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Post n°2594 pubblicato il 11 Aprile 2018 da namy0000
Confesso che ho stonato, di Gianni Mura, edito da Skira. ‹‹Questo libro è il mio omaggio alla musica che ho amato e che amo. Ho scritto in totale libertà. Ecco, innanzitutto è un indennizzo a un grande della canzone, Sergio Endrigo, il più francese tra tutti. È il mio omaggio a Edith Piaf, la più grande voce del Novecento, ma anche alla dimenticata Anna Identici. È il mio omaggio a Chico Barque de Hollanda, alla canzone popolare e dialettale. È il mio omaggio alla fisarmonica, uno strumento dimenticato ma straordinario. E infine è il mio omaggio a Beppe Viola, autore di testi, e a Enzo Jannacci, a quella Milano che non c’è più, la Milano neorealista, di Zavattini, per capirsi››. In questo libro la strada è un elemento comune. ‹‹Forse sì. Perché la strada ti conduce all’essenziale, ti costringe a raccontare storie che sono tutta sostanza, anche quando si canta di sentimenti››. ‹‹Betty Zambruno: ‹‹L’ho sentita a Monforte d’Alba. Grandissima voce››. Poi c’è Pinuccio Sciola, faceva suonare le pietre. Ne ho incontrati tanti. Ho visto far uscire note da carote usate come flauti. Ma le pietre, mai. Questa musica a cielo aperto mi ha colpito e impressionato. Nessuno canta più, perché ci sono gli auricolari. E tutti hanno la musica nelle cuffie. Nessuno canta e nessuno fischietta più. Tra i contemporanei, Capossella è quello che mi piace di più›› (Scarp de’ tenis, giugno 2017). |
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