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Meno cassa integrazione, più soldi per la ricollocazione

Post n°14 pubblicato il 12 Aprile 2013 da Fondata_Sul_Lavoro
Foto di Fondata_Sul_Lavoro

Ciao a tutti, pubblico volentieri questo articolo apparso su "Lavoratorio.it", un portale dedicato alla ricerca di occupazione. Saluti... Marcello.

Meno cassa integrazione, più soldi per la ricollocazione

di Andrea Monaci

In questi giorni di corto circuito politico per la formazione del nuovo governo alcune notizie allarmanti sono purtroppo passate in secondo piano. La più grave è quella relativa alla mancata copertura finanziaria di alcuni ammortizzatori sociali. Ci riferiamo in particolare alla cassa integrazione in deroga, strumento che offre un paracadute, seppur limitato nel tempo, alle imprese che non possono usufruire della cassa integrazione ordinaria e straordinaria e sotto i 15 dipendenti. La cassa integrazione in deroga deve essere autorizzata dalle Regioni.
 
La cassa integrazione in deroga doveva essere uno strumento “straordinario” e con applicazione limitata, invece ha finito per essere utilizzata in forma massiccia: nel biennio 2009-2010 lo Stato ha stanziato per la cassa in deroga qualcosa come 5,35 miliardi, di cui 1,4 presi dal fondo per l’occupazione e 3,95 dal fondo per le aree sottoutilizzate, mentre le Regioni hanno contribuito per 2,65 miliardi attinti dalle risorse del Fondo Sociale Europeo.
 
Tornando alla situazione odierna, secondo un calcolo del sindacato Uil, per il 2013 per la cassa integrazione in deroga sono stati finora stanziati 520 milioni di euro a fronte di una previsione di oltre 1,5 miliardi. In questa situazione si corre il rischio di accelerare le già rapide crisi aziendali che da nord a sud stanno portando a rapidi incrementi della disoccupazione. Gli ultimi dati Istat parlano chiaro: si procede con una media di oltre 90mila occupati in meno al mese.
 
La verità è che la cassa integrazione in deroga come altri ammortizzatori sociali, sia passivi che attivi come ad esempio gli sgravi contributivi che avrebbero dovuto sostituire i contratti d'inserimento, sono finiti nel “limbo” dovuto alla non completa applicazione della riforma Fornero, la Legge 92/2012. In particolare, la cassa integrazione in deroga sarà eliminata per essere sostituita (come indennità di disoccupazione e mobilità) dall'ASPI, l'assicurazione sociale per l'impiego per la quale l'entrata in vigore a regime definitivo è prevista solo per il 2017.
 
La scelta di sostituire la cassa in deroga con l'Aspi è una scelta francamente incomprensibile, a parte per l'economia di risorse che si pensa di ottenere. Perché non sostituirla invece con strumenti attivi di sostegno a chi ha perso il lavoro? Ad esempio con un istituto che destini parte delle risorse erogate ad un percorso obbligatorio di ricollocazione professionale.
 
In realtà uno strumento ci sarebbe: sono i Fondi Bilaterali di Solidarietà, previsti dalla Legge per le aziende che non possono usufruire degli ammortizzatori ordinari e che ora si vedono private anche del paracadute della cassa integrazione in deroga. Le risorse dei Fondi Bilaterali di Solidarietà  potrebbero essere destinate a progetti di ricollocazione professionale, specie se potenziati dall'integrazione con le risorse dei Fondi Interprofessionali.
 
Non è fantascienza, è solo buon senso. Strumenti che non mirino ad una ricollocazione effettiva del lavoratore, oltre che al suo temporaneo sostegno economico, sono destinati ad aggravare la situazione di disgregazione sociale e complessivo declino del paese.

 
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