Tra parentesi
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Post N° 68
L’estate sta finendo
“E un anno se ne va” diceva una nota canzone. Tutto sommato io ne sono contenta: si ritornerà al solito tran tran quotidiano, il lavoro occuperà l’80% della mia giornata, il vagabondare lento nei centri commerciali diventerà una frenetica, cronometrata, spesa serale, riposizionerò le tre sveglie mattutine e le ore di sonno diminuiranno, i pesanti cappotti prenderanno il posto delle magliette leggere, i reality show ricominceranno e mi troverò di nuovo a dire “Guardo solo la prima puntata” ed infine verso ottobre incomincerò a pensare ai regali di Natale.
Si, tutto sommato sono contenta che l’estate stia finendo… forse.
Siamo realistici: perché l’estate dev’essere bella a tutti i costi?! Fa caldo, ci sono le zanzare, c’è una confusione incredibile in giro… è vero ci sono anche le vacanze, quei momenti di relax e spensieratezza che ti fanno ricordare che appartieni ancora ad una specie più evoluta della formica, però che malinconia quando finiscono, che tristezza quando sulla strada del ritorno ripensi ai bei momenti trascorsi e che doccia fredda quando tornata a casa ti rendi conto che presa dall’euforia della partenza non ti eri resa conto che avevi staccato il contatore generale della luce e così facendo hai praticamente sbrinato il frigo e semi-allagato la cucina (…ma questa è un’altra storia).
Quando ti accorgi della “fine” di una cosa, scatta in te il meccanismo del bilancio.
Non so per quale masochista impulso l’essere umano deve per forza ciclicamente fermarsi e porsi delle domande, ovvero fare dei bilanci.
Allora com’è andata questa estate? Che cosa è cambiato rispetto a tre mesi fa? Come ti senti rispetto all’anno scorso?… e così via, allargandosi temporalmente sempre di più, la mente indaga, si domanda e scava negli obiettivi della tua esistenza.
Fermarmi a pensare per me spesso è un vero suicidio morale, nel senso che se ci fosse una scala da 1 a 10 per valutare il livello di ottimismo e buonumore, in quei momenti io arrivo alla temperatura di Mosca in gennaio: –12!
Quindi non ci vorrebbero nè “fini” né “inizi”, non ci vorrebbero bilanci né obiettivi, però se così fosse resterebbe ben poco nella vita su cui valga la pena di riflettere… che ne dite? Forse sarebbe meglio?!
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Inviato da: hrc.rossano
il 17/09/2023 alle 17:00
Inviato da: hrc.rossano
il 17/09/2023 alle 16:32
Inviato da: romhaus
il 05/10/2020 alle 19:25
Inviato da: romhaus
il 05/10/2020 alle 17:10
Inviato da: chupita1976
il 06/10/2008 alle 14:05