Messaggi del 05/04/2023
Post n°3854 pubblicato il 05 Aprile 2023 da namy0000
2023 Andrea Riccardi, FC n. 14 del 2 aprile Viviamo un’epoca di tensioni alla ricerca di un nuovo ordine Molti paesi non si riconoscono nell’egemonia Usa, la Russia sogna l’impero, la Cina è diventata una potenza Il recente viaggio a Mosca del presidente cinese Xi, che ha lanciato un piano di pace, mostra come lo scenario internazionale sia tanto cambiato. La mia generazione ha vissuto nel 1989 la fine dell’ordine “pericoloso” della Guerra fredda e dell’impero sovietico. Tale crollo è considerato da Putin la grande tragedia della storia russa. Una tragedia da cui Mosca si vuole riscattare, riaffermandosi come grande potenza nucleare. Il recente annuncio dello spostamento delle testate tattiche russe in Bielorussia è l’ultima mossa di una strategia, già espressa dalla difesa della Siria, dal ritorno in Libia, dalla penetrazione in Africa specie a danno della Francia. Ma l’espressione più violenta e azzardata è stata la guerra all’Ucraina, dove i calcoli di Putin sulla fragilità del Paese invaso sono stati del tutto sbagliati. Dopo l’89 è iniziata una stagione di egemonia americana, in cui gli Stati Uniti erano l’unico impero rimasto. Tuttavia la crescita economica, militare e politica della Cina ha insidiato questa posizione, mentre una serie di paesi non si sono riconosciuti nella leadership americana. Con la guerra in Ucraina, l’Occidente si è compattato in difesa di Kiev. Il voto dell’assemblea dell’ONU, che condanna l’annessione russa delle regioni ucraine di Donetsk, Luhansk, Cherson e Zaporizhzhia, ha segnato un successo ucraino-occidentale con 143 voti a favore, 5 contrari e 35 astenuti su 193 paesi. Ma è un vero successo? I contrari sono Bielorussia, Siria, Nicaragua, Corea del Nord. Nonostante il numero ristretto, però, gli astenuti sono grandi paesi che abbracciano più di un terzo dell’umanità: Cina, India, Pakistan, Vietnam, Thailandia, Etiopia, Sud Africa. In Africa ben 19 paesi si sono astenuti, mostrando la forte presenza russa nel continente. Il Presidente brasiliano Lula, che sarebbe dovuto andare a Pechini (ma ne è statoimpedito per motivi di salute) si presenta come il capofila di un Sud globale impegnato per la pace e si prepara a un nuovo attivismo. Intanto l’Europa, nonostante la sua forza economica, non riesce a esercitare un suo ruolo. Il deficit di azione internazionale europea è dovuto anche alla differenza di vedute dei 27 paesi. Danimarca, Norvegia, Svezia, Finlandia, che sentono fortemente la minaccia russa, vanno all’integrazione delle forze armate. La Polonia si è riarmata e sta per divenire il secondo paese più forte militarmente in Europa dopo la Russia. Differenze anche se di appoggio all’Ucraina, è la posizione di Macron, che segue con attenzione quanto si muove per creare una base negoziale. Sullo scenario del mondo ci sono sorprese: Iran e Arabia Saudita, scontratisi nello Yemen, si sono avvicinati proprio con la mediazione cinese. Il fatto ha stupito, perché i sauditi sono alleati degli Stati Uniti. Tutto è in movimento. Siamo in un’epoca di cambiamento. Fa pensare quanto scriveva, molti decenni fa, Antonio Gramsci: «Il vecchio mondo sta morendo. Quello nuovo tarda a comparire. E in questo chiaroscuro nascono i mostri». Il mostro principale è la guerra. Ce ne sono poi tanti altri: Stati che divorano la libertà, economie inique, violenza senza limite, mafie onnipotenti, terrorismo. Un panorama preoccupante, in cui fare appello al buon senso dei governanti perché si muovano alla ricerca di un nuovo ordine. |
Post n°3853 pubblicato il 05 Aprile 2023 da namy0000
Tag: attualità, cittadini responsabili, democrazia, impegno, messaggio, paesi, piazze, politica, strade 2023, FC n. 14 del 2 aprile Shikma in piazza per la democrazia C’è qualcosa di antico nella sfida che si sta svolgendo a Gerusalemme fra una donna che ha scelto la prima linea «per salvare la democrazia del suo Paese» e un primo ministro che ha messo in atto una riforma della giustizia che rischia di minare i fondamenti di quella democrazia. Come se nella passione e determinazione , nel coraggio con cui Shikma Bressler guida la protesta contro il premier israeliano Netanyahu si avvertisse un legame diretto con le sue celebri antenate bibliche – Giuditta, Ester, Rut – che lottarono per salvare il loro popolo. A conferma che ogni donna è la somma delle generazioni che l’hanno preceduta. Madre di cinque figlie, tra i quattro e i 17 anni, 42 anni, l’eleganza gentile di una figura che ispira fiducia, nella vita quotidiana si divideva fra la famiglia e il lavoro come fisica presso l’Istituto Weizmann di Rehovot, uno dei centri di ricerca più importanti del mondo, dove guida il progetto israeliano legato all’acceleratore di particelle del Large Hadron Collider del Cern di Ginevra. Ma un giorno ha deciso che non poteva rimanere indifferente a quanto accadeva in Israele e ha aggiunto al carnet degli impegni quello politico, cercando di conciliare i suoi diversi ruoli e fondando con i tre fratelli, Eyal, Yarden e Dekel (la sua famiglia vive in Israele da generazioni) il gruppo “Bandiere nere”. Un movimento che, a sorpresa, ha ottenuto un successo insperato, con migliaia di persone che si radunano ogni sabato sera e organizza proteste in tutto il Paese contro Netanyahu. «La bandiera nera è l’avvertimento usato sulle spiagge per segnalare il pericolo che corre la democrazia israeliana e che è iniziato tre anni fa, durante il Covid, quando il Governo cercò di approfittare della pandemia per prendere il controllo degli altri poteri dello Stato», ha detto Shikma nell’intervista che ha rilasciato a Repubblica. La minaccia arriva dalle riforme volute dal premier israeliano che consentirebbero al Parlamento di ribaltare le decisioni della Corte suprema e ai poteri politici di avere maggior influenza nelle nomine dei giudici. «Dobbiamo dire chiaramente che avere la maggioranza in Parlamento non significa avere il diritto di cambiare le regole del sistema. Abbiamo visto che cosa è accaduto in paesi come la Polonia, l’Ungheria e la Turchia. È urgente impedire che accada anche qui», spiega Shikma nelle piazze e nelle strade, dove è diventata popolarissima e la più importante figura di riferimento. Un messaggio, il suo, di fortissima attualità, che vuole andare oltre lo scontro fra maggioranza e opposizione per ridare voce alla società civile, alla gente che vive i problemi di tutti i giorni, che guarda con angoscia al futuro, mentre è sempre di più vittima degli intrighi del potere, di una partitocrazia che si esaurisce nei propri interessi. Che ricorda come in una vera democrazia chi governa è al servizio della comunità. Se prende altre strade non è più credibile ed è giusto chiederne la rimozione. Nonostante questo scenario difficile, Shikma rimane ottimista. «Penso che la maggioranza degli israeliani creda nei valori della democrazia. E poi, come diceva mia mamma, ottimisti e pessimisti alla fine condividono lo stesso destino, ma gli ottimisti si godono di più la vita». |
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il 08/09/2024 alle 08:55
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il 08/09/2024 alle 08:54
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il 13/08/2024 alle 15:52
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il 05/08/2024 alle 10:19
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il 31/07/2024 alle 12:22