Storia di un Orso
Diario e riflessioni di un "gay bear" che sorprendentemente non vi parlerà solo della sua omosessualità« Giornata della Memoria | Bill Gates critica Berlu... » |
Oggi è il secondo giorno dei cosiddetti Tre Giorni della Merla, considerati tradizionalmente i tre giorni più freddi dell’anno.
Essi sono i tre ultimi giorni di gennaio.
Perché venissero chiamati i Tre Giorni della Merla non lo sapevo neanche io fino a qualche anno fa. Non lo sapeva nessuno, sembrava.
Un bel giorno mia madre sta guardando una trasmissione in tivù e una scema che evidentemente parlava di antiche tradizioni, dice: «Perché i Tre Giorni della Merla si chiamano i Tre Giorni della Merla? Beh, perché si sono sempre chiamati così…..». Ennesima dimostrazione che la televisione è infestata da cretini che fanno trasmissioni cretine….
Mia madre s’incazza e sinceramente m’incazzo anche io perché penso che sia proprio una presa per il culo far finta di saperne più degli altri mentre invece navighiamo tutti indistintamente nella buia notte dell’ignoranza….
Allora finalmente mi decido e digito su Google “giorni della merla”. Mi appare SUBITO la spiegazione del misterioso nome dei fatidici ultimi tre giorni di gennaio!
I Tre Giorni della Merla derivano il loro nome da un’antica leggenda popolare veneta, presumibilmente del Polesine….
Secondo la leggenda, un tempo i merli erano tutti bianchi, non neri.
Un giorno d’inverno che faceva particolarmente freddo, una merla bianca si rifugiò dentro un caminetto, per poter stare al calduccio. Faceva così tanto freddo, che ne uscì solo dopo tre giorni, e solo allora si accorse di essere diventata tutta nera di fuliggine.
Rimase sempre nera, lei e tutti i suoi discendenti, e così i merli divennero tutti neri, anziché bianchi. Da allora quei tre giorni freddissimi furono chiamati i Tre Giorni della Merla, gli ultimi tre giorni di gennaio.
Io posso dire solo questo: è incredibile come il folklore popolare del Nord-Est, in un’area che va, diciamo grossomodo, dalle Valli Ferraresi a sud, al Lago di Garda ad ovest, alle Dolomiti a Nord, e a Venezia ad est, abbia generato un tale bagaglio di leggende che hanno avuto una propagazione anche aldilà dell’area veneta, come intendo dimostrare in altri post, e come ho già dimostrato, nel caso di Lovecraft e del suo viaggio in Polesine.
Au revoir a giorni più caldi…..
Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso |
https://blog.libero.it/Terpetrus/trackback.php?msg=8354041
I blog che hanno inviato un Trackback a questo messaggio:
Nessun Trackback
Inviato da: Zurlina80
il 25/10/2018 alle 21:43
Inviato da: sexydamilleeunanotte
il 13/09/2016 alle 13:41
Inviato da: frannicorso
il 26/09/2014 alle 21:54
Inviato da: chiaracarboni90
il 06/06/2011 alle 09:53
Inviato da: Terpetrus
il 17/10/2010 alle 10:51