Creato da lucernaincantata il 23/09/2007
Il mondo del lavoro
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Il tema di questo blog è il lavoro
il lavoro che ti gratifica
il lavoro che ti umilia
il lavoro che non c'è
il lavoro che ti mangia la vita
il lavoro che ti fa star male
il lavoro che ti fa precario
il lavoro che ha voluto tuo padre
il lavoro che ne hai fin sopra i capelli
il lavoro che quando arriva dici grazie
il lavoro che non vorresti mai tornare a casa
il lavoro che non puoi neanche andare al cesso
il lavoro che quando esci vai dritto in un bar
il lavoro che ti senti utile anche se sei l'ultima ruota del carro
il lavoro che ti chiamano Angelo e tu sai che non è vero
il lavoro che ti senti una puttana ma fai finta di niente
il lavoro che quando vai a dormire non vorresti più svegliarti
E' dedicato agli eroi. No, non quelli che sugli aerei premono il bottone che scarica bombe su donne, vecchi e bambini. Gli altri eroi, quelli che lavorano tutta la vita senza mai lamentarsi. Quelli che quando mangiano la pizza ordinano la marinara perchè costa di meno. Quelli che pagano di persona le proprie scelte. Quelli che sono sempre i primi a perderlo il lavoro. Gli eroi veri, insomma.
Quelli che nessuno ricorda mai... chissà perchè.
(A Pasquale Morisco e a tutti gli eroi come lui)
invito
Questo blog è aperto a tutti e sarebbe felice se potesse ricevere testimonianze, commenti, sfoghi, sogni, delusioni, progetti, idee...
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Sapevo che dovevo dire qualcosa ma non sapevo assolutamente cosa dire. Davanti a me migliaia di lavoratori della ristorazione che pendevano dalle mie labbra. Erano quasi tutti chef o camerieri, molti erano ancora in divisa da lavoro. Ero imbarazzatissimo. Sentivo la gola secca e le mani sudate. All'improvviso mi venne l'idea geniale di parlare per slogan: Compagni, dissi, è ora di finirla con i soprusi, ci devono dare quello che ci spetta... le fabbriche agli operai, le terre ai contadini... le gnocche ai cuochi.
Quello che seguì non fu un applauso ma un vero e proprio boato, che nenache la bomba atomica...
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Non ci speravo più. Ormai eri uscita dalla mia vita. Non esistevi più. Per questo quando ti ho visto davanti ai cancelli dalla fabbrica, ho pensato che non potevi essere tu. Impossibile. Tu stavi chissà dove, chissà con chi... No, non potevi essere tu. Per questo sono andato avanti senza fermarmi... scusami...
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Consiglio di volpe fa male alle galline. Recita così un antico proverbio napoletano. Mai, come in questi giorni, più azzeccato! Tutti ci invitano a comprare, a cominciare dal Presidente del Consiglio per finire al salumiere sotto casa… passando per Tim e Infostrada. E, con quali soldi? I 1000-1300 euro degli stipendi? Le 800-1000 euro delle tredicesime? O, meglio ancora, i 600 euro delle pensioni? Che volete che vi dica? questi inviti a spendere e spandere mi puzzano, e parecchio pure. In America è proprio così che è incominciata la crisi finanziaria: con i mutui facili e le carte di credito a cani e porci, anche se i porci erano quelli che le carte le vendevano e si arricchivano, e non la povera gente (ce ne sono anche in America, eccome se ci sono).
Allora, visto che siamo in tema, a queste persone così intelligenti vorrei rispondere come farebbe Bart Simpson. Guardate la figura e immaginate il resto.
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Passa il tempo, e non te ne accorgi, poi arriva il giorno che cominci a parlare di pensione e dici ma sì, me ne vado, sono ancora giovane io, posso fare ancora tanto, ho dei progetti, da domani vado in palestra, m'iscrivo a un corso di inglese, mi do alla pazza gioia, ne faccio di tutti i colori, e intanto le guardi il culo grande, grosso, sodo... lei se ne accorge, si gira e ti chiede, come se nulla fosse, se sei allergico a qualcosa e se hai mai fatto qualche operazione. Che cazzo c'entra? pensi tu e continui a guardarla senza parlare. Allora lei prende l'iniziativa. Ti sbottona i pantaloni e con una maestria che mai t'immaginavi ti spoglia. Ti ritrovi nudo sul letto. Nel frattempo entrano due stronzi vestiti di verde. Uno ti accende un riflettore in faccia e l'altro ti mette un tubo in bocca. L'ultima cosa che senti prima i addormentarti è: "Dottore, siamo pronti, i parametri sono sotto controllo, l'anestesia comincia a fare effetto..."
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Più passa il tempo e più mi sembra che i miei colleghi diventino come dei bambini. Quando li vedo fare le loro stronzatine quotidiane me l'immagino con il grembuilino, il cestello con la merenda e il nasino rosso per il freddo. Che carini! Peccato però che invece di stare all'asilo (l'ambiente giusto per loro) tanti stanno ai "posti di comando" e decidono le sorti e il benessere di altri, magari proprio di quei bambini dell'asilo...
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Oggi ho visto un mio vecchio amico con la testa rapata e magrissimo, tanto magro che non l'ho neanche riconosciuto, se non mi avesse salutato lui io sarei andato avanti e via... dopo, molto dopo, mi è venuta in mente una frase sentita in un film: bisogna pretendere di essere felici! PS: se non hai capito che voglio dire, sei fortunato: non hai mai avuto un amico con la testa rapata.
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Una volta in cassa integrazione ci andavano solo gli operai ora ci vanno anche i piloti... come cambia il mondo!
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Oggi ho il turno di pomeriggio. Me la prendo comoda. Mi alzo più tardi e faccio la colazione come Dio comanda: una bella fetta di pane con burro e marmellata, una con pancetta, due uova al tegamino, frutta, una bottiglia di vino (rosso), dolce, caffè e limoncello. Poi vado a lavoro.
Un consiglio: se oggi pomeriggio dovete prendere il tram evitate il numero 3...
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In questi giorni non si fa che parlare di Alitalia. Ormai tutti sappiamo che è in crisi, che è stata gestita male, si sono fatti un sacco di sprechi, che pagheremo noi contribuenti ecc. ecc.
Solo una cosa non la dice nessuno: i responsabili di questo sfascio, chi sono? I piloti e le hostes? O tutti i dirigenti che si sono succeduti in questi anni? I dirigenti, direte voi ingenuamente. Bravi polli. E allora perchè non sono loro a perdere il posto invece di piloti, hostes, operai, impiegati, ecc. ecc....
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Oggi ha fatto una bella riflessione. Sai quando stai bene sul lavoro? Quando te ne devi andare. Mi spiego: immagina che ti è arrivata la lettera di trasferimento in cui la Direzione, gentilmente, ti informa che tra sei mesi devi andare a lavorare in un altro posto (dove, non importa tanto è un sogno) e adesso immagina te che il giorno dopo vai a lavorare. Come ti senti? Come vedi i colleghi? Come ti sembrano le piccole beghe di tutti i giorni per le quali fino ad ieri non ci dormivi la notte e magari ti facevano stare così nervoso che finivi per litigare con la moglie/marito/compagna/compagno/amante (amante, chissà perchè, è lo stesso sia al maschile che a femminile... tutte le fortune). Come ti senti, dicevo. Te lo dico io come ti senti: benissimo. Perchè se sai che devi andare via diventi distaccato e delle piccole cazzatelle di tutti i giorni non te ne frega niente e stai bene, magnificamente bene. Ecco svelato il segreto per vivere bene sul lavoro.
Se poi questo segreto lo applichi anche alla moglie/marito ecc. ecc. stai ancora meglio. Per non parlare se lo applichi anche a te stesso...
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Quella sera, uscendo dalla fabbrica, si sentì stranamente felice. Sì, stranamente, perchè non c'era nulla nella sua vita che potesse far pensare alla felicità. La fabbrica era in passivo, e lui era il primo della lista per la cassa integrazione, il mal di schiena era aumentato, quel mese non era riuscito a pagare il condominio, il figlio era disoccupato e a casa (tanto per cambiare) le cose non andavano affatto bene. Eppure, quella sera si sentiva felice, come non lo era da tanto tempo. Guardò la luna, respirò profondamente e disse: "ma chi se ne fotte!" poi, di buon passo, si avviò verso la cantina dei quattro formaggi...
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Dopo anni e anni passati sulla montagna più alta del mondo, il vecchio eremita si sedette davanti alla sua umile capanna e, ad alta voce, disse: "Ho capito!".
Poi, scoppiò a ridere...
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L'ufficio del direttore è il più bello di tutto il Ministero. Si trova all'ultimo piano e dalla finestra si vede tutta la città. C'è una scrivania immensa e una poltrona che da sola costa più di tutto il mobilio di casa mia. Io cerco di andarci il più possibile. Ogni occasione è buona. Che devo farci, mi piace. Oggi, per esempio, ci ho fatto due ore di straordinario: è stato bellissimo. Lei si è presentata con le calze a rete e la minigonna, ci siamo chiusi dentro e ... vi lascio immaginare. Quando se n'è andata ero senza forze come un impiegato di quarta categoria dopo dieci minuti di lavoro. Mi sono seduto sulla potrona e ho messo i piedi sulla scrivania. Stanco ma soddisfatto. Eh sì, ha ragione il direttore, quando si lavora duro, si hanno sempre delle grosse soddisfazioni.
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La cosa più importante che imparai all'Università è che meglio fare il bidello che il professore. Ma, si sa, i giovani sono stupidi e così oggi mi ritrovo a insegnare lettere in una scuola media. Guadagno appena qualche centinaio di euro in più rispetto ai bidelli ma in compenso mi faccio un c*** così con i ragazzi viziati, i genitori viziati che viziano i figli, la preside che si crede Berlusconi, i colleghi cinquantenni che fanno i galletti con il viagra in tasca, il segretario che per farmi la ricostruzione di carriera si aspetta che gliela dia (insieme a un migliaio di euro, e perchè no?)... Non c'è che dire: la cultura ti cambia la vita!
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Lo sapevo che prima o poi sarebbe successo. E' bastato un attimo di distrazione e, TACCHETE, la sua mano si è posata sul mio... bè, voi avete capito dove. E così sono stata costretta a licenziarmi. Che potevo fare? Fare finta di niente? Ci avrebbe riprovato e sarebbe stato peggio. Mollargli un ceffone? Avrebbe detto chissà quale bugia e mi avrebbe licenziato lo stesso.
Ora, a trentasette anni e un marito precario, mi ritrovo di nuovo senza lavoro. Proprio adesso che la Giulia deve fare la prima comunione. Non ci voleva proprio.
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La notizia è di oggi: operai scioperano perchè per andare in bagno bisogna timbrare il cartellino.
Mi è venuto in mente di quando lavoravo alla "Smerdy com" e Gargiulo, il lecchino della Direzione, si nascondeva dietro i pilastri del capannone per controllare se lavoravamo. Che bel periodo. Passavamo il tempo ad escogitare sistemi per fregarlo. Una volta ci siamo perfino inventati un manichino che mettevamo al nostro posto mentre noi ce ne andavamo a fumare negli spogoliatoi. Era divertente. La giornata passava che era un amore e tornavi a caso soddisfatto.
Ma tutte le cose belle finiscono presto.
Un brutto giorno Gargiulo è andato in pensione e al suo posto hanno messo un tipo che veniva da fuori, un certo Beneduce, uno di quei bonaccioni che si fanno i fatti propri e che gli interessa solo che il lavoro sia fatto bene; dopo puoi fare quello che ti pare. E così abbiamo smesso di fare gli scherzi e siamo diventati tutti un pò più tristi. Nemmeno a fumare andiamo più.
Del resto il fumo, si sa, fa male!
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Quando torno a casa dal lavoro non ho voglia di vedere nessuno. Non sopporto niente, neanche un piccolo screzio o il più insignificante dei rumori. Dopo una giornata passata al tavolo anatomico penso di aver assolto alla mia dose di sofferenza quotidiana. Basta. Voglio solo stare tranquillo, stravaccato davanti alla televisione con una birra in mano.
Per questo mi sono separato. Lei non mi capiva. Appena varcavo la porta di casa mi aggrediva con bollette da pagare, rubinetti che gocciolavano, bambini che non avevano fatto i compiti, mentre io avevo ancora negli occhi i cadaveri che avevo sezionato e nella gola l'odore acro della formaldeide.
A un certo punto è arrivata la rottura e ognuno se n'è andato per la sua strada. In tanti anni non mi è mai mancata. Sto bene così. Quando voglio una donna, la pago. Senza complicazioni sentimentali e altre stronzate di questo genere. Anzi forse faccio anche un'opera di bene. Mettiamo il caso della signora Luisa. Da quando la frequento non va più per strada. Dice che la pensione di reversibilità e quello che le dò io le basta per andare avanti e si accontenta. A volte ci vado anche quando non ho voglia di sesso. Lei mi prepara due freselle col pomodoro, io mi guardo il telegiornale alla TV, gioco un pò con i nipoti (la figlia fa il turno di notte e lei glieli mantiene) e alle dieci me ne vado. Un grappino sotto casa e poi dritto a letto.
Eh sì, in tanti anni, mia moglie non mi è mai mancata.
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Il momento più bello della giornata è quando finisco il turno e vado a fare la doccia. Sì, avete capito bene, non quando torno a casa ma quando faccio la doccia. E' la cosa più bella di tutta la giornata. A casa mi aspetta altro lavoro: far da mangiare, pulire, accudire i ragazzi, preparare le colazioni per il giorno dopo. No, sto bene veramente solo quando faccio la doccia in fabbrica. Lì nessuno mi rompe, neanche le compagne. Sono stanche anche loro e ognuna pensa solo a sè stessa. Dopo che mi sono insaponata per bene mi fermo e rimango immobile come una statua. Mi lascio scorrere l'acqua addosso e mi metto a fantasticare le cose più strane. Oggi, per esempio ho immaginato di essere nel film Colazione da Tiffany e mi è venuto un groppo in gola. Eh sì, mi commuovo ancora, chi l'avrebbe mai detto? E sapete perchè? Perchè penso che tutti, almeno una volta nella vita, abbiano diritto a baciarsi sotto la pioggia, ad avere un gatto e chiamarlo "gatto" e conoscere qualcuno che li guarda negli occhi e gli dice: "ci si innamora, a questo mondo".
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Un giorno ero seduto su una panchina a piazza Medaglie d'oro quando, improv-visamente, un piccione mi cagò in testa. Porta bene, dissi al tipo stempiato seduto accanto a me, e abbozzai un sorriso stitico. Dentro di me però ero incazzato nero. Maledetto piccione, pensai, verrà un giorno che volerò così in alto che sarò io a cagare in testa a te.
Ecco, a questo pensavo il giorno in cui siamo saliti sula torre. Pensavamo di buttarci giù, io e Luigi. Gli altri credevano che fosse tutta una sceneggiata ma noi due eravamo decisi: o ci ridavano il nostro posto alla "Schift and Bell" oppure ci saremmo lanciati dalla grande torre che sovrastava gli stabilimenti. Per questo ce ne stavamo senza parlare, ognuno assorto nei suoi pensieri.
Ai piedi della torre, i compagni, il sindaco, il prefetto, i poliziotti erano tanti puntolini insignificanti. Perfino la fabbrica sembrava una casetta di marzapane.
Ad un tratto, guardando giù, vidi un piccione volare con aria spavalda...
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Inviato da: EssenzaLibera1
il 14/10/2008 alle 18:03
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il 08/10/2008 alle 19:34
Inviato da: protassio
il 15/09/2008 alle 20:47
Inviato da: pinguina_felice
il 12/11/2007 alle 10:48
Inviato da: ondadgl5
il 11/11/2007 alle 07:15