente del Senato con 165 voti mentre Andreotti ne ha avuti 156. Marini ha, quindi, avuto tre voti in più rispetto a quelli sui quali il centrosinistra contava.

È un risultato importantissimo perché da un lato cancella definitivamente alcune tentazioni di filibustering interne verificatesi durante le prime votazioni. Dall’altro dimostra che dalla Cdl sono arrivati consensi sul candidato del centrosinistra.

Appena insediato Marini ha dichiarato di voler essere il Presidente di tutti facendo propria, quindi, quella volontà di ricomposizione e riappacificazione della comunità italiana che Romano Prodi si è ripromesso di realizzare.

Franco Marini sarà un ottimo Presidente e nell’esercizio del suo altissimo servizio saprà mettere tutto il valore, la cultura e l’esperienza propria del cattolicesimo democratico come ha dimostrato quando ricoprì la responsabilità di Segretario del PPI e, in seguito, di dirigente della Margherita. Buon lavoro Presidente!

 

Fausto Bertinotti,

candidato del centrosinistra, è stato eletto Presidente della Camera dei Deputati.

Buon lavoro Presidente

Come in una recita senza fine, la sinistra radicale continua a tenere la scena della politica bolognese.

Nel merito dell’attacco al P.M. Giovagnoli, ci ritroviamo pienamente nelle parole di solidarietà del vice-Sindaco, anche se, formalmente, la “Margherita” bolognese avrebbe fatto bene a parlare ufficialmente. Probabilmente è successo che chi doveva intervenire, non avendo ricevuto le istruzioni del caso, se ne è stato zitto. Risulta comunque sempre più insopportabile che si debba continuamente assistere all’occupazione del palcoscenico politico con le risse fra sinistra riformista e sinistra radicale.

Noi una spiegazione l’abbiamo: la maggioranza a Palazzo d’Accursio, trova il proprio ruolo in una posizione che la vede come una sorta di “guardia svizzera” che controlla con alcune componenti in posizioni puramente sussidiarie. Per la verità, recentemente, il gruppo DS ha dato qualche segno di vita reclamando analisi particolari in settori nevralgici del Comune.

Adesso speriamo che la “Margherita” non si metta a fare da paciere, per “senso di responsabilità”, mediando fra Ds e qualche assessore.

Su tutto giganteggia la figura del Sindaco.

La Presidenza della Provincia, che potrebbe avere un ruolo positivamente e creativamente concorrenziale, dispiega una strategia di difficile lettura delegando al massimo qualche assessore ad esercitarsi in punture di spillo, di scarsa efficacia politica.

Il risultato è che una parte dei cittadini bolognesi che hanno votato centro-sinistra, hanno di fronte una rappresentazione strabica, in cui il Sindaco troneggia e la sinistra radicale fa un gran baccano.

Il resto è silenzio.

Molti, sono stati contenti dell’esito elettorale a Bologna, compresa la frana della componente che doveva attirare il voto moderato e noi alla vigilia del giro di boa di metà mandato, non siamo invece affatto tranquilli pensando al grado di possibile disaffezione degli  elettori di centrosinistra.

 

 

 

 

 
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