Dietro l'angoloOcchi aperti sulla vita quotidiana |
POESIA
SOSTA
Nel tuo vagare
vieni a me
come colui
che sosta
per bere alla mia acqua
come colui
che fugge
disseccata la mia fonte.
Non più mi troverai
nella sosta consueta
a ciglio asciutto
mi allontanerò
non più mi troverai
di me
non berrai neanche
una lacrima.
POESIA
LA PAROLA DEL SILENZIO
Ascolta...
Lo senti il silenzio?
E' un brusio compresso di voci
un bisbiglio sommesso che cresce
inquieto ricerca la via
a lungo represso irrompe
sradica gli argini
si fa parola possente
grido
boato
esplosione nella notte quieta
Lo senti ora il mio silenzio?
E' per te.
La tua voce
corre
sulle altre
confondendole
in un suono
che non potrò
mai più
ascoltare
intento
a difendermi
da te
che dici
di amarmi.
Piero Ciampi
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AREA PERSONALE
NATALE di G. Ungaretti
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Napoli, 26 dicembre 1916
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POESIE
OMBRA
Da sempre
la mia ombra.
Rifletti di me
la parte oscura
e mi accompagni
senza far rumore.
Nel mio volto
il tuo volto
come uno specchio antico
appeso al muro.
Sei l`ombra del mio passato
sempre presente
/da sempre/
la mia ombra
VANESSA VALLASCAS
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BUONA PASQUA!
Scoppio del Carro Da Wikipedia, l'enciclopedia libera.
Lo Scoppio del Carro è una manifestazione folkloristica fiorentina.
Questa nota cerimonia risale addirittura ai lontani tempi della prima crociata, indetta per liberare il Santo Sepolcro dalle mani degli infedeli.
Nel 1097, al comando di Goffredo di Buglione,Duca della bassa Lorena, i crociati, il cui nome derivò dalla crocerossa cucita sulla spalla destra della tunica bianca che ricoprival’armatura, partirono per la Palestina e nell’estate del 1099 posero l’assedio alla città di Gerusalemme che espugnarono il 15 luglio.
Secondo la tradizione fu il fiorentino Pazzino de' Pazzi a salire per primo sulle mura della città santa dove pose l’insegna bianca e vermiglia. Per questo atto di valore, Goffredo di Buglione gli donò tre schegge del Santo Sepolcro.
Rientrato a Firenze il 16 luglio 1101, il valoroso capitano fu festeggiatissimo ed accolto con solenni onori. Le tre pietre rimasero inizialmente conservate nel Palazzo dei Pazzi e quindi consegnate alla Chiesa di Santa Maria Sopra a Porta in Mercato Nuovo, poi ampliata e rinominata come chiesa di San Biagio fino a quando, nel 1785, questa fu soppressa. Dal 27 maggio di quell’anno le sacre reliquie vennero definitivamente trasferite nella vicina Chiesa di Santi Apostoli dove tuttora sono gelosamente conservate.
Gli storici ci hanno tramandato che dopo la liberazione di Gerusalemme, nel giorno del Sabato Santo, i crociati si radunarono nella Chiesa della Resurrezionee, in devota preghiera, consegnarono a tutti il fuoco benedetto comesimbolo di purificazione. A questa cerimonia risale l'usanza pasqualedi distribuire il fuoco santo al popolo fiorentino. Difatti, dopo ilritorno di Pazzino, ogni Sabato Santo, i giovani di tutte le famiglieusavano recarsi nella cattedrale dove, al fuoco benedetto che ardeva,accendevano rispettivamente una fecellina (piccola torcia) per poiandare, in processione cantando laudi, per la città a portare la fiammapurificatrice in ogni focolare domestico. Il fuoco santo veniva accesoproprio con le scintille sprigionate dallo sfregamento delle treschegge di pietra del Santo Sepolcro.
Con l'andar del tempo lo svolgimento della festa divenne sempre piùarticolato per cui venne introdotto l’uso di trasportare il fuoco santocon un carro dove, su un tripode, ardevano i carboni infuocati. Non siconosce quando, in sostituzione del tripode, si usarono i fuochiartificiali per lo "scoppio del carro" ma si ritiene che ciò risalgaalla fine del trecento.
Alla famiglia Pazzi era affidata l'organizzazione del carro e l'onere delle relative spese. Il privilegio di questa antica famiglia cessò nel 1478,per una provvisione della Repubblica che cacciò i Pazzi dalla città aseguito della famosa congiura ordita da essi contro i Medici. Icospiratori vennero uccisi e la Signoria, per cancellare tutto ciò cheera legato alla famiglia caduta in disgrazia, ordinò che non si facessepiù lo scoppio del carro mantenendo solo, per tradizione, ladistribuzione al popolo del fuoco benedetto, che doveva avvenire fra ilBattistero e la Cattedrale.
I fiorentini, però, non gradirono l’abolizione spettacolare dello"scoppio" e cercarono con tutti i mezzi di far revocare la provvisionedel governo della Repubblica, e ciò non tanto per rispetto verso lafamiglia Pazzi ma perché non volevano che l’offerta del fuoco pasqualeritornasse ad essere effettuata alla maniera semplice usataanticamente, senza più la caratteristica e fragorosa cerimonia oramaidivenuta una consuetudine. Pertanto la Signoria ordinò ai Consolidell’Arte Maggiore di Calimala, amministratori del Battistero di San Giovanni, di provvedere ai futuri festeggiamenti così come si usava fare prima della congiura.
Nel 1494, scossa dalla predicazione di morale cristiana del frate domenicano Girolamo Savonarola,la città cacciò i Medici e un’altra provvisione governativa restituìalla famiglia de’ Pazzi i suoi antichi diritti e privilegi, compresoquello dell’organizzazione del carro del Sabato Santo. Questo carro erainizialmente molto più semplice di quello attuale, ed a causa delledeflagrazioni e delle vampate che sopportava ogni anno, a cerimoniaavvenuta, doveva essere quasi del tutto ripristinato. Parve quindigiusto ai Pazzi allestirne uno molto più solido ed imponente chedovesse durare per sempre. Fu, dunque, costruito il grande carro deltipo "trionfale" a tre ripiani, che da secoli, se pur più volterestaurato (anche dopo la tragica alluvione dell’Arno del 1966), gode ottima salute.
I fuochi di questo carro vengono incendiati da una colomba, o comesi dice a Firenze dalla "colombina", la quale altro non è che un razzodalle sembianze di un bianco piccione.
L’antica festa ha sempre richiamato una gran folla di turisti, dicittadini e di numerosi contadini della campagna fiorentina chetraevano gli auspici per il raccolto dal felice esito della corsa dellacolombina sulla corda, che doveva svolgersi senza alcun intoppo.
Se la cerimonia religiosa ha conservato nel tempo quasi immutato ilmedesimo rituale, l’orario dello scoppio è stato, viceversa, più voltevariato. Attualmente nella mattina di Pasqua, scortato da 150 fra armati, musici e sbandieratori del calcio storico fiorentino,il carro del fuoco pasquale, detto affettuosamente dai fiorentini"Brindellone", si muove dal piazzale di Porta a Prato , trainato da duepaia di candidi bovi infiorati ed arriva al solito posto, in piazza delDuomo, fra il Battistero e la Cattedrale.I bovi vengono prontamente staccati ed un più moderno filo di ferro,che sostituisce la corda sugnata, viene teso a circa sette metri dialtezza, da una colonna di legno, posta per l’occasione al centro delcoro, fino a giungere al carro.
Mentre si procede a questa sistemazione, dalla Chiesa di Santi Apostoli, nella piazzetta del Limbo, ha principio il corteo-processione preceduto dal gonfalonedi Firenze e dalla bandiera della famiglia Pazzi, con sacerdoti edautorità, diretto al Battistero dove incominciano le funzionireligiose. Quindi il corteo si trasferisce in Duomo e, alle ore undici, al canto del Gloria in excelsis Deo,viene dato fuoco alla miccia della colombina che, sibilando, va adincendiare i mortaretti ed i fuochi d’artificio sapientemente dispostisul Brindellone; una volta incendiati gli artifici, la colombina devetornare indietro all'Altare Maggiore, da dov'è partita, ripercorrendoda sola il percorso di andata, altrimenti il raccolto dell'anno nonavrà buoni auspici. Per la cronaca, l'ultima volta che la colombinafallì tale "missione" fu il 1966, e a novembre, infatti, ci ful'alluvione.
Inizia con fragore il susseguirsi di esplosioni e spettacolipirotecnici (il tutto dura 20 minuti circa) e, sia pure in manierasimbolica, la distribuzione a tutta la città del fuoco benedetto.L’imponente mole dell’antico carro si avvolge puntualmente di nubi escoppi come se l’aria stessa emettesse scintille sempre più luminose.Scintille che ad un tratto non parranno più piccole luci distinte mauna vera pioggia di viola, di rosa, di rosso, di verde, di bianco e diblu. Il profilo del Brindellone scompare del tutto in questocaleidoscopico gioco di colori che, pian piano, unitamente al fumo edagli assordanti scoppi, si dissipa rendendo nuovamente visibili i marmidel Battistero, della Cattedrale di Santa Maria del Fiore e del Campanile di Giotto.
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INFO
POESIE
LA MEMORIA IN LONTANANZA
Quello che senti è il silenzio dei morti
la memoria non inganna taci
sei tu che resti
il tempo dilaga e ci abbatte
quadri libri le tue vesti
quello che resta è il dolore dei vivi
il mio il tuo
devi scavare i giorni e non batte
a nessuna porta il triste scandire di lancette/
La memoria non inganna vedi
non è più di chi è già andato
né fiori né frutti
si rigenerano perpetui all'apparenza
è tutto un inganno a cui crediamo
senza appesantirci dentro
stagioni e uomini desideri e attimi
Scorre leggera adesso questa penna
scartando e levigando i solchi di parole
i muti pensieri
gli amori già passati
un giorno nuovo divenuto ieri
In lontananza i giorni stanno svegli
GIULIO MAFFII
(da "Equinozio di girasoli")
SUPERBA è LA NOTTE
La cosa più superba è la notte / quando cadono gli ultimi spaventi / e l'anima si getta nell'avventura. / Lui tace nel tuo grembo / come riassorbito dal sangue / che finalmente si colora di Dio / e tu preghi che taccia per sempre / per non sentirlo come un rigoglio fisso / fin dentro le pareti./
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Sento di volerti e non ti voglio quando il tuo tempo scorre lontano e sempre non ci sono
Sento di odiarti e non ti odio quando ti affanni ad amarmi e non m'ami
Ma sempre che t'ami o non t'ami continuo a pensarti.