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Post N° 98

Post n°98 pubblicato il 29 Aprile 2006 da Papermoon68
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Quasi come in un film…

Riprendere a scrivere e a pubblicare qualcosa nel blog dopo tanto tempo, dopo una pausa così lunga, meriterebbe che il "qualcosa" in oggetto avesse il sapore che ne so di una riflessione esistenziale, oppure di una confessione sentimentale o anche di una  rivelazione confidenziale. Ma siccome qui impera la legge del "faccio e scrivo ciò che mi pare" vi racconterò di quando ho vissuto un pomeriggio quasi come in un film… quasi.
Ti viene difficile dire "Capperi" mentre hai un male bestia ad una mano perché hai appena ricevuto una pallonata da dei ragazzini che, indifferentemente, da lontano ti gridano "Scusiiii"; più che altro ti viene in mente tutta quella serie di parolacce ed imprecazioni che sin da piccola ti hanno insegnato a non dire (e che quindi hai imparato subito). Una cosa che non ho mai capito è come mai si parla di "soglia del dolore" per definirne il livello di sopportazione: "soglia"…. chissà chi ha inventato questa definizione!
Per farla breve la mia soglia del dolore è bassissima, contrariamente a quello che si dice cioè che le donne hanno una soglia del dolore elevata naturalmente perché in questo modo sono preparate ai dolori del parto. Frottole! Il male è male e a questo pensavo mentre con una mano dolorante e un dito gonfio, entrai  quel pomeriggio nel Pronto Soccorso.
Lo so, qualcuno potrà pensare che sia eccessivo ricorrere all’ospedale per così poco ed io mi rendevo ben conto di non aver certo un codice rosso, però se il dito era rotto un qualcosa dovevo pur farlo.
Di solito mi mette ansia l’aria dell’ospedale e cerco di frequentarlo il meno possibile, tuttavia quel Pronto Soccorso molto ordinato e semivuoto mi tranquillizzò. Pensai che ero stata fortunata perché non avrei dovuto aspettare molto, visto che prima di me c’era solo una persona che era caduta da una scala e nessun altro.
Una cortese infermiera prese i miei dati e, osservando il dito a palloncino, mi disse che in effetti avevo fatto bene ad andare perché poteva esserci una frattura. Mi disse di aspettare in corridoio che di lì a poco mi avrebbe chiamato il medico di guardia.
Ora da questo punto della storia se fosse stato un film le cose sarebbero andate più o meno così…
Dalla porta socchiusa dello studio del medico usciva una voce maschile che stava scherzando con qualcuno al telefono. Ad un certo punto mi sentii chiamare e fui invitata ad entrare. Dietro alla scrivania c’era un giovane dottore, sui 38 massimo 40 anni, molto carino. Capelli scuri con qualche filo già bianco, bei lineamenti, naso sottile e dietro agli occhiali dalla montatura leggera due occhi verdi intensi. Nell’attimo in cui il nostro sguardo s’incrociò mi sembrò di conoscerlo da sempre, quasi fosse un vecchio amico ritrovato, ed infatti gli offri il mio più bel sorriso.
Lui allungandomi la sedia lo ricambiò chiedendomi se alla mia età giocavo ancora a pallone. Ridemmo insieme e da quella risata in un attimo l’imbarazzo fu vinto e davvero fummo due vecchi amici che sembravano avere tante cose da dirsi. Incominciammo a chiacchierare e, m
entre mi prese la mano per osservare il colpo, sentii come una scossa elettrica. Quasi l’avesse sentita anche lui, improvvisamente, ci ritrovammo a guardarci negli occhi per un lunghissimo attimo. Il suo bellissimo sorriso interruppe la magia quando l’infermiera entrò nello studio per dirgli che era pronto il tecnico radiologo, così lui lasciò la mia mano e mi mandò a fare la lastra. Per fortuna il dito non era rotto ma solo distorto. Quando me lo disse sorrisi, precisando che avrei d’ora in poi giocato solo a golf e ridemmo nuovamente insieme. Scrisse il referto e infilò il tutto dentro la busta della lastra. Stava per salutarmi quando entrò l’infermiera per un caso molto urgente che richiedeva subito la sua presenza e così, frettolosamente, mi strinse la mano con un "Ciao". Io, un po’ delusa, rimasi ancora qualche secondo nello studio. Solo mentre mi avviavo verso l’uscita mi venne in mente di leggere il referto e aprii la busta: " …Distorsione interfalangea…ghiaccio…cauta mobilizzazione….347695….. 347695…??! "
Quella signora che mi vide uscire dal Pronto Soccorso con quel bel sorriso stampato sulla faccia avrà pensato che lì c’erano dei medici molto bravi!    THE END
Ma siccome la realtà è QUASI come un film, le cose sono andate più o meno così…
Dalla porta socchiusa dello studio del medico usciva una voce maschile che stava scherzando con qualcuno al telefono. Un idiota che  invece di mettersi subito a visitare dei pazienti bisognosi stava a perdere del tempo al telefono, ridendo e scherzando… "incominciamo bene" pensai. Ad un certo punto la voce annoiata mi chiamò e mi invitò ad entrare. Rimasi stupita di vedere dietro alla scrivania un giovane dottore, sui 38 massimo 40 anni, molto carino. Aveva i capelli scuri con qualche filo già bianco, dei bei lineamenti, il naso sottile e dietro agli occhiali dalla montatura leggera due occhi verdi intensi.

Abbozzai un sorriso ma notai che il medico non sollevava quasi mai lo sguardo dal pc; sbadigliando mi indicò una sedia e fece la domanda di rito su che cosa mi era successo.

Notai un momento di attenzione quando capì che era stata una pallonata a ridurmi così il dito, in quel momento accennò un sorriso ironico e mi chiese se alla mia età giocavo ancora a pallone. Io imbarazzata cercai di spiegare che non era andata così, ma nel frattempo mi aveva già afferrato la mano e triturato il dito comprimendolo di qui e di là mentre io cercavo di urlare in modo contenuto che mi faceva male! Al che gli chiesi se era rotto, ma mi sentii rispondere che i medici non sono onnipotenti e che ci voleva una lastra per dirlo.
Accompagnata dall’infermiera andai a fare la lastra. Per fortuna il dito non era rotto ma solo distorto. Quando me lo disse sorrisi, precisando che avrei d’ora in poi giocato solo a golf, ma il tipo era troppo intento a scrivere il referto per comprendere la battuta, infilò tutto dentro la busta della lastra e via.
Arrivò l’infermiera e mi fece una specie di bendaggio rigido; grazie e arrivederci. Mentre mi avviavo verso l’uscita mi venne in mente di leggere il referto ed aprii la busta: " …Distorsione interfalangea… ghiaccio… cauta mobilizzazione…. 15 giorni….15 giorni??!"
Ma figuriamoci se stavo con quel coso per 15 giorni! …!
Quella signora che mi vide uscire dal Pronto Soccorso mentre mi toglievo il bendaggio, avrà pensato che lì non c’erano dei medici molto bravi.

 
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