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Un blog creato da Truman_2000 il 22/06/2008

The Truman Show

La mia vita è un "Truman Show", ma al rovescio: vivo in un mondo tutto mio, illudendomi di essere il protagonista della storia!

 
 

VORREI AVERLA DETTA IO

“Ogni stroncatura è

soltanto un atto d'amore

nei confronti del cinema!

- Alessio Guzzano -

 

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« "Dietro la porta"Un processo in tre giorn... »

"Rifarsi una verginità!"

Post n°143 pubblicato il 12 Marzo 2009 da Truman_2000
 

"Tu ti occupi di penale, vero?" - il collega civilista che mi chiama sul cellulare, sabato mattina, mi dice di avere davanti a sè il cliente.
"Certo, dimmi pure..." - penso che mi abbia chiamato per un rapido consulto.
"609-bis c.p.: di che si tratta? Te ne puoi occupare?" - il collega non ha, in studio, nemmeno un codice penale.
"Azz!" - non riesco a trattenermi - "Violenza sessuale!"
Per un attimo, vedo naufragare i miei buoni propositi di darci sotto con lo studio, dedicando l'intera settimana a farmi qualche centinaio di pagine del mio Garofoli di amministrativo; sarei tentato di declinare l'incarico, ma poi decido di non lasciare in difficoltà un amico, che immagino già sudato, mentre cerca di raccapezzarsi con un avviso di conclusione delle indagini o un decreto di fissazione di udienza preliminare tra le mani: "Certo che me ne posso occupare: ma noi chi siamo? I buoni o i cattivi?"
"Ok, allora adesso ti passo il padre del ragazzo!" - mi dice, visibilmente sollevato di potersene lavare le mani, senza inimicarsi il cliente. "L'accusato è un minore!" - aggiunge, poi.
"No, aspetta!" - gli dico - "Dobbiamo vederci dal vivo, mica possiamo parlarne per telefono! E' inutile che me lo passi: prendi un appuntamento con lui per lunedi o martedi, e fammi sapere!"
Prima di chiudere la conversazione, già mi prefiguro i titoli dei giornali - "Ennesimo caso di minorenni che violentano una coetanea!" - e spero di riuscire ad uscirne vivo.

***

Dopo aver trascorso (invano) tutto il week end in attesa della telefonata del civilista che doveva farmi sapere il giorno e l'ora dell'appuntamento, finalmente, nel primo pomeriggio di lunedi, uno squillo sul cellulare mi fa capire che il collega non è morto: "Ci vediamo tra un'ora a casa mia: se per te va bene, vengo a prenderti alla stazione della metropolitana".
"Ma come! Tra un'ora?" - la telefonata mi ha sorpreso mentre stavo ancora pranzando - "Non possiamo fare un po' più tardi? Tra un'ora, non ce la faccio!"
"Il ragazzo, nel pomeriggio, deve lavorare e anche il padre, verso le 16, deve riaprire il negozio...".
Non insisto: cedo, sconsolato, di fronte alla forza del destino, cinico e baro, che mi costringe ad uscire di casa in tutta fretta, dopo aver indossato una camicia pulita e la prima giacca che riesco a prendere dall'armadio. Senza cravatta, per non perdere la prima metropolitana utile.

***

Quando entra nello studio del collega, l'imputato - un ragazzino di 16 anni, più fesso che buono - ha l'aria spaurita: contrariamente a quello che mi aspettavo, non ha per niente la faccia da bullo. Il padre, che si siede accanto a lui, mi racconta che la polizia si è presentata a casa, di mattina presto; che sono dovuti andare tutti in questura e che dopo aver sentito il ragazzo e ad avergli fatto firmare un foglio - il verbale di elezione di domicilio che mi consegna - li hanno lasciati andare. A questo punto, interrogo il ragazzo che cerca di parlare in italiano, ma si capisce subito che è abituato ad usare il dialetto: ricostruisce ciò che avvenuto in questura, mi racconta la sua versione dei fatti e nega ogni addebito. La ragazza in questione, mi dice, l'ha conosciuta con la comitiva che frequentava dopo l'estate; l'ha vista sì e no 6 o 7 volte, sempre in mezzo alla strada e sempre in gruppo. Quando gli faccio le mie domande, si schermisce, imbarazzato: "Avvocà, non è successo mai niente!"
Al segnale concordato, il collega civilista si allontana dalla stanza portandosi via il padre; rimasto da solo con il ragazzo, insisto, pur sapendo che gli imputati mentono innanzitutto al proprio difensore: "Se è successo qualcosa, qualunque cosa, è meglio che tu me lo dica adesso! A tuo padre, poi, possiamo anche non dirlo..."
Ancora una volta, nega tutto: mi sembra sincero. Cerco di spiegargli che tipo di condotte rientrano nell'art. 609 bis e gli rivolgo tutte le domande che mi passano per la testa e che mi sembra di dovergli fare: incalzato, inizia a dirmi che la ragazza in questione ci aveva provato con lui, ma lui non era interessato. Gli chiedo di descrivermela: "Non mi piace!" - mi spiega - "è brutta, e poi...".
Lo guardo, serio, con aria interrogativa, ma conciliante. "Avvocà, quella ci ha provato con tutti, mica solo con me!"

***

Stamattina, dopo aver discusso una causa davanti ad un gup particolarmente annoiato che ha fama di rinviare a giudizio tutti (senza leggersi nemmeno i fascicoli), finalmente, riesco a scappare al Tribunale per i minorenni e a parlare con il pubblico ministero.
E' una bella donna sotto i quarant'anni, ben portati. Le espongo quel poco che so, cercando di carpire da lei quante più informazioni possibili: volevo sapere se si trattava di stupro vero e proprio o dei vecchi atti di libidine violenti, se fosse indagato soltanto il mio assistito o anche altri ragazzi, etc.
Quando mi fermo, inizia a parlare lei. E quello che mi dice, mi lascia letteralmente allibito: "Avvocato, io sono nauseata da queste vicende!" - esordisce, inducendomi a credere di essere finito dinnanzi al classico pubblico ministero prevenuto nei confronti degli indagati. "Senza voler prendere posizione a favore dell'uno o dell'altra, posso dirle che la denuncia mi ha insospettita: ci sono delle cose che non mi convincono ed è per questo che ho deciso di sentire, già nei prossimi giorni, la persona offesa".
Tiro un sospiro di sollievo: "Una volta tanto" - penso - "Mi è capitato un pubblico ministero senza paraocchi!".
Poi continua: "Non è la prima volta" - mi dice - "che ci arrivano denunce calunniose! Ormai è diventato di moda, a tutti i livelli sociali! Per rifarsi una verginità, queste ragazzine non esitano a denunciare di essere state stuprate dai propri fidanzati, e poi scopriamo che i rapporti erano consensuali, che il fidanzato in questione dormiva tranquillamente a casa loro, con il consenso dei genitori, o che il test di gravidanza sono andate a farlo a casa della madre del ragazzo! Ripeto: sono nauseata da queste vicende: ne ricevo, in media, 5 al mese!"

***

Ci lasciamo con l'intesa di riparlarne la settimana prossima, dopo che lei avrà avuto modo di farsi un'idea più precisa del caso, ascoltando la persona offesa, anche alla luce di quella che le ho rappresentato essere la versione dell'indagato.
Scendo i gradini della Procura e, non lo nascondo, sono sollevato dal fatto di poter avere a che fare con un magistrato che mi è sembrato molto attento e scrupoloso; ma le sue parole - quel "5 al mese!" mi ronza ancora nella testa - mi hanno aperto un mondo che non conoscevo: sapevo che alcune denunce - specie in materia di reati sessuali - fossero 'false', ma non pensavo che potessero essere così tante. E non posso fare a meno di pormi una domanda: "Ma in che cazzo di mondo viviamo?"

 
 
 
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