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Messaggi del 28/11/2019

"No!" all'intolleranza

‹‹Insieme diciamo basta a chi umilia i nostri figli››

L’Associazione “Mamme per la pelle”

‹‹È scioccante per loro sentirsi sgraditi o vittime di odio razziale››, dice la fondatrice Gabriella N.. ‹‹Abbiamo unito le forze. Purtroppo, però, non passa giorno che non si riceva una segnalazione››.

Il pallone scagliato in curva da Mario Balotelli lo scorso 3 novembre a Verona è bastato a far ripuntare i riflettori sui guasti dell’intolleranza. Ma non tutti i figli adottivi sono così celebri da riuscire a smuovere le coscienze, intorpidite davanti alle crescenti discriminazioni nei confronti di chi ha solo il “torto” di avere la pelle di colore diverso.

Ecco perché, giusto un anno fa, un gruppo di madri adottive, o comunque con i figli di altre etnie, hanno detto “basta” e si sono messe insieme per fondare l’Associazione “Mamme per la pelle” per sostenere le famiglie, contribuire a innalzare e custodire il patrimonio culturale della società multietnica, vigilare attivamente affinché le ‹‹conquiste dell’uguaglianza multiculturale non siano annullate né affievolite››, come recita lo scopo dell’associazione…

Gabriella N., imprenditrice milanese, madre adottiva di Fabien, 13 anni e di Amelie, che di anni ne ha otto, entrambi africani…

Oggi gli associati sono 500 e quasi 15.000 sostenitori, sparsi in ogni angolo della penisola. ‹‹Mio figlio anche quest’estate è stato vittima di un altro paio di episodi incresciosi di intolleranza mentre giocava in spiaggia e dove eravamo in vacanza››.

Poco si sa delle ferite che queste storie di violenza e odiosa discriminazione causano sull’esistenza di questi ragazzi adottati. ‹‹L’ignoranza e la cattiveria di alcuni riescono con i loro gesti a colpire dei vissuti che già hanno conosciuto un trauma fortissimo come quello dell’abbandono. Pensiamo a quanto possa essere scioccante, per un minore che magari abbia appena ritrovato equilibrio e serenità in una famiglia e in un Paese che lo aveva accolto, sentirsi nuovamente “sgradito”, un “nemico”. So di un ragazzo che ha tentato il suicidio. Di altri che si sono ammalati. Un quattordicenne, di recente,per lo stress ha contratto la vitiligine: era stato spogliato in una stazione di un piccolo paese dal controllore che voleva perquisirlo, convinto si trattasse di uno spacciatore. Conosco madri che hanno dovuto cambiare scuole e addirittura città per tutelare i figli››.

‹‹Gli africani stasera non entrano››, così si è sentito rispondere Pietro dalla security di un lido veneto, lo scorso agosto. Claudia N., 53 anni, è la mamma di due adolescenti di origini etiopi adottati 10 anni fa. Il più grande, Pietro B., diciottenne, è stato respinto all’ingresso dello stabilimento balneare; il locale è stato poi sanzionato dal questore con 15 giorni di chiusura. ‹‹Pensi all’umiliazione subita da mio figlio che si era presentato all’ingresso, insieme a 7 suoi amici, per partecipare a un evento musicale. Doveva essere una serata di festa. A quell’alt, gli amici, solidali con lui, pensavano addirittura a uno scherzo di cattivo gusto. Invece era tutto assurdamente vero. Una volta contattata da mio figlio, mi sono precipitata sul posto ma non c’è stato nulla da fare, se non recarmi dai carabinieri per denunciare il fatto. Per parecchie notti, dopo l’episodio, Pietro non è più riuscito a dormire››, spiega la madre. ‹‹Mio figlio ha 18 anni e si è sentito profondamente umiliato. Certo, in passato, qualche offesa inerente alla sua pelle scura, specie in campo quando gioca a calcio, l’aveva pur ricevuta, ma lo avevamo preparato a incassarle con ironia, di cui per fortuna non manca. Mai, prima d’ora, però, gli era capitato un fatto del genere. Questo clima montante di intolleranza fa paura. L’immigrato è diventato il capro espiatorio di qualsiasi problema esista in Italia: dalla disoccupazione alla delinquenza. Allora abbiamo deciso di dire “No!” a voce alta››…(FC n. 47 del 24 novembre 2019)

 
 
 

Io posso

Post n°3189 pubblicato il 28 Novembre 2019 da namy0000
 

2019, Avvenire 27 novembre. L'incontro. A Roma 2500 giovani per il Children's global summit

L'evento promosso da Fidae(Federazione degli Istituti di Attività Educative – scuole cattoliche italiane), Cec(Congregazione per l’Educazione Cattolica del Vaticano) e Oiec(Organizzazione delle scuole cattoliche nel mondo) e vede come partner Intesa Sanpaolo Formazione, mira a far incontrare i ragazzi di 43 Paesi per collaborare a ricostruire la casa comune.

Oltre 2500 “supereroi”, ragazzi fra i 5 e i 18 anni, provenienti da 43 Paesi, riuniti a Roma per illustrare i risultati dell’iniziativa internazionale “I Can”, avviata già nel 2017, nell’ambito del primo Children’s global summit. Il progetto, che in Italia ha preso il nome di IO POSSO! e che si svolgerà nella Capitale fino a sabato 30 novembre 2019.

Lo scopo è sensibilizzare le giovani generazioni e dare loro in mano gli strumenti per sentirsi protagonisti del cambiamento - dichiara la presidente della FidaeVirginia Kaladich - tenendo presenti gli obiettivi di sviluppo sostenibile dell'Agenda 2030 e accogliendo la sfida che Papa Francesco ci ha lanciato nell’Enciclica Laudato si’: collaborare per costruire la nostra casa comune». Il Children’s global summit è patrocinato da Roma Capitale. «Roma è orgogliosa di essere stata scelta per il Children’s Global Summit 2019. Oltre 2500 ragazze e ragazzi da tutto il mondo si incontrano nella nostra città per proporre idee per il futuro e soprattutto soluzioni per il presente - le parole di benvenuto della sindaca Virginia Raggi…

 
 
 

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