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Un blog creato da PhisicTheory il 17/01/2010

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Singolarità si, singolarità no?

Post n°2 pubblicato il 17 Gennaio 2010 da PhisicTheory
 

La più tra le accreditate teorie è sicuramente quella del Big Bang.

Tuttavia la Singolarità non trova in quella teoria, giustizia.

Alle domande cos'è e da dove proviene o come si è costituita, non vi è risposta.

Il quesito non è mica male, non trovate?

Vediamo allora di tentare una soluzione.

Per farlo però avremo bisogno di abbattere alcuni muri della letteratura scientifica che ci separano o meglio, impediscono di poter lavorare a 360°.

Il primo muro è quello dello spazio.

Dobbiamo fare uno sforzo e immaginare la possibilità che esistano spazi diversi da quelli che fisicamente intendiamo e cioè dobbiamo staccarci dall'idea che l'universo sia l'unico spazio possibile e pensabile.

Se quindi cominciamo a guardare al di là del nostro naso, potremo accettare l'idea che se la singolarità è veramente esistita, allora essa si è generata in qualche modo e di conseguenza in qualche spazio a noi sconosciuto che non è per l'appunto l'universo stesso, poichè prima era solo singolarità.

Ora però questo ragionamento ci porta alla domanda che lo precedeva, che è:

"...ma allora questa Singolarità c'è stata o non c'è stata?"

Per rispondere però dobbiamo cercare di capire se la sua esistenza sarebbe stata possibile, o meglio dobbiamo capire se esiste un modo teorico che ne permetterebbe la nascita.

Sembrerebbe un gioco di parole, tuttavia sono proprio queste due domande, l'una che rincorre l'altra a  fornire un unica risposta.

Creiamo quindi uno spazio a noi sconosciuto e vediamo di vedere i suoi comportamenti...osservandolo potremo capire se e come, un'ipotetica singolarità avrebbe la possibilità di originarsi o meno.

Per creare questo spazio abbiamo bisogno di conferirgli dimensione e caratteristica.

Max Plank viene in nostro soccorso aprendoci la strada.

La Tp descritta in 1,41678570996 x 10^32 °K non è semplicemente la massima temperatura oltre la quale nulla avrebbe valenza fisica, poichè anche l'energia evaporerebbe, ma è molto di più.

Così come lo 0°K descrive il termine d'esistenza dell'energia nel senso opposto.

La Tp quindi limita un evento in un senso, mentre lo 0°K lo limita nell'altro.

Cosa otteniamo quindi?

Otteniamo una linea evento definita entro i valori limite di Plank e Kelvin.

Possiamo quindi teorizzare che, perchè un qualsiasi evento abbia origine esso deve essere compreso entro questa linea.

Con questi semplici passi abbiamo costruito i limiti del nostro nuovo spazio.

Ora, questa linea degli eventi però manca di qualcosa, cioè manca di caratteristica e di misurazione metrica.

Poniamo alla linea, valore 1.

Dividiamo questo valore per la Tp e otteniamo le frazioni in °K che compongono la linea.

Queste frazioni identificano una parte minima dell'evento in gradi che ora quindi andremo a moltiplicare per la lungheza minima di Plank.

Otterremo così la lunghezza della frazione evento, che come esponente per velocità di scrittura indichiamo come 10^-67

A questo punto teorizzata la misura della frazione... rimoltiplicando per il numero delle frazioni inicate da Tp, troviamo la misura esatta della linea evento che corrisponde ovviamente, alla lunghezza di Plank.

Qualcuno potrebbe dire che ho fatto il gioco delle tre carte, ma non è così.

Max Plank sostenendo la misura minima della lunghezza e la misura massima della temperatura, non immaginava che sotto questi due dati si potessero nascondere le misure dello spazio sconosciuto.

Attraverso questa linea evento è possibile costruire un Habitat Quantico, atto ad ospitare non solo la nascita della Singolarità ma anche l'universo intero.

Bene...per ora mi fermo qui.

Attendo i vostri commenti.

Cordialmente

 

 

 
 
 
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