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The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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Un concerto... da urlo!

Post n°102 pubblicato il 16 Luglio 2006 da thefairyround

Eccomi qua... reduce, ma non senza traumi, dal concertino di venerdì sera.
E' andato e spero di non replicare mai un'esperienza simile!!!
L'unica cosa positiva della serata sono state le risate in compagnia... e ce ne sono state tante!

Dico subito (per chi fosse più curioso dell'esito che della dinamica) che ho suonato così così. L'ultimo pezzo l'ho fatto nella versione "varie ed eventuali" - essendomi persa (soprattutto per cause esterne che poi vi racconto) e avendo rabberciato la cosa come sono riuscita. Ma incredibilemnte il pubblico è stato contento (questo è il dovuto happy ending) quindi forse... tutto sommato.... Mah?!

E ora la cronaca di un evento comico che voleva essere serio.

Prologo: "Da grande farò il pompiere!"
Avete in mente? Il draghetto che voleva diventare pompiere?
Ecco il baritono attore che ha organizzato la serata andava nella stessa direzione.
Diciamo che il suo livello di autostima è pari a 10 mentre le sue abilità si attestano su un 5.30.
Lo scarto ce lo siamo sorbiti noi.

Fase 1: le prove.
Pareva che le prove dei miei pezzi non si facessero. Una prova generale per sapere "chi-dove-quando-come" neanche a parlarne. Le prove sono mode superate (bene a sapersi!).
Però visto che dovevamo montare insieme (io e il draghetto Grizù) un pezzo poesia (composta e recitata da lui) e viola da gamba (suonata da me) si era deciso di vederci alle 17 il giorno del concerto per provare.
Arrivo alle 17 spaccate. Non c'è. E gli antiquari simpatici suoi vicini di casa mi offrono una merenda a base di acqua e pomodorini (ottimi), una sedia, e qualche lezione di restauro per ingannare l'attesa. Convinti (a ragione) che di tempo ne avrei avuto.
Mangio i pomodori, chiacchiero di macchine da cucire Singer, scambio sms modello "Tirami su il morale" (Anche voi avete una persona capace di mandarvi questo tipo di  mess? Non è fantastico?).
Versò le 18 arriva.
Tiro fuori la viola e accordo.
Sguardo perplesso di Grizù.
"Ma dovrai accodare anche questa sera?".
Sguardo sconvolto mio.
"Ehhhh!!!!!!! Gli strumenti a corda in genere vanno accordati, e questa poi avendo le corde in budello non regge tantissimo l'accordatura..."
Lui:
"Magari accorda prima di salire sul palco e poi come va va perché se no il pubblico si stufa e se ne va".
Perché notoriamente MAI ai concerti NESSUNO accorda.
Gli inizi promettevano bene.
Inzio a suonare Ortiz. (Lui aveva avuto la musica quasi 10 giorni prima).
Ascolta. Mi guarda. E commenta:
"E ma non assomiglia a Mozart questa musica..."
Io
"Mica tanto..." (mentre il mio cuore urlava cose non riportabili....)
Deluzione negli occhi del draghetto.
Io:
"Scusa ma avevi lo spartito...."
Lui, con aria quasi di dignità offesa:
"Ma se non lo sento come faccio a capire com'è?!"
Non dico più nulla e continuo a suonare.
Ogni volta lui finisce di recitare la poesia in un punto diverso e pretende che dove sono io mi fermi.
Magari il brano avrebbe anche un suo senso, non è che si può tagliare dove capita....
Nel frattempo - suonando all'aperto con il 99% di umidità - la viola si è scordata  da matti (più o meno un semitono sulle corde gravi).
Mi scuso e chiedo di riaccordare.
Lui:
"Ma non si sente mica!"
Io (mi è uscito dal cuore) urlo:
"MADONNA!!!!!"
"E lui... ma sai che quando tiri fuori la voce hai un nonsoché di accento toscano?!"

Conclusione delle prove: se questo è diplomato al conservatorio io sono la reincarnazione di Marais!

Vado a casa, faccio una doccia, mi preparo e poi torno sul luogo per il concerto vero e proprio. Con brutti presentimenti.

Fase 2: il concerto
Andrò veloce perché raccontare tutto sarebbe impossibile.
Abbiamo inziato con quasi un'ora di ritardo perché (a mio parere... e non dimenticate la mia anima psico) il draghetto aveva una crisi di panico.
Si è deciso che anche se suonavo pochissimo e solo a metà spettacolo avrei dovuto stare seduta lì (come una scema, a mio parere) tutto il tempo. Forse voleva cortruire una specie di quadro vivente... Boh?
Iniza il concerto. Il draghetto canta in milanese accompagnandosi con la chitarra. Si dà "l'accordo di servizio" con la nota di partenza... e poi intona fuori (sempre più o meno di un semitono). E va avanti così. Ma si può?!
Tra l'altro l'inizio del concerto è stato l'inizio del mio incubo.
Mi avevano fatto sedere dietro alle casse. Eh sì. Perché TUTTO, tranne la viola da gamba (voce, tastiera, chitarra...) era amplificato modello discoteca. (fortuna che eravamo in un cortile... All'arena avrebbero usato marchingegni degni della NASA invece di un semplice microfono).
Il tutto mi veniva quindi sparato a palla nelle orecchie. Dopo i primi 20 minuti non sentivo più quasi nulla (anche se purtroppo molti dei vaneggiamenti del drago mi arrivavao lo stesso).
Panico. Come faccio a suonare se non sento cosa suono?!!!!!
Infatti ho suonato senza sentire che cavolo stavo facendo.
Da qui i problemi.
Ortiz è andato. Schenck... sono arrivata alla fine in qualche modo ma non chiedetemi come.
Il pubblico comunque ha applaudito. Io dopo Schenk avrei tanto voluto mettermi DIETRO alle casse... ma non si poteva.....
Segnalo come cose davvero carine della serata: un mimo bravissimo... commovente... intenso.
Una poetessa (mia amica tra l'altro!) capace di scrivere versi profondi e credibili, e leggerli davvero con sentimento senza affettazione.
Un ragazzino che ha recitato il monologo di Amleto accompagnandosi con la chitarra elettrica (mitico il commento di Lollo a questa esibizione: "Visto cosa ha fatto la psicoterapia ad Amleto?!").
Alla fine (quando ormai oltre a non sentire più avevo anche un dannato mal di testa) il Draghetto ha chiamato tutti uno ad uno per gli applausi.
Ricordo che ho pensato: "Chissà che brutto! Quando arrivo io applaudiranno tutti per dovere e sarà tristissimo". (Sempre ottimista io vero?!).
Invece nonostante la sordità (ed è tutto dire) ho notato che gli applausi sono stati sentiti, e un po' di gente ha perfino urlato "Brava!". Davvero davvero!
I misteri della vita.
Comunque per permettere anche a voi di fare la conosecnza con il Draghetto, di sentirmi/verdermi suonare senza sapere cosa faccio (sappiate quindi che a volte mi capita di suonare meglio!!!!), e soprattutto di apprezzare l'ìincedibile lirica di detto Draghetto.... vi regalo nientemeno che il video dell'evento! (Un grazie sentito a Morton0 che ha relaizzato il detto video).


(....Lo so che il video si gira, ma è una profonda e intensa metafora il cui significato senz'altro avrete facilmente colto....)
Vi prego di far caso alla fine del video a una voce che dice "sembra un quadro!". Incredibilmente era rivolto a me. Mi ha svelato Morton che un paio di buffe signore continuavano a ripetere che ero bellissima e sembravo un quadro, appunto. Fortuna che non hanno aggiunto:"Ma i quadri non hanno l'audio!". E questo è il pubblico particolare cui alludeva Karapsi nel suo commento al post precedente....

Fase 3: il dopo concerto
Naturalmente ero abbastanza provata. Mezza sorda e col mal di testa. Per di più delusa e arrabbiata con me stessa.
Cavoli!!!!!!!
Lo sapevo da dio Schenk! Come ho potuto essere così deficente, capra e idiota?!!!!!!!!!

Mentre ero intenta in tali dolci pensieri alcuni passavano a complimentarsi con me. Mentre mi chiedevo se era per dovere o per convinzione, arriva una vecchietta tutta dolce. Tipo Miss Marple. E mi dice: "Scusa, cara... Ma devi proprio dirmelo... Come fai... Alla tua età... Questi livelli....".
Io naturalmente l'ho interpretata in questo senso: "Certo che alla tua venernda età, ancora a suonare così male... ma non potevi fare altro?".
Così inzio a dirle che non è che faccio proprio al musicista, faccio anche la psicologa... Lei mi guardava un po' (tanto) stupita.
E poi ha chiarito che lei intendeva "Ma come fai così giovane (mi dava meno di vent'anni....... e sì che mi ero pure truccata!) a suonare già così bene?".
Evviva!
Il babbo dice che sono io ad essere troppo autocritica.
Io so di aver fatto casini.
Ma si vede che anche i casini hanno un loro seguito.....

Il draghetto è stato poi definitivamente sitemato dalla mitica Morton.
Mentre si andava via a mangaure una meritata pizza, lui ci ha salutati. E nel suo stile ha voluto farlo poeticamente. E ha iniziato: "Come disse il grande poeta...." continuando con versi abbastanza assurdi (se non ricordo male si parlava di qualcuno caduto dal pentagramma o sospeso lì sotto...") - composti da lui medesimo.  Alla fine si aspettava un commento, e Morton0 subito se ne è uscita con un appropriatissimo "Minchia!". Che è diventato l'inno, lo slogan, la caratterizzazione descrittiva analitica di tutta la serata!

Quindi.... "Minchia! Che vi siete persi!"

B.

PS: La pizza era proprio buona!
PPS: il mal d'orecchie ha continuato a tormentarmi e ho perfino dovuto andare a prendere apposite goccioline... Ma si può?!

 
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