Creato da uomosenzaqualita il 04/11/2012

L'uomo senza qualità

Un comune caso di personalità multipla

 

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Hopperiana - I

Post n°6 pubblicato il 12 Dicembre 2012 da uomosenzaqualita


 

 

 

 

 

 

E. Hopper, Nighthawks, 1942

 

Cosa desidera?", chiese il cameriere del Mountaine-Grill, immerso nell'odore di friggitoria, di cavolo e di pollo in salsa indiana, di riso e te' e torta di mele e budini e gelatine, mentre con un panno puliva i tavoli del locale quasi deserto.

C'era solo un altro uomo seduto al tavolo di fronte, con i capelli arruffati sotto un berretto di lana e l'aria dimessa, come il cappotto militare che non era della sua misura.

Lo fissava come lo conoscesse, o aspettasse un saluto o una parola per iniziare una conversazione.

"Non ho la cifra esatta per pagare il conto! Mi serve mezzo pound! Posso restituirlo domani, qui, alla stessa ora!"

"Stanotte parto! - rispose - Ha una sigaretta?"

Si avvicinò. Si frugò in tasca e gli porse un pacchetto. Ne prese una e l'accese, poi lo restituì assieme al denaro che voleva. Quello rimase un attimo ad osservare le monete nella mano aperta poi, con un gesto brusco, le lasciò cadere in quella del cameriere che prese a mormorare, come infastidito per aver perso un sicuro lavapiatti per quella serata.

L'uomo tornò a guardarlo ed accennò qualcosa, ma preferì il silenzio e uscendo salutò con un cenno della testa.

Dietro i vetri il selciato di Portobello Road, lucido e bagnato della nebbia, rifletteva la luce dei lampioni, mentre sul fondo lampeggiava l'insegna dell'Electric Cinema Club e sopra la testa e sul ponte, rombava il tuono sferragliante della metropolitana diretta a Ladbroke Grove.

"Cosa le porto allora?" tornò a chiedere il cameriere.

"Un po' di sole, il cielo blu, o magari il vento!" rispose mentalmente, mentre con la mano gli fece cenno di attendere e quello si allontanò continuando a pulire.

 

 

Il vento! Quello che una volta muoveva l'erba alta di grandi distese, come le alghe di praterie marine, e nuvole bianche che correvano veloci, simili a vele di antichi brigantini, talvolta interrotte da una più scura o nera, come il vessillo della filibusta. Sparavano bordate accostando a dritta, dalla cima di una grande ondata che s'illuminava tutta per la vampa contro il cielo colore del piombo, e il vento urlante che ordinava l'arrembaggio, tra riflessi di sciabole d'assalto, rampini e mezzimarinai sulla fiancata. E la polena sotto il bompresso, dal volto di donna con la bocca aperta in un grido e le braccia protese, mentre veniva giù sfilacciato d'acqua, tutto il sartiame e l'alberatura.

Si chiamava Daviana. Così gli aveva detto, ma poteva non essere il suo vero nome. Veniva da un posto imprecisato, chissà magari proprio da MIlano. Dopo giri attraverso l'Europa, era finita a Londra a fare la cameriera e studiare l'inglese. Aveva una stanza in un quartiere a nord della città, nella strada dove si affacciava una serie di case di un italiano dalla faccia porcina, divenuto famoso per buttare in strada i bagagli e le cose di chi era in ritardo nel pagare l'affitto e non aveva intenzione di pagare in natura.

L'aveva conosciuta una domenica di sole a Portobello, mentre con altre, vendeva ai turisti un quotidiano italiano dalla grande scritta rossa, a cui univa il volantino di un raduno e concerto che ci sarebbe stato.

Lo colpì la sua faccia seria, come di persona con altro a cui pensare, a differenze delle amiche sue, tutte prese da movenze e atteggiamento, così come l'abbigliamento, che faceva tanto "alternativo". Quel qualcosa tra misticismo e orientalismo, e una cert'aria ridente di cui era evidente l'assenza di spontaneità, sotto il velo di una libertà esibita e solo imitata.

A differenza sua, erano tutte studentesse in vacanza, che presto sarebbero tornate a casa, appena finiti i soldi o quando la temperatura sarebbe scesa e il calore di un luogo dove non si paga l'affitto, così come una famiglia, non sarebbero apparsi grigi e noiosi, come sempre succede all'inizio dell'estate.

La vide ridere felice, solo il giorno della manifestazione, mentre per mano marciavano verso Trafalgar Square, dove la moglie di Allende avrebbe parlato a nome del marito, morto nel golpe cileno. E poi la musica e i balli in piazza e l'allegria della festa che invadeva le strade, in quel fiume di fantasia dove nuotano i pesci che confondono i sogni con la realtà.

E ci furono le solite cose che passano tra uomini e donne, baci carezze, persino qualche tenerezza, ma quando lui chiese di restare da lei per la notte, rispose "Solo a dormire".

Non era una girovaga newage, o una studentessa in vacanza con più tempo delle amiche sue. Da dove veniva era dovuta fuggire, per le attenzioni del padre che, con cadenza settimanale, abusava da tempo di lei.

La polena sotto il bompresso gridava e piangeva, col vento che urlava sulla cresta delle onde.

Solo dopo, finita la battaglia, sul mare ritornato calmo, tra tavole spezzate e galleggianti, una ruota del timone e le vele lacerate che si confondevano col bianco della spuma, tornava il silenzio, e in lontananza, laggiù all'orizzonte, oltre il nero delle nubi basse, risplendeva il blu impastato con il rosso, del sole al suo tramonto.

"Qualcosa di caldo!" disse a bassa voce rivolto al cameriere, mentre continuava a fissare la strada e la nebbia gli offuscava gli occhi.

 

Commenti al Post:
occorre_talento
occorre_talento il 13/12/12 alle 00:38 via WEB
daviana però è un nome alternativo, pensa se si chiamava luana...o giacinta! ;)
 
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