Dietro l'angoloOcchi aperti sulla vita quotidiana |
POESIA
SOSTA
Nel tuo vagare
vieni a me
come colui
che sosta
per bere alla mia acqua
come colui
che fugge
disseccata la mia fonte.
Non più mi troverai
nella sosta consueta
a ciglio asciutto
mi allontanerò
non più mi troverai
di me
non berrai neanche
una lacrima.
POESIA
LA PAROLA DEL SILENZIO
Ascolta...
Lo senti il silenzio?
E' un brusio compresso di voci
un bisbiglio sommesso che cresce
inquieto ricerca la via
a lungo represso irrompe
sradica gli argini
si fa parola possente
grido
boato
esplosione nella notte quieta
Lo senti ora il mio silenzio?
E' per te.
La tua voce
corre
sulle altre
confondendole
in un suono
che non potrò
mai più
ascoltare
intento
a difendermi
da te
che dici
di amarmi.
Piero Ciampi
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AREA PERSONALE
NATALE di G. Ungaretti
Non ho voglia
di tuffarmi
in un gomitolo
di strade
Ho tanta
stanchezza
sulle spalle
Lasciatemi così
come una
cosa
posata
in un
angolo
e dimenticata
Qui
non si sente
altro
che il caldo buono
Sto
con le quattro
capriole
di fumo
del focolare
Napoli, 26 dicembre 1916
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POESIE
OMBRA
Da sempre
la mia ombra.
Rifletti di me
la parte oscura
e mi accompagni
senza far rumore.
Nel mio volto
il tuo volto
come uno specchio antico
appeso al muro.
Sei l`ombra del mio passato
sempre presente
/da sempre/
la mia ombra
VANESSA VALLASCAS
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E così siamo di nuovo all'inizio di un'altra primavera. Risveglio, rinnovamento generale, la natura in festa: mi ha sempre colpita la tenacia con cui certi alberi spogli, che in inverno sembravano finiti, morti, all'improvviso rinascono ogni volta in tutto il loro splendore di foglie e fiori. La volontà di rimanere attaccati alla vita, nonostante tutto. Una specie di miracolo, un dono che non solo la natura ha ricevuto.
Mi piace passeggiare, da sola mi aiuta a riflettere: per strada o nei giardini, l'arrivo della primavera si pecepisce ovunque. L'aria più tiepida, il sole più caldo, mi viene quasi voglia di rinnovarmi: un taglio nuovo di capelli, un abito più colorato, un sorriso solare, chissà... viene voglia di osare.
Cammino fra la gente insieme ai miei pensieri. Dopo alcuni giorni d'influenza e febbre alta mi sento ancora debole, ma non voglio rinunciare alla tradizionale passeggiata primaverile, mi sembra beneaugurale. Prendo un autobus per non stancarmi troppo e scendo in centro: da lì proseguo a piedi, il Lungarno sotto il sole tiepido... Firenze è una festa per gli occhi, ma non posso fare a meno di sentire una punta di malessere guardando le persone che a coppie o a gruppi affollano il Ponte Vecchio, dirigendosi verso Piazza Pitti e il giardino di Boboli. Non è un giorno festivo e io sono da sola, ma non sempre si ha voglia di riflettere: a volte è soltanto dannoso e vorrei passeggiare in compagnia, chiacchierare, scherzare e non pensare a niente. Tirare fuori la parte migliore di me, che so esistere ancora. Invece continuo a camminare sempre più in fretta, quasi fossi in ritardo a un appuntamento o volessi eliminare attraverso la pelle, con la fatica e il sudore, ogni pensiero molesto.
Entro a Boboli attraverso il Cortile dell'Ammannati e da lì non ho che l'imbarazzo della scelta: scalinate, l'anfiteatro, statue, fontane e fontanelle, tempietti, l'obelisco, il laghetto contornato da panche di pietra. Mi siedo per riposarmi un momento, ne ho bisogno e mi guardo intorno leggermente stordita, respirando l'aria nuova: la natura è davvero in rigoglio, alla fine anche quest'anno la primavera è riuscita ad arrivare. Vorrei essere un albero. Vorrei essere almeno un fiore.
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INFO
POESIE
LA MEMORIA IN LONTANANZA
Quello che senti è il silenzio dei morti
la memoria non inganna taci
sei tu che resti
il tempo dilaga e ci abbatte
quadri libri le tue vesti
quello che resta è il dolore dei vivi
il mio il tuo
devi scavare i giorni e non batte
a nessuna porta il triste scandire di lancette/
La memoria non inganna vedi
non è più di chi è già andato
né fiori né frutti
si rigenerano perpetui all'apparenza
è tutto un inganno a cui crediamo
senza appesantirci dentro
stagioni e uomini desideri e attimi
Scorre leggera adesso questa penna
scartando e levigando i solchi di parole
i muti pensieri
gli amori già passati
un giorno nuovo divenuto ieri
In lontananza i giorni stanno svegli
GIULIO MAFFII
(da "Equinozio di girasoli")
SUPERBA è LA NOTTE
La cosa più superba è la notte / quando cadono gli ultimi spaventi / e l'anima si getta nell'avventura. / Lui tace nel tuo grembo / come riassorbito dal sangue / che finalmente si colora di Dio / e tu preghi che taccia per sempre / per non sentirlo come un rigoglio fisso / fin dentro le pareti./
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Sento di volerti e non ti voglio quando il tuo tempo scorre lontano e sempre non ci sono
Sento di odiarti e non ti odio quando ti affanni ad amarmi e non m'ami
Ma sempre che t'ami o non t'ami continuo a pensarti.