Creato da gianfranco1952 il 26/11/2009
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la casa era attaccata alla casa di piera e michelino
col padre michelangelo
colla moglie filomena ch'era una gentile buona signora
dai capelli lunghi bianchi e neri e sempe sorridente
col marito michelangelo che era stato carabiniere
un uomo alto e grosso dalla voce pesante
colla coppola sempre in testa un pó storta
che ora beveva vino rosso
quell'uomo che una notte vicino la chiesa maggiore
ricevette un ceffone da no si sá chi
forse un brigante
forse il diavolo
il ceffone violento alla faccia
michelangelo si ritrovó al centro della piazza quasi tonda
o davanti al cimitero
non si sa bene
michelino aveva una valigia piena di fumetti
sua madre me li faceva sfogliare
sua sorella piera una ragazza simpatica alta capelli corti
ci veniva a trovare e giocavamo per le scale
giocavamo sul pianerottolo e all'entrata
ci nascondevamo nel fondaco zeppo di legna
la loro casa aveva piú scalini della mia all'entrata
entravi in un fondaco
attraversavi un altro fondaco dove c'era la valigia
piena di fumetti di michelino
andavi in cucina col caminetto
dalla finestra della cucina col tavolo di marmo
vedevi il muretto
che circondava il paese
e la casa di ida col marito falegname
che formava l’angolo
alla cucina c'erano le porte per le camere da letto
una porta che ti portava a un pianerottolo con altre scale
queste scale ti portavano al vicolo
col vicoletto della casa del postino colle guance rosse
che se lo continuavi a destra e salivi dei gradini
dove un giorno che aveva piovuto
ed era tutto bagnato scivolai mentre correvo
e mi spaccai la testa sopra l’occhio destro
andai a sbattere all’angolo della casa
tutta fatta di pietre grandi una sopra l’altra
ti portava al campo di bocce recintato di rete
c'era l'entrata della casa del muratore
con la bella moglie ch'era la sorella della sarta
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la casa era a due passi dalla signora ida
che aveva un figlio e una figlia
che aveva il marito falegname marinuccio
la signora che cucinó quando noi ci cresimammo
quando abitavamo alla seconda casa affittata
tutti e tre ci cresimammo
stefania era ancora troppo piccola per la cresima
luciano fu il mio compare
antonio il figlio del compá biagio
ch’era il fratello del padre del mio compare luciano
che era geometra
fu il compare di mio fratello rodolfo
l'altra signora fu la commare di mia sorella rossana
la signora cucinó i timballi
uno di verdure e l'altro di carne
era la festa di san biagio
il patrono del castello
dopo il pranzo andammo in piazza
avevamo soldi per le bancarelle
mia madre colla signora ida amica
e altre amiche signore
imparó a fare i bocconotti
i calcionetti
le crostate
le pizze magre
la pasta dei bocconotti é quello ch'assaporavo
quale marmellata era dentro non mi interessava
ma quella pasta che s’era cotta in quelle forme
di metallo rigate era davvero un piacere masticare
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la casa era a due passi dalla prima casa d'adolfo
con giacinta donna seria grossa e bassa
sempre di nero col grembiule
che guardava adolfo
il fratello pierluigi e la sorella gabriella
quando il padre era in germania
colla mamma mammina che aiutó
mia madre a partorire mia sorella
stefania la stellina
la casa era a due passi dalla famiglia
che aveva due figli in svizzera
l'altro figlio carletto suonava la fisarmonica
e l’altro fratello cesare che diventó barbiere
suo padre diceva "salutegrazzzieeeprego"
lo diceva ogni volta dopo aver starnutito
cacciava il fazzolettone
ci si soffiava il naso
aveva sempe una coppola in testa
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c'era l'entrata per la sala
dove i miei prepararono la festa di piera
che si sposó con un giovane di teramo idraulico
se ne andarono a vivere in australia
quel giorno mio padre s’inquietó
col padrone della casa e gli strilló
penso che aveva chiesto un aumento
cosí sentii da mia madre
un aumento sull’affitto che ai miei non piacque
il padrone coi capelli corti e vestito bene
colla giacca disse vabenevabeneappuntá
continuó a sorridere e continuarono a parlare
l'entrata alle nostre camere da letto e un altro bagno
alla parete della sala c'era la foto
mia madre iolanda e mio padre giuseppe
mia madre ch'era belllissima
mio padre anche un bel giovane
si guardavano negl'occhi
dalla finestra della sala vedevi il vicolo
con l'entrata della scuola elementare
vedevi il vicolo che ti portava
a destra al comune
a sinistra alla piazza quasi tonda
vedevi il vicolo dove mia madre mi chiamó
dal balcone della sala
mi chiese dove andavo e cosa avevo in tasca
avevo in soldi che correndo lei sentî
soldi miei che volevo spendere al negozietto all'angolo
avevo l'orologio grosso e nero al polso
coi numeri e le lancette che si vedevano di notte
che il mio compare dall'america mi regaló
il compare era uno dei fratelli di mio padre
che m'aveva battezzato e sen’era andato in canada
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in quel cucinone
dove arrivó la befana dei carabinieri
quella befana fu proprio una sorpresa
sorpresa perché eravamo arrivati un mesetto prima
non sapevamo se la vecchia befana riuscisse a trovarci
ma ci trovó
di mattina trovammo regali
tutta la giornata la passammo con quei giocattoli
che tutti ci dicevano machebeeeeeeeeellllllllli
con la finestra dove mi voló via la cornacchia
le avevano tagliato le punte delle penne alle ali
la portavo a spasso s'una spalla
tutti mi sorridevano e guardavano
ma non ci accorgemmo che le penne erano ricresciute
e un giorno colla finestra aperta la cornacchia voló
con la finestra dove vedevi la casa del postino
al secondo piano c'era l'entrata per l'altra famiglia
che arrivó tempo dopo
il fratello maestro di angelo con la moglie
ch'era una bella giovane donna tonda e dalle labbra rosse
i genitori di angelo che vendevano verdure
alla piazza quasi tonda
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