Storia di un Orso
Diario e riflessioni di un "gay bear" che sorprendentemente non vi parlerà solo della sua omosessualità« L’Odissea è un’invenzion... | Non fu colpa di Craxi, m... » |
In quest’aria di beatificazione del povero martire scappato in Tunisia in vacanza permanente, la mia memoria è costretta a riesumare ricordi collegati ad un personaggio che vorrei solo dimenticare, se non fosse per i continui piagnistei di una figlia che, non avendo nessuna attrattiva in sé, sembra voler riempire il vuoto della sua esistenza esaltando la memoria di un padre che per lei dovrebbe costituire più un marchio che un’eredità.
E certamente non mi sento di condannarla del tutto, dato che senz’altro una donna che non sembra avere alcuna qualità, nè fisica né intellettiva, avere anche il fardello di un padre del genere, può spingerla ad autoilludersi che fosse un santo martire piuttosto che un uomo corrotto che è fuggito all’estero per non dover subire un giusto processo e una condanna, naufragando nel clima di irrealtà e di negazione dell’evidenza dei fatti di cui la nostra nazione sembra nutrirsi ormai da molti anni.
Ma questo flusso di ricordi dovuti alla corrente causa di beatificazione, mi fa ricordare alcuni particolari del suddetto personaggio, il signor Benedetto Craxi.
Me lo sono immaginato io, che lo paragonavano al Duce, quando era vivo e in piena carriera politica?
Me lo sono immaginato io, che lo accusavano di avere un atteggiamento autoritario e fascistoide?
Me la sono immaginata io la barzelletta che una volta il mio insegnante di filosofia, tal Don L.B., che rigurgitava odio per la sinistra e per ogni forma di pensiero non-cattolico, raccontò a me e ai miei compagni di liceo?
La barzelletta raccontava questo:
Craxi al mare, in costume da bagno, esibisce un bel tatuaggio sul braccio, che rappresenta la figura del Duce.
Gli altri bagnanti, sorpresi e scandalizzati, gli chiedono il perché di tanto ardire, assai sospetto.
Il premier risponde: “non è un tatuaggio, è una voglia!”
Se a quel tempo si ironizzava sul fatto che avesse modi da dittatore, adesso non sarebbe meglio ricordarsi anche di questo fatto?
Ora anche Napolitano (per gli amici Napisan), dice che sì, insomma, non bisogna essere tanto cattivi con lui, perché è stato un grande statista….
Io dico, aldilà del fatto che si tratta sempre di un uomo che è stato condannato in contumacia perché è scappato all’estero per non dover subire un processo…. Perché il fatto che sia stato “un grande statista” dovrebbe farcelo vedere positivamente?
Al limite, allora se risultasse che un dittatore come Mussolini è stato “un grande statista”, allora bisognerebbe riabilitarne la memoria?
Scusate, ma da quando in qua ammirare e amare i grandi statisti, o i grandi dittatori, è una sorta di dovere morale?
E soprattutto: di che utilità è adesso al paese riabilitare Craxi? Ci aiuta a risolvere i nostri problemi, per caso?
E non venitemi a dire che è una questione di giustizia…. La giustizia adesso è occuparsi solo dei problemi attuali del paese, non di quello che è successo tanti anni fa….
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