Messaggi del 16/07/2018
Post n°2716 pubblicato il 16 Luglio 2018 da namy0000
Noi, uomini e donne, amiamo molte cose, ma soprattutto amiamo i nostri figli. Per questo la riconciliazione vera tra un genitore e un figlio è tra le gioie più sublimi della terra, forse la più grande. La parabola del "figliol prodigo" è tra le parabole più belle e note dei Vangeli, anche perché ci parla di un figlio che ritorna a casa e di una riconciliazione. Ma quando usciamo dalla parabola di Luca e scriviamo le parabole di carne della nostra vita, ci accorgiamo che i figli ritornati quasi sempre ripartono. Ritornano nei porcili, dilapidano ancora la loro parte di eredità, e qualche volta ritornano per prendersi anche il resto che non "spetta" loro. La gioia delle famiglie e delle comunità spesso va trovata e gustata in quel lasso di tempo che passa tra un ritorno e una ripartenza, nello spazio che si trova tra il "bacio del padre" e il "bacio di Giuda". Davide lascia la città con la sua gente e la sua famiglia: «Tutta la terra piangeva con alte grida. Tutto il popolo passava, anche il re attendeva di passare il torrente Cedron, e tutto il popolo passava davanti a lui prendendo la via del deserto» (15,23). Tutta la terra piangeva. Un esodo all’incontrario, un nuovo fiume da guadare per un nuovo combattimento, un altro calice da bere che non si vorrebbe bere. Un altro pianto per Gerusalemme e per i suoi figli: «Davide saliva l’erta del Monte degli Ulivi, saliva piangendo e camminava con il capo coperto e a piedi scalzi» (15,30). Davide vive quella fuga come un pellegrinaggio di un penitente, come un lutto, come una espiazione di colpe commesse, che YHWH e lui conoscono bene. E piange. Anche il re piange, e la Bibbia non ha paura di dircelo. Lungo la strada lo raggiunge un amico, di nome Cusai. Davide lo invita a restare in città e conquistarsi la fiducia di Assalonne come suo consigliere militare - Cusai riuscirà nel suo rischioso e difficile compito di agente segreto nel campo nemico (17,14), perché Assalonne preferirà il consiglio di Cusai a quello del più autorevole Achitòfel, il nonno di Betsabea, che in seguito alla bocciatura del suo piano si impiccherà (17,23). Di fronte alle maledizioni che, puntualmente, incontriamo nel cammino e nei deserti, possiamo provare a respingerle e a eliminarle (come volevano fare i militari di Davide: 16,11), tapparci le orecchie e il cuore per non sentirle. Oppure le possiamo accogliere miti, facci toccare la carne, farci da loro in-segnare il mestiere del vivere, imparando l’umiltà-humilitasdall’humus che ci viene tirato addosso: «Il re e tutta la gente che era con lui arrivarono stanchi presso il Giordano, dove ripresero fiato» (16,14). Assolonne prepara la guerra e segue il consiglio dello scaltro Cusai, il quale manda messaggeri da Davide per informarlo della strategia che seguirà Assalonne, e quindi comportarsi di conseguenza (17,16). La battaglia ebbe luogo nella foresta di Èfraim, l’esercito di Assalonne è sconfitto: «La strage fu grande in quel giorno: ventimila uomini… La foresta divorò in quel giorno molta più gente di quanta non ne avesse divorata la spada» (18,7-8). La foresta divorò anche il figlio del re: «Assalonne cavalcava il mulo; il mulo entrò sotto il groviglio di una grande quercia e la testa di Assalonne rimase impigliata nella quercia e così egli restò sospeso fra cielo e terra, mentre il mulo che era sotto di lui passò oltre» (18,9). Dopo l’Appeso al legno, non siamo più innocenti se "passiamo oltre" un figlio sospeso tra cielo e terra e trafitto nel costato, senza domandarci se sia colpevole o innocente. Tutta la Bibbia è parabola, tutta è esercizio morale che ci viene proposto per diventare più umani. Se ora, leggendo, non ci fermiamo davanti a questo figlio appeso che il padre aveva chiesto invano di trattare con riguardo, domani non ci fermeremo di fronte ai sospesi tra cielo e terra che popolano le nostre strade, i nostri mari, le nostre foreste, che il Padre ci continua, invano, a chiedere di trattare con riguardo. Se non proviamo a compiere questo esercizio doloroso e difficile, la Bibbia diventa soltanto un testo per il culto sacro, e appassisce. È invece imparando a fermarci e a prenderci cura delle vittime che incontriamo nell’esercizio della lettura, che possiamo sperare di non trasformarci, un po’ alla volta e senza accorgercene, in un altro Iaob che troverà nuove buone ragioni politiche per infilzare con tre lance un altro figlio sospeso. |
Post n°2715 pubblicato il 16 Luglio 2018 da namy0000
Intervista. Padre Zanotellii: preghiera e disobbedienza per i migranti, reagire al male - , Avvenire Appello del comboniano che prosegue sotto Montecitorio il 'digiuno di giustizia' cui hanno aderito anche monasteri e suore di clausura. «Per salvare vite le chiese diventino rifugi» Mentre si prepara al turno odierno del 'digiuno di giustizia', nella staffetta ideata da preti e suore di strada sotto le finestre di Montecitorio contro le politiche di chiusura del governo, padre Alex Zanotelli ripensa alla vicenda dei 67 migranti della nave Diciotti cui il Viminale ha negato a lungo l’ingresso in porto. «Siamo arrivati a un punto – afferma il comboniano – di una gravità estrema. Praticamente abbiamo sfiorato una crisi istituzionale dello Stato democratico. Un cortocircuito, per fortuna è intervenuto il Capo dello Stato. Un uomo solo, il ministro dell’Interno, pretende di decidere il destino di tanta povera gente. Quello che mi fa più male è che si sta giocando sulla pelle di tanti poveri disgraziati che stanno scappando, in una maniera o in un’altra, da situazioni insostenibili. Perciò stiamo portando avanti questo digiuno a staffetta a Roma in solidarietà con i migranti». Lo avete cominciato partendo da piazza San Pietro. Perché? Per dimostrare la nostra vicinanza a papa Francesco che è isolato in questo momento. Abbiamo ricordato le parole molto importanti che ha pronunciato nell’omelia a Lampedusa 5 anni fa: 'Avete mai pianto quando avete visto un barcone affondare?'. Ha toccato il punto, la sofferenza dell’altro non ci tocca più. La disumanizzazione è lampante e questo è orribile. Altra sua frase da meditare è quella di Lesvos: 'Quando guardiamo negli occhi i bambini dei campi profughi comprendiamo la bancarotta dell’umanità'. È il cuore del problema e sembra che il governo italiano non ne sia toccato. Come va il 'digiuno di giustizia'? Abbiamo avuto molta solidarietà da parte di monasteri, suore di clausura e da tanti cittadini che hanno spontaneamente aderito. Per verificarlo basta andare sulla pagina Facebook 'Digiuno di giustizia'. Siamo molto contenti perché hanno cominciato digiuni locali. La gente comincia a prendere coscienza e reagire davanti al male, che ormai non pare più tale, è una cosa ovvia. È la banalità del male. Che è arrivato in fretta. Come lo spiega? Il problema è profondo. Non ce ne siamo mai accorti e l’arrivo degli stranieri ha dimostrato un’evidenza: noi europei, anche noi italiani, siamo razzisti. Mi spiego. In cinque secoli abbiamo maturato un senso di superiorità europea. Noi siamo la civiltà, la cultura, la religione, la filosofia. Questo ha fatto da sostrato allo schiavismo, al colonialismo, al neocolonialismo e alla globalizzazione. Ora il razzismo viene a galla perché queste persone stanno arrivando qui. Finché erano lontane facevamo adozioni a distanza ed era facile fare la carità. Ma da quando vengono a disturbare il nostro stile di vita, è difficile fare adozioni a vicinanza. Cosa richiede questo tempo? La preghiera, fondamentale per i credenti. Ma non basta. Serve una preghiera che lotti insieme a Dio davanti a queste tragedie per cambiare le cose. Noi cristiani dobbiamo reagire. Il Papa ci ha chiesto di urlare, di non avere paura. Allora dobbiamo con saggezza cominciare a fare disobbedienza civile se serve a salvare vite umane. Quella disobbedienza che ci ha insegnato Gesù nel Vangelo, quella non violenta di Gandhi e Martin Luther King. È in gioco la vita di donne, bambini, uomini. Propongo alla Chiesa italiana di seguire l’esempio statunitense e diventare sanctuary, rifugio per chi è destinato ad essere deportato in Paesi dove rischia la morte. Non possiamo permetterlo. Era una pratica in voga negli anni 80 e che la Chiesa cattolica nordamericana ha ripreso con Trump. La rabbia di chi è povero e italiano spesso si sfoga contro gli stranieri, come in una guerra. Non ci siamo dimenticati di loro troppo a lungo? È vero. Perciò ho scelto di vivere a Napoli nel Rione Sanità accanto alla gente. È fondamentale che la Chiesa stia accanto a tutti i poveri e, mi permetta, non sempre lo è stata. Ringrazio il Papa per la sua chiarezza su questo. Alla fine è più tollerabile la miseria in Africa perché in un ghetto vivono tutti la stessa condizione. Qui essere esclusi è intollerabile, ecco perché certi partiti alimentano la rabbia e riscuotono consensi. |
Post n°2714 pubblicato il 16 Luglio 2018 da namy0000
Tag: abbigliamento, abito, giornali, guardaroba, luce, onestà, periodici, piedi, racconti, riviste, sarto, settimanali, stile “Esempio di onestà. Lo ha raccontato in un’intervista al giornalista scomparso Enzo Biagi, Ettore, il figlio del sarto del primo Presidente della Repubblica Italiana Enrico De Nicola: un politico dallo stile di vita estremamente modesto. ‹‹Venne il segretario personale di Enrico De Nicola, papà fu invitato a recarsi nella sua residenza privata, la villa di Torre del Greco, e mi volle portare con sé. “Vieni, andiamo da sua Eccellenza il Presidente, mi vuole, forse vorrà rifarsi il guardaroba con tanti nuovi abiti, ci sarà lavoro, caro figlio, e ci voleva proprio con questa mala stagione tanto lunga!››. Prendemmo il tram, che sferragliò lungo tutto il corso San Giovanni a Teduccio, Portici, Resina e infine stazionò a Torre, dove ci incamminammo a piedi fin su, verso la bellissima villa alle falde del Vesuvio. Ci accolse una signora bionda tanto gentile e sorridente, la governante svizzera; ci fece entrare in un salone pieno di luce con una grande veranda che affacciava dal lato del vulcano. Mai visto così da vicino il gigante brontolone, le gialle ginestre salivano su su quasi a voler far propria tutta la montagna, poi, da un certo punto, la linea del colore finiva e la sfumatura scura della pietra lavica prendeva il sopravvento con i suoi riflessi viola rifranti da un sole tiepido d’autunno. Eppure, non erano lontani i giorni della terribile eruzione del 1944, quando da Napoli avevo visto scintille, fuoco e cenere, espulsi con inaudita violenza dal comignolo del cratere, cadere giù fin verso il mare, e la cenere, con il vento, arrivare fin da noi. Mentre attendevamo, papà mi parlò ancora di quanto fosse importante l’uomo che stavamo per incontrare, niente di meno che il primo presidente della Repubblica Italiana. Ero curioso, eccitato, e fui colpito immediatamente, quando entrò, dalla sua simpatia, dalla sua cortesia verso papà, e anche dell’attenzione che rivolse a me, che mi fece sentire orgoglioso, Don Roberto, questo giovanotto? Mio figlio, Eccellenza, il mio primogenito, cosa farà da grande? Per ora va a scuola, poi, se è bravo, imparerà il mestiere. Bene, bene, mi diede un buffetto al viso, la prossima volta che verrai avrai una bella cosa. Che cosa sarebbe stata quella bella cosa? Che cosa voleva darmi il Presidente? La mia curiosità era destinata a rimanere inappagata per tutta la vita! Papà, intanto, speranzoso, comincia a sfogliare, per mostrarle le mazzette del campionario di stoffe, tirandole fuori da una grossa scatola che aveva portato con sé. La governante entrò portando un vecchio cappotto. Il Presidente disse: ‹‹Questo me lo dovete rivoltare, e mi serve al più presto››, ‹‹Eccellenza, questo proprio non è possibile, bisogna scucirlo per bene e portarlo dal rammendatore››, ‹‹no, no, non c’è bisogno, rivoltatelo semplicemente così com’è››, ‹‹mi perdoni, Eccellenza, ma il taschino a destra, proprio no, non è possibile, bisogna fare il rattoppo››, ‹‹quanto costa?››, ‹‹quanto è necessario per un lavoro di grande precisione, ma sarà come nuovo, glielo garantisco, la stoffa è buona, è roba inglese››” (Roberto Pessina, Famiglia in dialogo, n. 80, marzo-aprile 2015). |
Inviato da: vitaslim
il 08/09/2024 alle 08:55
Inviato da: vitaslim
il 08/09/2024 alle 08:54
Inviato da: animasug
il 13/08/2024 alle 15:52
Inviato da: cassetta2
il 05/08/2024 alle 10:19
Inviato da: dailynews1
il 31/07/2024 alle 12:22