« Messaggio #95Messaggio #97 »

Post N° 96

Post n°96 pubblicato il 28 Febbraio 2006 da Papermoon68
Foto di Papermoon68

 

Olè Parte seconda

Una cosa che assolutamente non preoccupa noi italiani quando andiamo in vacanza in Spagna è la lingua. Si perché 99 italiani su 100 pensano che in fondo i due idiomi si assomiglino molto e che quindi non sia affatto un problema comunicare, al massimo ci si sforzerà di mettere qualche S qui e là, in fondo chi non ha mai visto "Il ciclone"?!
Ma ben presto quando ti trovi in loco ti accorgi che ti serve qualche conoscenza lessicale in più oltre a "adios amigos" e che per quanto gli spagnoli non siano come noi alti, biondi e con gli occhi azzurri, cosa strana da credere, ma possiedono una loro lingua. Per cui ti rendi conto che stai facendo una pessima figura quando dici: "Avemos dos bigliettos" e l’interlocutore ti risponde :"Usted tiene dos targetas?"
Lo spagnolo insomma è una fregatura, mi ha ricordato quelle materie che a scuola si prendevano sotto gamba oppure quegli argomenti che "figurati se il prof ce lo chiede all’esame" e poi invece non solo te li chiedevano ma ti facevano a pezzettini.
Io comunque in Spagna me la sono cavata benino, insomma mi sono fatta capire almeno quanto basta per ottenere acqua, cibo e uno spettacolo di flamenco.
Eh già, perché vuoi andare in Spagna e non vedere uno di quei tragici, deprimenti, ripetitivi ma estremamente folkloristici spettacoli di flamenco?!
Dovete sapere che in città come Siviglia, ad usum turisticorum, giornalmente si svolgono tutto l’anno spettacoli di flamenco in locali o teatrini appositi chiamati "tablao". I biglietti sono in vendita un po’ dappertutto, dalle edicole alle macellerie, e alla fine anche se tu ti sei riproposta che mai e poi mai cederai a tale tentazione turistica, ne compri inevitabilmente uno.
Spettacolo delle 19. Già spettacolo da sfigati perché considerando che in Spagna si cena verso le 22 uno show alle 19 potrebbe essere paragonato a un nostro mattineè. Entrai nella sala, piuttosto grande a dire la verità, sul fondo della quale si ergeva un piccolo palcoscenico decorato sullo sfondo da finti tipici balconi andalusi, ventagli e muletas (ndr: mantelline da torero) colorate. Molto kitch.
Subito una tipa prese il mio biglietto e mi fece cenno di seguirla. Attraversai alcune file di tavoli dove vidi seduta una comitiva di giapponesi che stavano incominciando a cenare e mi ricordai che in effetti la signora che mi aveva venduto il biglietto mi aveva appunto chiesto se lo volevo con cena o senza. Io avevo scelto la seconda soluzione, memore di una turistica cena con musica mozartiana, in ambientazione settecentesca, a cui avevo partecipato tanto tempo fa a Salisburgo, dove avevo appunto diviso il tavolo con tre giapponesi!
La senorita si diresse verso le prime file di sedie corredate da un piccolo tavolino, perché oltre allo spettacolo era prevista una "copa" che presumevo fosse una consumazione. Spavaldamente ordinai una sangria mentre si apriva il sipario. I ballerini erano dieci, un bel numero tutto sommato: sei donne e quattro uomini, che si alternarono in esibizioni singole e a gruppi. Dei balletti in sé che dire?! Il flamenco secondo me è come la corrida, può piacere solo agli spagnoli o meglio un’ora e mezza di flamenco può piacere solo agli spagnoli, perché sinceramente dopo mezzora di batter di tacchi sia io che il signore di Kansas City che era accanto a me incominciavamo a guardare l’ora.
In effetti il pubblico era moscetto, applaudiva si ma con poco calore e soprattutto solo dopo ben tre quarti dello spettacolo capì che al termine di particolari passi, quando il chitarrista diceva "Olè", non doveva applaudire ma rispondere in coro OLE’… be’ ditelo dico io! Come facevamo a saperlo? L’idea geniale venne ad una australiana quasi alla fine e in effetti aumentò l’attenzione e il coinvolgimento (forse anche perché molti erano già alla terza sangria). Comunque il momento di maggiore partecipazione si ebbe quando i ballerini danzarono sul ritmo della Carmen di Bizet, insomma sulla musica di "Pulito si, fatica no!" (ricordate la pubblicità dell’Aiax?); gli italiani presenti si sentirono chiamati in causa e scrosciarono gli applausi.

Lo spettacolo quindi terminò ed io mi alzai e me ne andai lasciando metà bicchiere di sangria, poiché presa dall’euforia ispanica avevo dimenticato che sono astemia.

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
Vai alla Home Page del blog
 
 

Archivio messaggi

 
 << Aprile 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30          
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Dietro le quinte

 

FACEBOOK

 
 
Citazioni nei Blog Amici: 6
 

Ultime visite al Blog

Papermoon68greatkingrat0romhausser.skywalkerFlaneur69flussocaoticozingaro2008hrc.rossanopinkinkIlGattoDiCheshireZen.DispensersSguardo_delle_stelletempofuturo1wonderyears
 

Ultimi commenti

Chi può scrivere sul blog

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963