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Un blog creato da Truman_2000 il 22/06/2008

The Truman Show

La mia vita è un "Truman Show", ma al rovescio: vivo in un mondo tutto mio, illudendomi di essere il protagonista della storia!

 
 

VORREI AVERLA DETTA IO

“Ogni stroncatura è

soltanto un atto d'amore

nei confronti del cinema!

- Alessio Guzzano -

 

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"Shutter island"

Post n°170 pubblicato il 10 Maggio 2010 da Truman_2000
 

Regia di Martin Scorsese

Con Leonardo Di Caprio, Mark Ruffalo, Ben Kingsley, Max von Sydow

thriller - USA (2010)

Lo avevamo lasciato bamboccione che giocava a fare l'adulto sulla “revolutionary road”, sposato ad una donna sull'orlo di una crisi di nervi, che - novella Medea - invece di uccidergli i figli, finiva per morire di aborto; lo ritroviamo, adesso, detective dell’FBI sulla “road to madness”, con un lutto familiare ancora da elaborare, alle prese con un’indagine che lo porterà sull’isola del titolo, in un manicomio criminale, dal quale sembra essersi inspiegabilmente volatilizzata una pericolosa paziente. E, come sempre succede in questo genere di pellicole, i fantasmi del presente fanno riemergere quelli del passato; stavolta, vengono scomodati nientemeno che l’olocausto e gli orrori nazisti, inutile appesantimento di una trama che si compiace della sua complessità: esagerazione nell’esagerazione, i dialoghi in tedesco del protagonista con una specie di dottor Mengele!

Leonardo Di Caprio è bravo (ci prova…), ma non sembra affatto credibile: nonostante lo abbiano imbruttito e fatto ingrassare, continua a dimostrare la metà dei suoi anni (sindrome di Dorian Gray?). La messinscena è ben allestita, ma sa tanto di déjà vu: sarebbe stato un bel film, se non avessimo già visto “A beautiful mind” (le allucinazioni ed i complotti provengono direttamente da lì: del resto, anche qui, il primo tempo è di una noia mortale); il colloquio con il criminale semi psicologo sembra ispirato al “silenzio degli innocenti” (ma Hannibal Lecter aveva tutto un altro fascino…) e c’è qualcosa anche di “Shining” e di “Memento”.

Finale a sorpresa (sorpresa? A mezz’ora dall’epilogo, ti chiedi solo per quale delle due possibili alternative abbia optato il regista e già il fatto che ti poni la domanda, significa che non c’è nulla di sorprendente), ma tutt’altro che “aperto”: il pazzo si finge scemo per porre fine alla storia. Sinceramente, gliene siamo grati!

 
 
 
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