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“Storia Continua adotta il tuo ebook”, ha adottato "Il tempo degli eroi" di Bianca Fasano

Post n°124 pubblicato il 01 Luglio 2022 da fasanobi
 
Foto di fasanobi

Sicilia. (Cos’è “Storiacontinua?” Non facile da dirsi in due parole. In sintesi offre “Guide erisorse per orientarti nel mondo della letteratura online”. Il che, diquesti tempi di self-publisher non è poco: “Puoi imparare come fare peri tuoi racconti una promozione dell’Altro Mondo, grazie ai suggerimenti dei piùimportanti scrittori, self-publisher ed esperti di marketing a livellointernazionale”. Promette.

Per noi che stiamo indagando sul mondo di chi “sognail grande editore”, un settore da verificare.

Dove si nasconda e come si offra agli autori il grandeeditore è un insieme complesso, di cui la maggioranza degli scrittori italianied esteri non vedrà mai una opportunità utilizzabile. Intanto c’è chi, comeSonia Lombardo (autrice, tra l’altro, di: “I Metadati per i tuoi Ebook: comehackerare l'algoritmo di Amazon con le giuste parole chiave”), nel mondodell’editoria naviga alla grande e con “Storia continua” è decisa ad offrirequalche possibilità anche a chi, con quel mondo, ha in comune soltanto lavoglia di pubblicare. In self-publisher, assolutamente.

Ecco che, tra le offerte, decide di ospitare ogni meseautori che lo hanno scelto:” L’idea l’ho rubata a Writer’s Dream, chel’ha rubata ad Alessandro Girola del Blog sull’Orlo del Mondo, che a sua voltal’ha soffiata a Gianluca Santini, ma in fondo non si tratta che di rispettarela regola n°4 dell’iniziativa “Adotta un Ebook”, regola che impone il passaparola.

AncheStoria Continua ha deciso, non solo di diffondere l’iniziativa, ma di aderirein pieno, seppur contravvenendo alla prima regola del gioco: “scegliere unsingolo ebook”. Infatti, come già anticipato su Facebook, vorrei aprire propriouna casa famiglia per ebook orfani dei canali pubblicitari mainstream. E, così,ne prenderò in affidamento uno o due al mese, con tanto di post dedicati, foto,citazioni e link alle pagine di vendita”.

Questomese di giugno l’adozione è andata al “Iltempo degli eroi”, della giornalista Bianca Fasano, che la suapubblicazione in cartaceo in effetti l’ha già avuta molti anni fa per icaratteri della “Riemma Editore” di Castiglione della Pescaia raccogliendoanche consensi sia di pubblico che di premi letterari.

Eccolo(in parte), come ce lo descrive “Storia continua”: “Il Tempo degli Eroi”, il nostro Ebook in Adozione del mese, è unromanzo di Bianca Fasano; Il tempo degli eroi, per Bianca èl’Italia del 1963, un’Italia ignara degli episodi drammatici che prestoavrebbero travolto vite intere, infrangendo sogni e speranze. Il romanzoinfatti copre un arco di tempo che va da poco prima della tragedia del Vajontfino a poco dopo l’assassinio di J. F. Kennedy. Ma non lo fa in modo lineare.

Leintrusioni dell’autrice, le sue considerazioni, si alternano a un io narrantein prima e terza persona che si alimenta di pensieri sospesi, di riflessionipersonali quasi da dialogo interiore, usando, a tratti anche la semplicecronistoria degli eventi.

Linguaggie stili dunque si combinano come ci si aspetta dalla penna di una giornalistadi frontiera come Bianca Fasano, corrispondente del Roma e successivamente delMattino, ma anche docente di disegno e storia dell’arte, esperta in grafologiae fisiognomica.

Dunque,il suo scrivere diventa simile a dipingere: “Conta il colore, conta lapennellata, interessa soltanto che l’insieme sia arte”. La storia alloraparte dal di dentro, dalla vita intima di ogni singolo personaggio, i lorodestini finiscono per intrecciarsi finché tutta l’opera emerge prepotentementedalla carta, come ha scritto Stefano Musco: “Più che personaggi,gli eroi del romanzo sono così veri da non sembrare frutto della fantasia;sfogliando le pagine si soffre e gode con loro, sono uomini e donne, quelli delromanzo, cosi vicini al lettore da sembrargli quasi tangibili”.

Eper raggiungere questa “tangibilità”, per assurdo Bianca oggi ha scelto ildigitale: “Vengo da un trascorso di pubblicazioni cartacee, a mezzo editori,anche di una quotazione non indifferente, eppure sono divenuta una assertricedegli ebook e del self-publishing. Non potrò mai dimenticare le parole di unmio collega, Luigi Valletta del Roma, che mi diceva: gli articoli sonofarfalle. Ed è vero. Ammesso che qualcuno li legga, hanno vita brevissima.Quelli virtuali, invece, restano sul web e si possono rintracciare anche in spazi/tempodifferenti. In teoria sono meno veri, in pratica sono più duraturi”.”

Questigli ebook adottati nel 2022: Maggio 2022 “UnUragano dai Capelli Rossi” di Angela C. (pubblicato con AmazonKDP).

Marzo2022 “Come è profondo ilMale” di Guido Rojetti (pubblicato con Amazon KDP).

Ottobre2020 “Lovid-19, storiadi una (quasi) guarigione” di Elena Soprano (pubblicato con AmazonKDP).

L’invitoè aperto ad altri scrittori e testi che potranno essere valutati: “Se anche voi avete un ebook chevorreste affidare alle cure di questo sito, non dovete fare altro che lasciareun commento o contattarmi, per richiedere la vostra promozionegratuita.
L’unica regola darispettare, che stavolta non ammette eccezioni, è l’autoproduzione: gli ebookdevono essere tutti rigorosamente frutto di autopubblicazione.

Allora,fatevi avanti!”

Insomma,se volete saperne di più sul “self-publishing” o sulla “stampa on-demand”, queiservizi di editoria che consentono agli autori di pubblicare il proprio librosenza alcun costo iniziale e in tiratura limitata al numero di copieeffettivamente richieste dai lettori, potete rivolgervi (tral’altro),”Storiacontinua.com.” Sempre “in attesa del grande editore!”

AngeloBuonarroti.

 

 

 

 
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Napoli. IL PESCE D’APRILE AGLI AVVOCATI – di Pasquale D’Aiuto, avvocato

Post n°123 pubblicato il 02 Aprile 2020 da fasanobi
 
Foto di fasanobi


 

Ditemi che è soltanto un pesce d’aprile. Vi prego, ditemelo e convincetemi. Perché quest’oggi assisto, attonito, alla corsa caotica, a colpi di click, da parte di migliaia e migliaia di persone che hanno conseguito un diploma, una laurea in Giurisprudenza, hanno svolto pratica forense ed ottenuto un’ardua abilitazione, all’accaparramento dell’obolo di € 600,00 (pure, inizialmente non previsto!) graziosamente concesso con il c.d.Decreto Cura Italia (D.L. n. 18 del 17.3.2020, così come integrato con Decreto del 28.3.2020 dei Ministeri del Lavoro e delle Politiche Sociali e dell’Economia e delle Finanze).

Parlo degli Avvocati, categoria professionale liberale e nobile, esistente da quando è in piedi una società che si possa dire civile, attori principali del sistema Giustizia come i Magistrati, baluardo per la tutela e l’implementazione  dei diritti. Parlo di esseri umani che hanno puntato le proprie fiches su un corso di studi polivalente, per trovare il proprio posto nel circuito produttivo e rendersi utili al mondo.

Però,evidentemente, nella nazione sbagliata.

Gente che, in paesi seri, dovrebbe nutrire serene prospettive di medio-lungo periodo e che, al contrario, in questo surreale posto che è l’Italia – ma per prudenza,in base alla mia personale esperienza, preferisco limitarmi al meridione d’Italia, che è anche Roma, per intenderci – spera di buscarsi qualcosa dallo Stato, quando e se arriverà, perché avrà fornito dimostrazione alla propria previdenza privata di aver passato anni difficili, di non aver affatto ingranato con la professione o, addirittura, di non aver più una partita iva.

Ma questo è meno del breve periodo: questo è campare alla giornata.

Sì,perché vi sfido: più a monte, provate a raccontarmi che, in fondo, questo Paese non abbia poi convinto noi Avvocati che la nostra quintessenza fosse proprio quella del campare alla giornata. Raccontatemelo ma poi, un attimo dopo, motivatelo con ragioni solide, perché io farò fatica a starvi dietro. Perché io credo sia proprio così: noi siamo una categoria da distruggere, i paria della società.

Noi siamo residuali.

E lo saremmo anche se parlassimo, oggi, non di seicento ma di seimila o sessantamila euro per ciascun Avvocato, perché l’unico “bonus” che potrà salvare il fondamentale comparto della Giustizia dovrà consistere in un’autentica rivoluzione concettuale, a partire dal nostro ruolo.

La verità è che ormai siamo abituati a concepire la nostra professione come una gara ad ostacoli o, per restare in tema, come un’emergenza continua, un po’come il virus di questi tempi. Noi siamo continuamente in quarantena, questa è la verità. Noi siamo reclusi – sì, da sempre e non solo in questi giorni – a causa di barriere politiche, sistemiche, ideologiche ma concretissime.

E lo siamo a partire da corsi di studio affollati, aperti a chiunque – anche a coloro che non sanno cosa fare della propria vita dopo il diploma –  e, spesso, senza uno sbocco preciso; poi, da pratiche forensi disorganiche, molto spesso povere di contenuti, cronicamente legate alle solite materie divenute una sorta di ammortizzatore sociale (penso alla r.c.a.), con compensi da fame o senza alcuna forma di corrispettivo. Pratiche che, assai spesso, non si concludono mai veramente e sfociano in collaborazioni atipiche non regolamentate, generando migliaia di professionisti poveri, timorosi di spiccare il salto e prendere ad essere realmente autonomi – realmente professionisti! – e bisognosi, quasi fisiologicamente, di conforto, controllo,rilettura, assenso da parte di un dominus. Una demolizione psicologica, prima che economica.

E poi, penso all’esame d’abilitazione che (e mi perdonino i commissari seri e preparati che ho incontrato nella mia vita), continua a sembrare un terno al lotto. Con i testi nascosti negli zaini, gli smartphone, la speranza di un aiuto esterno, quando basterebbe pretendere l’impegno degli aspiranti Avvocati,consentire loro l’utilizzo dei codici commentati con la Giurisprudenza e di impedire realmente l’adozione di trucchetti da ragazzini – che costituiscono illeciti penali, a ben vedere.

Forse,prima ancora, la facoltà di Giurisprudenza dovrebbe tornare a fare selezione (a partire dal numero chiuso) o, almeno, a indirizzare verso una prospettiva, come la libera professione o i concorsi.

Poi penso alle udienze, che quasi sempre sono affollatissime perdite di tempo e che sovente vantano l’unico beneficio di incoraggiare la socialità e di sostenere l’economia dei bar nei pressi degli Uffici Giudiziari, a suon di caffè e chiacchiere ai tavolini. Quali udienze? Ma noi Avvocati le conosciamo bene: innanzitutto,quelle di mero rinvio (perché il Giudice non è riuscito ad emettere un provvedimento, perché mancano i testimoni, perché una notifica è andata storta e chi più ne ha, più ne metta); poi, l’udienza che segue quella di comparizione delle parti nel caso (leggasi: sempre) di richiesta della concessione dei termini c.d. istruttori; quella di conferimento dell’incarico al Consulente Tecnico d’Ufficio, che presta giuramento; quella di precisazione delle conclusioni,spesso reiterata per ragioni, sovente, oscure (o, forse, ben chiare)… si accettano suggerimenti. Parlo da civilista, naturalmente: tutto tempo che potrebbe essere dedicato allo studio, al tempo libero. Alla famiglia.

Poi,penso agli importi ingenti che dobbiamo destinare, sin dall’iscrizione all’albo,anche senza un reddito effettivo ed in modo affatto proporzionato e scalare,alla nostra previdenza sociale, pur gravata da tutte le sue ben note incongruenze.

Ma non è solo questo: è molto, molto di più. Questa elemosina di 600 euro assume le vesti di una beffa, contentino inaccettabile ed odioso per una vita(professionale ma non solo) di assurdità conclamate. Penso, ad esempio, al fatto che un soggetto, se non ha un reddito “regolare”, può intentare una causa civile senza rischiare concretamente nulla – lasciando a bocca asciutta la controparte e l’Avvocato avversario, oltre che, molto probabilmente, anche il proprio (dura, spiegarlo ai non addetti ai lavori; vero?). Penso alle società che scompaiono (anzi: che divengono inattive), lasciando capitale e patrimonio azzerati ma tanti debiti, nei confronti dei fornitori quanto degli Avvocati e dei professionisti in genere.

Penso alle procedure concorsuali inutili; alle esecuzioni mobiliari in cui le case private sono sempre chiuse, in cui addosso, il debitore, non ha nemmeno un orologio oppure in cassa non c’è mai un euro da pignorare; a quelle immobiliari che durano un’eternità e costringono chi le ponga in essere ad esborsi enormi che, spesso, non vedranno rimborso; ai pignoramenti presso terzi (quando possibile) ove sovente non v’è nulla o quasi da ricavare perché il terzo non c’è più o perché il suo debito è poco o nulla; ai ricorsi per decreto ingiuntivo che potrebbero essere sostituiti da ingiunzioni qualificate degli Avvocati; a tutti quei contratti che sarebbero facilmente, e con competenza,stipulabili senza l’assistenza di altri professionisti – le compravendite immobiliari, per esempio ma sovvengono alla mente anche i c.d. passaggi di proprietà dei veicoli – e, più in generale, allo scandalo della negazione, pressocché assoluta e davvero incomprensibile, della facoltà di autenticare le sottoscrizioni!

Penso alla patologica mancanza di meritocrazia. Agli incarichi milionari concessi in base a graziose discendenze e giuste amicizie. Ai mandati professionali da parte degli enti pubblici che vanno sempre agli stessi.

Penso all’incredibile assenza di qualsiasi riferimento alla figura dell’Avvocato nella nostra Costituzione!

E poi, ritorno con la mente al dileggio generale nei confronti  della categoria: gli Avvocati rubano, perdono tempo, provocano la prescrizione, sono incompetenti, godono nel ritardare le decisioni, sono degli azzeccagarbugli, raccontano fandonie, si arricchiscono sfruttando i clienti, si vendono all’avversario… chiunque può, a chiunque è concesso gettarci fango addosso, impunemente. La vulgata è che noi siamo cattivi. Sui social, in strada, persino nelle dichiarazioni (anche molto recenti) di qualche… illuminato ed autorevole giurista. Non aiuta,bisogna dirlo, la politica adottata da più d’un ministro della Giustizia oppure l’insipienza di qualche soggetto capitato, per puro caso, all’apice del nostro settore.

Gli Avvocati sono carne da macello, spara addosso al leguleio, dagli all’untore.

So bene che, in qualche caso, il dileggio è meritato. Penso ai colleghi (minuscola voluta) che offrono pubblicamente la propria attività (minuscola voluta) gratis o quasi – con ciò, violando il principio di lecita concorrenza – o che, per esempio, incoraggiano azioni nei confronti dei medici che agiscono nell’estrema difficoltà di questi tempi grigi.

Ma siamo 250.000 e passa (troppi, troppi)! Per la stragrande maggioranza perbene,coraggiosi, preparati, in buona fede. Penso al sorriso, alla bravura ed alla disponibilità dei Colleghi che vedo quasi ogni giorno (Antonietta, Gianluca,Roberto, Alessio, Elio per fare qualche nome, perché non siamo numeri!) e, più in generale, alla correttezza, alla serietà, al fair play di quelli che incontro sulla mia strada, innanzi alle eccezioni ed alle strenue argomentazioni, alla loro capacità di scorgere la cesura tra la difesa del Cliente ed i rapporti personali.

Quanto è difficile, tutto questo! Quanto è difficile e miracoloso comprendere che l’inderogabilità del mandato difensivo ed il rispetto reciproco possano coesistere – anzi,considerare la prima una parte fondamentale del secondo.

In definitiva e senza dilungarmi oltre, ecco perché vorrei tanto che questa storia dei 600 euro fosse un pesce d’aprile: perché, qui, bisogna rifondare la Giustizia, non elargire oboli. Perché non esiste alcuna programmazione rispettabile e seria delle vite di centinaia di migliaia di Legali; perché chi deve non adotta riguardo per le loro anime, le loro aspirazioni, le loro famiglie ed ora, difronte all’ultimo atto di un’emergenza continua, frutto di scelte scellerate e di prassi assurde che solo in minima parte qui sono state citate, non si può più tacere. Perché non c’è merito, cultura, cura. Perché si deve, prima di tutto, riabilitare la professione dell’Avvocato. Perché noi siamo senza futuro e lo eravamo ben prima di questa emergenza mondiale.

Il teatro è finito e quest’ultima farsa ha disvelato il trucco. Oggi, primo di aprile, abbiamo patito lo scherzo più atroce. Speriamo sia l’ultimo.

Avv. Pasquale D’Aiuto.

 

 
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Voci dal passato gratis

Post n°122 pubblicato il 30 Gennaio 2020 da fasanobi
 
Foto di fasanobi

Voci dal passato ha tanto da dire per chi lo legge. E' GRATUITO nella settimana dal 27 gennaio 2020 al 3 febbraio 2020. Auguro una buona lettura. L'autrice. Il testo di Bianca Fasano è stato pensato e scritto dall'autrice in un corpo unico, anche se nella sua prima elaborazione cartacea si è inteso sveltire la lettura con una pubblicazione in quattro volumetti. Esso segue una traiettoria disuguale tentando di recuperare, dall'apparente irrazionalità della tesi parapsicologica, una serie di percorsi logici o passibili di studio Il filo funzionale partendo da asserzioni di difficile comprensione, anche mediante "l'immersione", parziale in metodiche affini alla parapsicologia o ad essa contrastanti, conduce il lettore ad acquisire un personale parere sulla credibilità concettuale ideologica e/o fisica della scienza parapsicologica e dei fenomeni ad essa collegati. L'individuazione della linea di sviluppo nell'opera è restata, nella sua composizione univoca, la stessa dei quattro libri cartacei, perché siano di più facile interpretazione i concetti espressi. La prima parte contiene una presentazione dell'autrice, scritta allo scopo di rendersi psicologicamente più comprensibile e risente di una rilettura attualizzata alla pubblicazione in e book così come tutto il percorso dell'opera in cui interventi "attuali" chiariscono e danno anche forza a quanto scritto in precedenza. I capoversi prendono il via dalle principali motivazioni che possono spingere l'uomo alla ricerca del paranormale e le deduzioni successive propongono risposte anche al quesito se risulti positiva o negativa al fine del vivere quotidiano, la ricerca di un'anima immortale, rispetto alla vita materiale e caduca che conduciamo. Nella parte successiva, sonda l'irrazionale, allo scopo di offrire un quadro complessivo di cosa possa realmente considerarsi "scontato e sicuro" nella vita di ogni individuo, per quanto concerne la realtà sociale, scientifica, religiosa e storica e propone alcune esperienze medianiche dell'autrice. L'opera è anche dedicata al tentativo di "sciogliere", fondendo le conoscenze specifiche con le metodologie parapsicologiche, un enigma umano del passato, legato al famoso "processo Murri" e verificare la possibilità che gli spiriti possano effettivamente partecipare alla nostra vita umana, con una presenza costruttiva, benché la legge preveda che "Mors omnia solvit", ossia che con la morte fisica ogni legame sia sciolto. Le ultime fasi del lavoro raccolgono esperienze medianiche vissute dall'autrice in prima persona, anche rispetto alle realtà attuali del mondo sociale e storie raccolte nel corso di un compito di ricerca durato anni e che ancora dura, che pongono le basi per una più ampia indagine dei "milioni di fatti inspiegabili" che ogni giorno, spesso in sordina sono registrati passando sotto silenzio, nella nostra realtà fisica. L'interesse suscitato dalle tesi che il lavoro propone, offre un apporto importante al mondo della ricerca parapsicologica ed un affascinante testo di lettura per tutti. Rivisitato per la sua seconda versione cartacea.

 
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“La vicenda umana e professionale dell’Avv. Giorgio Ambrosoli: quale lascito?”

Foto di fasanobi

Venerdì 22 marzo 2019, dalle ore 9:30 in due moduli temporali, presso il Teatro Comunale Mario Scarpetta in Sala Consilina (SA), Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno, Banca Monte Pruno, Credito Cooperativo di Fisciano, Roscigno e Laurino e Comune di Sala Consilina, con il patrocinio del co-organizzatore Ordine degli Avvocati di Lagonegro e l’ulteriore patrocinio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno, presentano: “La vicenda umana e professionale dell’Avv. Giorgio Ambrosoli: quale lascito?” Modulo delle ore 9:30 Destinato agli studenti dell’I.I.S.S. “Marco Tullio Cicerone” di Sala Consilina – con l’intento di ospitare, in futuro, altre scuole – ed in coincidenza quasi perfetta con la “Festa della legalità” indetta, per il 19 marzo, dalla Regione Campania in memoria di Don Peppino Diana. Saluti e ringraziamenti da parte dell’Avv. Nicola Colucci, Foro di Lagonegro e dell’Avv. Pasquale D’Aiuto, Foro di Salerno, ideatori dell’evento; saluti da parte del Sindaco di Sala Consilina, Avv. Francesco Cavallone, del Dirigente Scolastico Dott.ssa Antonella Vairo e della Prof.ssa Anna Colucci. Ulteriori, eventuali interventi. Presentazione del periodo storico e dell’Avv. Ambrosoli a cura del giornalista Geppino D’Amico, moderatore della mattinata; spettacolo, nella forma del teatro-canzone, intitolato “GiorgioAmbrosoli”, di e con Luca Maciacchini (durata:70 minuti). A seguire, libero contributo di professori ed allievi, sul palco del Teatro. Chiusura entro l’orario scolastico. Modulo della ore 16:00 Destinato a chiunque vorrà partecipare. In particolare, concepito in favore degli Avvocati accorsi, cui saranno riconosciuti n. 4 crediti formativi, di cui n. 2 di deontologia. Con la moderazione dei giornalisti Geppino D’Amico ed Erminio Cioffi. SALUTI Avv. Nicola Colucci, Responsabile per il Vallo di Diano Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno. Dott. Raffaele Battista, Presidente Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno. Avv. Pasquale D’Aiuto, Segretario Associazione Giorgio Ambrosoli Salerno. Avv. Francesco Cavallone, Sindaco di Sala Consilina. Avv. Gherardo Cappelli, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Lagonegro. Avv. Americo Montera, Presidente del Consiglio dell’Ordine degli Avvocati di Salerno. Arch. Gelsomina Lombardi, Assessore alla cultura del Comune di Sala Consilina. Replica dello spettacolo “Giorgio Ambrosoli” di e con Luca Maciacchini RELAZIONI sull’esempio e l’opera professionale dell’Avv. Giorgio Ambrosoli: --- Dott. Michele Albanese, Direttore Generale Banca Monte Pruno, Tutela del risparmio e trasparenza bancaria. --- Prof. Avv. Giovanni Capo, Ordinario di Diritto commerciale presso l’Università degli studi di Salerno, Figura e ruolo del commissario liquidatore. --- Dott. Gianfranco Donadio, Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Lagonegro, “Briganti e gentiluomini”. Attività formativa accreditata dal CNF ai fini della formazione professionale continua (n. 4 crediti, concessi dall’Ordine degli Avvocati di Lagonegro, di cui n. 2 in deontologia). Ingresso libero. Registrazione Avvocati all’ingresso ed all’uscita. Segreteria Organizzativa: Avv. Nicola Colucci, Avv. Pasquale D’Aiuto. Info www.giorgioambrosolisalerno.wordpress.com.

 
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Leggere

Post n°120 pubblicato il 28 Febbraio 2019 da fasanobi
 
Foto di fasanobi

I MIEI LIBRI. Sono immersa nei libri da piccolissima, mi hanno fatto compagnia nelle ore in cui ero costretta a letto. Ho fatto confusione tra i personaggi di D'Annunzio e quelli della mia vita di ogni giorno. Ho scritto libri, letto libri, recensito libri e creato copertine per i libri. Ho anche perduto un mare di libri annegati nel mio passato. Certamente, però, mi hanno forgiata, tanto di più quelli che ho dovuto abbandonare e, come fantasmi, si riaffacciano di tanto in tanto alla memoria. Amo i miei "interlocutori muti", che non restano mai uguali e parlano, invece, tanto, sempre con parole uguali, sempre con parole mutate dal fatto che sono cambiata io che li rileggo o li ricordo. Non riesco ad immaginare come si possa crescere senza di loro, fisici o in ebook. Conservo il ricordo dell'odore di nuovo che avevano i libri acquistati per la scuola e il ricordo dell'odore dei libri antichi della biblioteca Nazionale di Napoli e delle altre biblioteche che ho visitato per studio, quando google e i suoi derivati ed internet neanche era nell'iperuranio di Platone. Conservo il ricordo dei libri della biblioteca di mio padre, che spaziavano dalla letteratura alla fisica, dalla statistica al "Come giocare e vincere al poker", dagli "uccelli canori", al "I Purosangue da corsa", fino ai romanzi degli autori più conosciuti e su tutti, con il permesso di mio padre, ho messo le mani da piccola, lasciandoci il segno della matita, per poi metterci la mente "da grande", lasciandoci il segno della conoscenza. Libri letti in fretta, saltando le pagine, quando, in tempi lontanissimi, si andava a ballare a casa di amici ed io trovavo qualche libro interessante e lo leggevo, quasi fossi una "Ladra di libri", cercando di portare con me immagini di una storia che non potevo possedere tutta. Piango i libri che ho dovuto abbandonare, però sono restati come rimpianto nella mia mente. Tutti mi hanno fatto crescere e divenire quella che sono e i grandi autori del passato, finendo sulle bancarelle a pochi euro, e, a suo tempo, a pochissime lire, mi hanno fatto da monito dicendomi:-"Chi sei tu per credere che il TUO, di libro, possa avere più fortuna del mio?"- Tuttavia scrivo e studio ancora e ancora posseggo vite che non mi appartengono e ancora percorro strade di città che non ho mai visitato e mi immergo in emozioni che non potrò mai vivere e, forse, mai vorrei avere vissute, ringraziando l'autore del libro che le ha vissute per me, ha sofferto, per me, ha conosciuto fatti, storie, persone, memorie, città, mondi, che io non potrò mai conoscere se non attraverso lui. Leggete, leggete libri, leggete poesie, fatelo. Non è detto siano i miei, però, per favore leggete! Bianca.

 
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