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Post N° 177

Post n°177 pubblicato il 06 Dicembre 2007 da gb00053
 

RU486

Se ne torna a parlare e a febbraio sembra possa diventare realtà anche da noi.
In Francia, dove è nata , la usano ormai da 20 anni. I rischi sono minimi,si dice, le morti avvenute durante la sperimentazione pare non possano essere collegate direttamente alla pillola in se per sé ,in più è un risparmio per il servizio sanitario nazionale e per il cittadino.
Pare anche non sia un aborto così “facile” visto che provoca dolore e sanguinamento per diversi giorni tra una fase e l’altra del “trattamento”.
Oltretutto in Italia l’interruzione di gravidanza è legale e quindi un metodo o l’altro dovrebbe essere indifferente, tanto meglio se il nuovo costa meno.

Io però continuo a non essere convinta, non solo per un discorso morale o etico, i fatti sono quelli: la 194 esiste e secondo la normale convinzione lì deve stare se vogliamo che il nostro venga considerato un paese civile. Il punto che mi lascia interdetta è che un paese civile, per l’appunto,  perda tempo e denaro per vagliare un metodo abortivo alternativo e poi si arena inesorabilmente in secche di promesse e contentini quando si parla di politiche famigliari. L’ho detto più di una volta, ma voglio essere ripetitiva: in un paese
moderno ed emancipato che rispetti la donna una legge 194 non dovrebbe esistere perché non ce ne dovrebbe essere bisogno. E non dovrebbe essercene bisogno perché dovrebbero esistere alternative valide e un sostegno economico adeguato.

Perché mai uno Stato come il nostro, un governo come il nostro, presentatosi come il salvatore del popolo affamato che non arriva alla seconda settimana, perché dico, non vara leggi che prevedano contributi  seri per chi aspetta un bambino o ne ha di piccoli?   Al momento (e solo in alcuni comuni) una madre disoccupata o con un reddito inferiore ai 400 euro mensili può avere niente meno che un assegno di maternità una tantum di poco più di 1000 euro. E’ ridicolo!
Se poi non vogliamo parlare solo di mero assistenzialismo pensiamo alle difficoltà di reinserimento al lavoro, le imprese fanno volentieri a meno di una mamma lavoratrice con tutti gli annessi e connessi e gli asili nido, dove ci sono, hanno rette esorbitanti.
Insomma, il punto , al solito, non è come abortire, il punto dovrebbe essere come una madre vada tutelata a livello economico e lavorativo quando sceglie legittimamente di essere madre.
Ma si preferisce continuare a discutere se la RU 486 possa essere o meno adottata nelle nostre USL e con che modalità.

Intanto le mamme vanno estinguendosi in questa nostra società civile  ed avanzata e chi vivrà (i pochi che ne avranno il privilegio) vedrà.

 
 
 
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