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The Fairy Round

Il diario di una rapsodica psico-musicista

 

 

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Persone

Post n°187 pubblicato il 04 Agosto 2007 da thefairyround

Gli inviti dell’Evaso sono sempre irrinunciabili… Così eccomi qui a parlare delle persone che in un modo o nell’altro hanno lasciato un qualcosa nella mia vita di giovane fanciulletta.

Mino: un marinaio. Di quelli veri. Odorava sempre di sambuca e fino a 7 anni rimasi fermamente convinta che fosse il profumo del suo dopobarba. Ero solo stupita dal fatto che sfoggiasse un bel barbone che avrebbe fatto invidia a capitan Findus. Poi mi spiegarono che la sambuca preferiva berla che usarla come dopobarba. Lo adoravo perché avevamo un amico immaginario in comune. La volpe Camerita, che lui medesimo mi aveva presentato. Era una volpe furbissima che faceva scherzi simpaticissimi alla gente della “terraferma”. La volpe Camerita è scomparsa quando sono cresciuta, Mino si è risposato a 60 anni con una donna affascinante campionessa di ballo liscio, e poi ne ho perse le tracce. Spero che stia bene però….



Carmela
: la portinaia della casa dei miei. Devo premettere che i miei genitori, per quanto giovanissimi, cercavano sempre di stare il più possibile con me, quindi non ho mai avuto baby sitter fisse. Ma quando capitava che dovessero proprio uscire senza portarmi con loro, chiamavano la Carmela. Napoletana, con gli occhi azzurrissimi, i capelli neri, e sempre tanti proverbi pronti per ogni occasione. E una passione smodata per le telenovelas. Che mi faceva sempre guardare quando veniva a “darmi un occhio”. Se devo essere sincera non mi orientavo molto nella vota complicatissima di quei poveri disgraziati delle telenovelas, ma mi affascinava molto stare ad ascoltare lei che cercava di riassumermi la storia in poche parole, seguendo contemporaneamente quello che succedeva sullo schermo. I risultati non erano mai dei migliori, ma io mi divertivo molto. La Carmela (che nel tempo libero fa anche la sarta) è stata anche colei che mi ha insegnato a rammendare, attaccare i bottoni, ecc. Ero l’unica in classe alle elementari a saperlo fare e ne sono sempre stata orgogliosa. In compenso non ho mai imparato ad allacciare bene le scarpe (ero assente all’asilo quando l’hanno spiegato), ma questa è un’altra storia. Carmela continua a fare la portinaia e la sarta nella casa dove abita il babbo. Nonostante l’età i capelli sono ancora abbastanza neri, gli occhi sempre azzurri. Uno di questi gironi magari passo a chiederle aggiornamenti su qualche soap opera…..



Sig.na Emma: la mia maestra delle elementari. Conoscendola si capiscono tante cose del mio attuale animo rapsodico e irrequieto. Era molto simpatica, anche se con tendenze melanconiche quando raccontava del suo fidanzato morto in guerra (a causa di tale lutto non si era mai sposata – anche se ricordo chiaramente il babbo sostenere a più riprese che forse il fatto che assomigliasse a un fox terrier avesse avuto un ruolo altrettanto importante). Però aveva senz’altro un animo avventuroso. Intanto non amava insegnare le cose curriculari (ad oggi le tabellone mi imbarazzano, e la geografia italiana mi risulta misteriosa tanto quanto la fisica nucleare, o quasi…), però organizzava feste in classe, e ci portava in giro. Il tutto con sottofondo la sua provata cleptomania. I genitori le davano i soldi per pagarci i biglietti dell’autobus? E lei li intascava i soldi e non prendeva i biglietti. Poi i controllori ci beccavano in pieno e lei piangeva miseria. I genitori erano disperati. Noi felicissimi. Avventure migliori di quelle dei libri! E quando organizzava le feste e le mamme preparavano torte o panini, lei si portava le cibarie a casa e noi giocavamo al caffè letterario. Ecco qui ci divertivamo già meno… Ricordo dei biscotti al cioccolato fatti da mia madre che non potei neanche assaggiare. L’avventura è bella, ma richiede sacrifici. So che è morta anni fa. Pare fosse sola. E questo mi è spiaciuto. Forse oggi sarebbe stata considerata inadeguata, ma noi le avevamo voluto bene. E anche lei – ne sono convinta. 



Romeo: il vicino di casa della casa in campagna dei nonni. Era lì da anni, eravamo separati solo da un po’ di giardino e dai rispettivi cancelli. Ma io non l’avevo mai conosciuto. Poi arrivò Romeo. Romeo il gatto. Un randagio che avevamo adottato e che io adoravo. Era però un gatto molto autonomo e quindi a volte scompariva anche per giorni. E io disperata giravo urlando con tutto il mio fiato “Romeo!!! Romeo!!!”. E un pomeriggio dal cancello invece del gatto fece capolino questo signore dall’aria simpatica, che mi chiese gentilmente se avevo bisogno di qualcosa. Chiarito il caso di omonimia con il gatto nacque una grande amicizia. Andavo spesso a fare merenda da lui, chiacchieravamo della vita, e lui mi insegnava a giocare a bocce. Ero anche gravina per essere (come diceva lui) una femmina e per di più (come dicevo io per avere solo 7 anni. Romeo è morto un inverno di tanti anni fa. Ero ancora giovane, alle medie forse, e davo ancora per scontata l’immutabilità delle cose. Così l’estate precedente l’avevo salutato velocemente convinta di rivederlo la primavera dopo. Lo rimpiango ancora. E devo confessare che ogni tanto quando vedo un campo da bocce mi siedo lì al bordo, penso alla vita e a Romeo, che era saggio e buono, e mi mancano i nostri pomeriggi di estate.



La nonna Noemi. Era la mamma della mia nonna materna. A dire il vero non l’ho mai conosciuta. Ma era il mio eroe personale. Girava voce per tutto il paesino dell’appennino toscano dove era nata, vissuta e morta (purtroppo in giovane età) che era talmente bella che venivano da tutta la toscana a vederla. Grande lavoratrice, sempre una risposta pronta, cuoca insuperabile. E musicista. L’avevano mandata a Pistoia a studiare il violino da un Maestro famoso. Poi però aveva smesso – gestire prima una pasticceria e poi un ristorante-albergo lasciava poco tempo (specie ai suoi tempi tra due guerre) per suonare il violino.  La storie sulla nonna Noemi non erano mai finite. Ma ricordo che la sera, quando ero piccola e cercavo dei pensieri cui aggrapparmi prima di addormentarmi pensavo sempre alla stessa cosa… Che fine avesse fatto il violino della nonna Noemi… Per la cronaca non l’ho mai saputo. Però una delle mie viole si chiama Noemi….



Passo con curiosità il testimone alla zia Ody, a Lilith_0404, 1020, out4ever e SunnySmiling (quando tornerà dalle vacenze....)

 
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