Creato da tommaso.mt il 26/07/2010
DI TUTTO UN PO'
 

 

« PREFAZIONE. IL PROTAGONI...“SIAMO IL CERVELLO DELLE MASSE” »

IL LAVORO COME EXIT STRATEGY DALLA CRISI

Post n°23 pubblicato il 27 Gennaio 2011 da tommaso.mt

La generosa remunerazione del lavoro, quindi, com’è l’effetto della crescente ricchezza, così è la causa della crescente popolazione. Lamentarsene è lamentarsi dell’effetto e della causa necessaria della massima prosperità pubblica”, perché “non è la grandezza effettiva della ricchezza nazionale, ma il suo continuo incremento, a determinare l’aumento dei salari “ (Smith A., La Ricchezza delle Nazioni, dalla collana “I grandi classici dell’economia”, edizione Il Sole 24 Ore, 2010, pag. 158  ss.). Le parole del padre del pensiero economico non hanno bisogno di commento, ma assumono un significato importante nel quadro politico ed economico attuale, dove i veri temi del dibattito sono stati sbalzati fuori dalle finestre dei palazzi istituzionali, per far posto a gossip, a racconti erotici dei nostri rappresentanti politici e delle loro notti brave sotto le lenzuola. Il tema del lavoro, ora come ora, inserito nell’attuale congiuntura, dovrebbe diventare il tema centrale dei dibattiti e dei provvedimenti governativi. Lo ricorda anche papa Giovanni Paolo II nella Enciclica Centesimus Annus (scritta nel 1991, in occasione del centesimo anniversario dalla Rerum Novarum di Leone XIII), quando afferma che “il lavoro appartiene così alla vocazione di ogni persona; l'uomo, anzi, si esprime e si realizza nella sua attività di lavoro”. “Il lavoro ha una dimensione «sociale» per la sua intima relazione sia con la famiglia, sia anche col bene comune, «poiché si può affermare con verità che il lavoro degli operai quello che produce la ricchezza degli Stati»”. È un classico ingrediente che, nel complesso delle politiche sociali, conduce il sistema economico verso la crescita e il progresso, non solo economico, ma conseguentemente anche sociale.

Karl Menger, padre fondatore della scuola utilitarista austriaca affermava nei suoi “Principi di Economia Politica”, che il lavoro è “un oggetto dell’economia, un bene come tutti gli altri” nel senso che, insieme alla produzione “sono mezzi e non atti dell’economia soggettiva e quindi si devono tenere ben distinti dall’attività organizzativa  che conduce i beni verso il loro fine, cioè l’assicurazione del fabbisogno” (Menger K., Principi di Economia Politica, dalla collana “I grandi classici del pensiero economico”, edizione Il Sole 24 Ore, 2010, pag. 145). Luigi Einaudi, Governatore della Banca d’Italia e Presidente della Repubblica, da liberale puro, fu un grande sostenitore del rapporto tra la teoria economica e la legislazione sociale, soprattutto perché “il sistema economico di mercato è uno strumento che conduce a un equilibrio efficiente data un’iniziale distribuzione delle risorse. Se tale distribuzione non soddisfa determinati criteri di giustizia sociale, allora si apre lo spazio per l’intervento statale, per le politiche sociali, appunto” (Baffigi A., Luigi Einaudi: teoria economica e legislazione sociale nel testo delle “Lezioni”, in Quaderni di Storia Economica della Banca d’Italia, n. 1, settembre 2009, pag. 9). In questo senso, il maestro del pensiero economico liberale e liberista italiano ammette i possibili fallimenti del meccanismo del libero mercato, là dove non porta verso sentieri di crescita duraturi per l’intera collettività, pur rimanendo uno strenuo difensore del liberalismo, elevandolo a suo ideale di vita e visione del mondo. La centralità del pensiero einaudiano scaturisce dall’assunto che se la realtà economica fosse caratterizzata dalla presenza del regime della libera concorrenze perfetta, dove i prezzi di vendita sono uguali ai costi marginali, ognuno sarebbe remunerato secondo i propri meriti e non ci sarebbero problemi sociali che implicano l’intervento dello Stato.

Occorre, certamente, restituire al lavoro il primato per la crescita economica, attraverso politiche orientate verso la riduzione del carico fiscale per famiglie e imprese (in Italia, l’incidenza delle imposte dirette sul PIL è superiore al 35%, rispetto alla media europea del 32,5%), soprattutto in Puglia dove l’aliquota IRAP permane su livelli elevati (4,82% contro l’aliquota ordinaria del 3,9%), scontando il forte incremento della spesa sanitaria (Intervento del Presidente di Assonime, Luigi Abete, “Riforma fiscale: un esercizio di valutazione quantitativa”, presentato al Convegno annuale di Assolombarda e Assonime “La manutenzione del sistema fiscale in attesa della sua riforma”, 18 gennaio 2011). Si assiste, purtroppo, a una situazione caratterizzata da un’elevata tassazione del lavoro, contro una “sotto-tassazione” delle rendite finanziarie, ancora ferme al 12,50%. Certamente, l’incremento della ricchezza nazionale, sull’onda del pensiero di Smith, si esprime con l’incremento della prosperità pubblica, e quindi con il lavoro piuttosto che con la rendita e l’accumulazione del capitale: quindi “è tempo di muovere tutte le aliquote sulle cd. Rendite finanziarie verso l’aliquota del 20 percento”. Occorrono serie politiche che vadano nella direzione di premiare quelle iniziative economiche produttrici di benessere, di lavoro e prosperità: cosa purtroppo che manca nel nostro Paese. In questa era anche la visione di Einaudi, come afferma Baffigi nelle conclusioni all’opera citata: “l’ideale liberale verrebbe meno se non si perseguisse l’obiettivo di porre un limite alle posizioni dominanti, alle rendite, alle diseguaglianze ereditate dal passato”, per il perseguimento della libertà liberale.

Per ritornare al pensiero di apertura di questo contributo, non è la rendita lo strumento del benessere, quanto piuttosto l’incremento della ricchezza nazionale che può venire solo e soltanto attraverso quelle politiche che vanno nella direzione della promozione delle condizioni che garantiscano il lavoro, una politica fiscale di vantaggio per il lavoro delle imprese e delle famiglie e una politica sociale nella direzione dell’eguaglianza dei punti partenza, come voleva Einaudi. Se il piano per il Sud non verrà inquinato da pretese individualistiche ed egoistiche, può divenire un volano per la crescita del Sud e per agganciare il treno europeo e mondiale della ripresa.                                                      

Tommaso Manzillo

 
 
 
Vai alla Home Page del blog

Area personale

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

FACEBOOK

 
 

Ultime visite al Blog

carlagiulia.cecchidaarnobinotoacronlusdifatto19ilbaggesenicolanaymoorange.blu0MI_CORASONalber555Dubbiamorosiantonio.dellacorteaggiutem1consorziogiemmerosario.vanella
 
Citazioni nei Blog Amici: 2
 
 

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi e commenti in questo Blog.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 

Ultimi commenti

RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

Contatta l'autore

Nickname: tommaso.mt
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 49
Prov: LE
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963