Creato da thefairyround il 30/12/2005

The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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Neuroscienze, vino e salite

Post n°168 pubblicato il 07 Aprile 2007 da thefairyround

Eccomi tornata dal corso di neuroscienze.
La cosa fondamentale che sento di aver imparato è che il sangiovese è davvero ottimo, e che la neurologia è una disciplina decisamente complessa. Affascinante ma complessa. Per questo si associa bene al sangiovese, forse.

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Ma andiamo con ordine.
Siamo partite in tre.
Arrivate di corsa in stazione dalle nostre vite frenetiche in centrale, con le valigie fatte in fretta e senza pensarci troppo.
Carrozza 10. E che ci vuole? Tra l’altro siamo fortunate: è proprio la prima (atipico ma fa nulla).
Ma i nostri posti non ci sono. Non ne senso che sono occupati da altri. Proprio non esistono.
Uno dei signori verdi delle FFSS ci comunica che in realtà quella su cui siamo salite anche se denominata “carrozza 10” non è la carrozza 10. La 10 sta in testa al treno.
Noi, con valigie, borse, portatili…. E con un piacevole tepore primaverile, corriamo come delle pazze in testa al treno che a questo punto sta per partire.
Peccato che la numerazione delle carrozze si fermi alla 9.
Fantastico.
Alla fine si riesce a capire che la carrozza numerata come la 9 è in realtà la 10, la 8 è la 9 e così via.
Astuti questi di Trenitalia. Così ora quelli che hanno il posto prenotato nella carrozza 9, stanno seduti nella 10 pensando che sia la 9, e se noi della 10 proviamo a convincerli del fatto che loro credono che sia la 9 ma in realtà è la 10, e che quindi devono lasciarci il posto, e andare in quella che è chiamata 8, ma in realtà è la 9 e convincere coloro che sono sistemati lì che loro credono di essere seduti nella carrozza 8 ma in realtà… Be’… se proviamo a lavorare sul questa falsa credenza (bello fare gli psicologi eh? Sei nei casini e sai anche usare termini tecnici adeguati) ci prendono per matti e ci mandano a quel paese. Ma sai anche quando non è il caso di insistere… così ci siamo sedute nella carrozza 5 (che poi forse era la 6 ma non sottilizziamo) che era deserta e da lì in poi il viaggio è stato ottimo.

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Il corso si teneva a Bertinoro… posto veramente splendido. Se vi capita fateci un saltino. Ne vale la pena. Sia per il lato paesaggistico, che per il alto umano (la gente da quelle parti è fantastica), che per il alto gastronomico, che per quello alcolico.
Noi in più avevamo le neuroscienze, in particolare un corso su una cosa che si chiama TMS (Stimolazione Magnetica Transcranica), ma su questo vi risparmio i dettagli, va là.

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Dettagli tecnici a parte (comunque il corso è stato davvero molto interessante...) è stata anche un’occasione per vivere in clima goliardico… trovarsi ancora una volta anche se provvisoriamente dalla parte degli studenti ha scatenato istinti goliardici inimmaginabili. Ma estremamente divertenti!
E il gruppo era decisamente adeguato…
Solo qualche spunto.
I campi magnetici apriranno i Chakra?!” (FORSE sono cose un po’ diverse….)
Scusi ma io ho in tasca un quarzo rosa: può influire con i macchinari?!” (Certo, ma solo perché è rosa… tanto si tratta solo di una macchinetta tipo la 313 di Paperino, una cosuccia da nulla.. prova a usarla in casa che ti fa saltare il contatore non solo di casa ma di tutto il quartiere...).
E poi dicono che sono strana io che sono psicologa e ho dato un nome alle viole.
A proposito della 313…. Divertentissimo era anche uno dei relatori… all’apparenza serissimo… ma ogni tanto si distraeva e allora tendeva a parlare come Paperino. Ma ve lo immaginate Paperino che lezione di psico-fisica?! (e noi dovevamo restare seri – in teoria).
Del resto il tema “fantastico” era all’ordine del giorno… Facevamo lezione in un vero castello… Come Harry Potter, e scusate se ho detto poco!

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Noi abbiamo anche dimostrato di essere particolarmente “sveglie” comunque.
Relatore: “In questo caso si può anche applicare una pasticca di vitamina E o di olio di germe di grano sulla testa del soggetto”.
Noi ci guardiamo.
Paola: “Ma come si fa?!”.
Io (pensando di fare la spiritosa): “Ma con lo scotch ovviamente!”.
… Si fa proprio così. Sono un genio incompreso.

Relatore: “E in questo caso misuriamo in Spike”.
Io: “Ah! Come il fratello di Snoopy”.
(fortuna che non mi ha sentita).

Relatore: “E il digitalizer acustico produce ultrasuoni”.
Io: “be’… se devi testare Batman sono casini”.

E le corse per non arrivare tardi la mattina… Gli spuntini di metà mattina… i progetti di fuga per fare un pic-nic sui prati…
E i commenti sui compagni di corso… alcuni dei quali davvero improponibili… 

Nei momenti extra-corso…
Le bottiglie di sangiovese e i brindisi.
La salita per salire e scendere dalla rocca di Bertinoro.
Seconda sera. Cena di gruppo. Quadro. Chi sarà mai? Io, Paola e Sara puntiamo sulla scuola russa (qualcuno come Tolstoj ci sembrava adeguato)… invece era Carducci. (Ma proprio non si sarebbe detto).
La salita per salire e scendere dalla rocca di Bertinoro.
Sera successiva. Dopo un’allegra cena alla Locanda della Fortuna, dopo una passeggiata culturale lungo la strada del vino (su suggerimento di Paola, ma per l’interpretazione psicoanalitica dei quadri si ringraziano anche Sara, Gianluca e Marco) si finisce al circolo ARCI a giocare a carte con adeguato supporto etilico. (La prima volta che vinco una partita a carte in vita mia).
Uscendo vediamo un grande quadro.
Questa volta non mi fregate” – penso io – e proclamo tutta felice: “Guardate! Freud!” (del resto avevamo appena scoperto come scala 40 possa essere vista come un test proiettivo).
Non ci crederete. Davvero sembrava Freud!!!! Invece era Lenin.
Capita di sbagliare…
La salita per salire e scendere dalla rocca di Bertinoro.
E le chiacchierate la sera nella camera del centro residenziale.
Gli aneddoti sui tesisti e sugli studenti.
La musica.
La salita per salire e scendere dalla rocca di Bertinoro.
Ma quanti psico-musicisti ci sono?
Cavoli avevamo anche lo psicologo che suona il basso-tuba!
La salita per salire e scendere dalla rocca di Bertinoro.
La frase “mito”? La signora marchigiana che si occupava delle camere che in risposta alla nostra richiesta di sostituire gli asciugamani ci ha guardate tutta sorridente e ha esclamato: “SSCCono SSSCCCporchi?! [ci vorrebbe il file audio] Evvveli (tutto attaccato) cambio!”.
E sempre e comunque il sangiovese.

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La colonna sonora del corso?!
Non ci sono dubbi!
Uno su mille ce la fa”… soprattutto per quando dice: “Ma quanto è dura la salita!”

Ma ne è valsa la pena!!!

B.

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Commenti al Post:
odio_via_col_vento
odio_via_col_vento il 07/04/07 alle 01:48 via WEB
senti: (a parte che è bellissimo leggerti-una vera boccata d'aria!) ma vi fanno pagare per frequentare questi corsi??????
:))
 
 
thefairyround
thefairyround il 07/04/07 alle 12:48 via WEB
Ancora peggio! I corsi sono a pagamento, e poi l'università ci rimborsa! :-)
Grazie e un abbraccio...
 
Utente non iscritto alla Community di Libero
Anonimo il 07/04/07 alle 09:20 via WEB
hai visto che alla fine le vacanze di Pasqua in un modo o nell'altro son saltate fuori? :-) pk
 
 
thefairyround
thefairyround il 07/04/07 alle 12:49 via WEB
Lo so che non sembra ma il corso era anche serio! E abbiamo anche lavorato (lavori di gruppo fino a tarda sera....).
Ok, ok! Corso serio e interessante, ma per metà è stata davvero una vacanza, almeno come clima! :-D
 
oh_edelweiss
oh_edelweiss il 09/04/07 alle 13:50 via WEB
Sono sempre godibilissime le tue descrizioni delle persone e degli ambienti che frequenti. Complimenti per la sensibilità e per la capacità narrativa !

Qaunto ai romagnoli ed al loro calore umano ... beh, avendo non pochi colleghi di lavoro romagnoli, loro mi dicono che "un emiliano a chi ha sete offre un bicchiere d'acqua, un romagnolo invece offre un bicchiere di vino".

 
 
thefairyround
thefairyround il 09/04/07 alle 18:39 via WEB
Grazie! :D
Noi a dire il vero i bicchieri di vino non aspettavamo neanche che ci venissero offerti............
 
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