Tu e il Paradiso

Immagini sacre, preghiere e pensieri...dal Cielo

 

SE SIETE INFELICI NON RIMPROVERATELO A ME!

 

Io sono la Luce,

e voi non mi vedete.

  Io sono la Via,

e voi non mi seguite.

  Io sono la Verità,

e voi non mi credete.

 Io sono la Vita,

e voi non mi cercate.

 Io sono il Maestro,

e voi non mi ascoltate.

 Io sono il Capo,

e voi non mi obbedite.

 Io sono il vostro Dio,

e voi non mi pregate.

 Io sono il vostro grande Amico,

e voi non mi amate.

Hai ragione, o Gesù, troppo poco ti ricordiamo

e troppo poco ti amiamo, per questo siamo infelici.

Ma le tue braccia aperte ci invitano al tuo cuore

e ci assicurano il perdono.

Nel tuo cuore, fonte di luce,

ritroveremo la forza per seguirti Via, Verità e Vita;

la grazia per ascoltarti Capo e Maestro;

la gioia per amarti Dio di Amore,

Amico di quanti confidano in te. 

 

 

AREA PERSONALE

 

PREGHIERA A PADRE PIO

 

Tu povero nascesti, o Padre Pio 

come fu Cristo, il nostro Redentore,

compagna l'umiltà ti fu fedele,

 immensa la Tua fede nel Signore.

Simigliante a Gesù anche le piaghe, 

che Tu accettasti con rassegnazione

memore del penoso Suo Calvario e della tormentata Sua Passione.

Or che Tu godi dell'Eterna Luce, fulgente, radiosa ed infinita,

continuando a darci il Tuo aiuto 

mostrati a noi quel che Tu fosti in vita.

In questo mondo pieno di tristezza 

dona il sollievo a tutti i sofferenti,

infondi in noi l'amore in ogni cuore, 

la fratellanza tra le umane genti.

Noi affidiamo a Te le nostre pene, 

or che ormai sei più vicino a Dio,

fa quel che puoi per il nostro bene 

intercedi per Noi, o Padre Pio!

 

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« 1° Gennaio 2013: S. Mari...Sant' Ubaldo da Gubbio »

Epifania cristiana: i re Magi, forse non sapevi che......

Post n°68 pubblicato il 06 Gennaio 2013 da osservandoilparadiso

 

Oggi il termine "Epifania" in ambito cristiano si intende la prima manifestazione pubblica della divinità, cioè quella configurata dalla visita dei magi. 

Il Vangelo di Matteo (2,1-12) è l'unico fra i quattro canonici che testimoni la venuta di questi sacerdoti “pagani” con queste parole: “Gesù nacque a Betlemme di Giudea, al tempo del re Erode. Alcuni magi giunsero da oriente a Gerusalemme e domandavano: ‘ Dov’è il re dei Giudei che è nato? Abbiamo visto sorgere la sua stella, e siamo venuti per adorarlo’ ”. Nel testo di Matteo i magi non sono precisati nel numero, non sono definiti “re” e non vengono nominati coi loro nomi.  Questo ci deriva invece dai vangeli apocrifi tra cui, il più significativo, il Vangelo Armeno dell'Infanzia, di fine VI secolo,  che cita (cap. V, 10): “Un angelo del Signore si affrettò di andare al paese dei persiani per prevenire i re magi ed ordinare loro di andare ad adorare il bambino appena nato. Costoro, dopo aver camminato per nove mesi avendo per guida la stella, giunsero alla meta proprio nel momento in cui Maria era appena diventata madre. E' da sapere che in quel momento il regno persiano dominava sopra tutti i re dell'Oriente per il suo potere e le sue vittorie. I re magi erano tre fratelli: Melchiorre, che regnava sui persiani, poi Baldassare che regnava sugli indiani, ed il terzo Gaspare che dominava sul paese degli arabi".

 In alcuni scritti di origine greca, riscopriamo il profondo significato religioso dei nomi dei tre magi: 
    •  Balthasar  significa “il protetto dal Signore” 
    •  Melchior è “il re della luce” 
    •  Gaspar è “colui che ha conquistato il Farr” 
  Una leggenda dice che il primo dei tre magi avesse la pelle di colore giallo, il secondo di colore nero ed il terzo bianca, rappresentando così le tre razze che abbiamo sulla Terra: i mongoli, i neri e gli uomini bianchi. Questo indica che, nel tempo, tutte le razze arriveranno a seguire l’insegnamento di Cristo. 
  Leggiamo ancora in Matteo: “Poi aprirono i loro scrigni e gli offrirono in dono oro, incenso e mirra”.
    Anche i doni che ciascuno dei magi depose davanti al bambino Gesù hanno un significato simbolico: Gaspar la mirra, Melchior l'incenso e Balthasar l'oro.
Il cattolico Leone Magno interpreta così, quattro secoli dopo la nascita di Cristo, i doni dei magi venerando l'unione della natura divina con quella umana: l'incenso omaggio alla sua divinità, la mirra omaggio all'uomo come simbolo di medicina in grado di lenire la futura sofferenza e l'oro omaggio alla sua regalità.
Viene spontaneo domandarsi: ma poi, che fine fecero i magi?
Il Vangelo ci informa soltanto che “i magi per un'altra strada sono ritornati al loro paese” (Mt., 2, 12).
Una tradizione ci dice che i tre, dopo una loro presunta conversione, sarebbero stati consacrati vescovi dall'apostolo Tommaso per poi morire martiri. Sarebbero poi stati sepolti in India (dove l'apostolo Tommaso avrebbe predicato) ma in luoghi separati.
Alcuni storici sostengono che queste reliquie nel IV secolo furono trasportate da Costantinopoli a Milano da Eustorgio, vescovo di questa città. Altri infine ritengono che le reliquie siano giunte in Italia con le Crociate, dato che prima di questo periodo a Milano non c'è traccia di questo culto.
Una tradizione radicata lega il vescovo Eustorgio ai magi. A Milano fu dedicata in suo onore una basilica; già nell'XI secolo vi si trovava un’urna preziosa chiamata Arca dei magi con una stella sopra un pilastro. Si sa per certo che, nel 1162, le spoglie dei magi si trovavano a Milano.
Queste reliquie nel 1164 da Milano furono trasportate a Colonia, in Germania. Attualmente si trovano in una arca-cattedrale nel Duomo di questa città. Ai milanesi rimase solo la medaglia fatta, sembra, con parte dell'oro donato dai magi al Cristo, che da allora venne esposta il giorno dell'Epifania in Sant'Eustorgio accanto al sarcofago vuoto. Negli anni successivi Milano cercò ripetutamente di riavere le reliquie, invano. Né Ludovico il Moro nel 1494, né Papa Alessandro VI, né Filippo II di Spagna, né Papa Pio IV, né Gregorio XIII, né Federico Borromeo riuscirono a far tornare le spoglie in Italia.
Solo nel ventesimo secolo Milano riuscì ad ottenere una parte di quello che le era stato tolto: il 3 gennaio del 1904, infatti, il cardinal Ferrari, Arcivescovo di Milano, fece solennemente ricollocare alcuni frammenti ossei delle spoglie dei re magi (due fibule, una tibia e una vertebra), offerti dall'Arcivescovo di Colonia Fischer, in Sant'Eustorgio. Furono posti in un'urna di bronzo accanto all'antico sacello vuoto con la scritta “Sepulcrum Trium Magorum” (tomba dei tre magi).

 

 

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Data di creazione: 13/12/2010
 

E' GRADITO ALLA MADONNA E A GESù

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LA MADONNA CI ESORTA A RECITARE IL ROSARIO

 

A Fatima, a Lourdes e a Medjugorje la Madonna ha incitato insistentemente alla recita del Rosario

La Mamma celeste ci ha invitato a recitare il Rosario come arma potente contro il male.

Può sembrare una preghiera ripetitiva, invece è come due fidanzati che si dicono l'un l'altro tante volte "ti amo"... 

"Col Rosario si può ottenere tutto. 

Esso è come una lunga catena che lega il cielo alla terra; 

una delle estremità è nelle nostre mani e l'altra in quelle della S. Vergine. 

Finché il Rosario sarà recitato, Dio non potrà abbandonare il mondo, perché questa preghiera è potente sul suo cuore. 

La dolce Regina del Cielo non può dimenticare i suoi figli che, senza interruzione, ripetono le sue lodi. 

Il Rosario sale come incenso ai piedi dell'Onnipotente. 

Maria lo rinvia subito come una benefica rugiada, che viene a rigenerare i cuori. 

Non c'è preghiera che sia più gradita a Dio del Rosario". 

(S. Teresa )

" Durante un esorcismo, attraverso la persona posseduta, 

Satana mi ha detto : 

Ogni Ave Maria del Rosario, è per me una mazzata in testa ; 

se i cristiani conoscessero la potenza del Rosario, per me sarebbe finita ! " 

(Don Gabriele Amorh )

 

 
 

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