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Messaggi del 26/09/2024

Mendicanti di Amore, quello vero

Post n°4067 pubblicato il 26 Settembre 2024 da namy0000
 

2021, Ermes Ronchi, Avvenire, 21 ottobre

Siamo tutti mendicanti di amore e di luce

In quel tempo, mentre Gesù partiva da Gèrico insieme ai suoi discepoli e a molta folla, il figlio di Timèo, Bartimèo, che era cieco, sedeva lungo la strada a mendicare. Sentendo che era Gesù Nazareno, cominciò a gridare e a dire: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Molti lo rimproveravano perché tacesse, ma egli gridava ancora più forte: «Figlio di Davide, abbi pietà di me!». Gesù si fermò e disse: «Chiamatelo!». Chiamarono il cieco, dicendogli: «Coraggio! Àlzati, ti chiama!». (...) E Gesù gli disse: «Va', la tua fede ti ha salvato» (...).

Vangeli di strade e di incontri, in queste settimane. «Mentre partiva da Gerico...». Siamo alle porte della città, dove le carovane dei pellegrini si ricompongono, dove si aggirano i mendicanti, sperando in una monetina tra i tanti che si danno appuntamento alle porte. Un cieco, seduto, a terra, immobile, sta lì a mendicare la sua sopravvivenza da chi passa. Ma ecco che «sentendo che era Gesù il Nazareno» Bartimeo è come investito da un brivido, da una scossa: alza la testa, si rianima, comincia a gridare il suo dolore. Non si vergogna di essere il più povero di tutti, anzi è la sua forza. Siamo tutti come lui, mendicanti di affetto o di amore o di luce. La mendicanza è la sorgente della preghiera: Kyrie eleison, grida. Tra tutte, la preghiera più cristiana ed evangelica, la più antica e la più umana. Che nelle nostre liturgie abbiamo confinato all'atto penitenziale, mentre è la richiesta di nascere di nuovo. La ripetono lebbrosi, donne, ciechi e
non è richiesta di perdono per i peccati, ma di luce per gli occhi spenti, di una pelle nuova che riceva carezze ancora.


Come un bambino che grida alla madre lontana, chiedono a Dio: mostrati padre, sentiti madre di questo figlio naufrago, fammi nascere di nuovo, ridammi alla luce!
Bartimeo cerca un Dio che si intrecci con la sua vita a pezzi, con i suoi stracci. Ma la folla attorno fa muro al suo grido: taci! disturbi! Terribile pensare che la sofferenza possa disturbare. Disturbare Dio! Bartimeo allora fa l'unica cosa che si può fare in questi casi: grida più forte. È il suo combattimento, con le tenebre e con la folla.
Il Nazareno ascolta il grido e risponde in un modo tutto nuovo:
coinvolge la folla che prima voleva zittire il mendicante, si fida della folla, anche se è così facile a cambiare di umore: chiamatelo! E la folla va, portavoce di Cristo, e si rivolge al cieco con parole bellissime, da brivido, dove è custodito il cuore dell'annuncio evangelico. Parole facili e che vanno diritte al cuore, da imparare, da ripetere, sempre, a tutti: «Coraggio, alzati, ti chiama». Coraggio, la virtù degli inizi. Alzati, dipende da te, lo puoi fare, riprendi in mano la tua vita. Ti chiama, è qui per te, non sei solo, il cielo non è muto. Ed ecco che si libera l'energia compressa, e fioriscono gesti quasi eccessivi: non parla, grida; non si toglie il mantello, lo getta; non si alza da terra, ma balza in piedi. Guarisce in quella voce che lo accarezza, lo chiama e diventa la strada su cui cammina. Noi, che siamo al tempo stesso mendicanti e folla, nelle nostre Gerico, lungo le nostre strade, ad ogni persona a terra, portiamo in dono, senza stancarci mai, queste tre parole generanti: «Coraggio, alzati, ti chiama».

 
 
 

Da Zen a Gesù

Post n°4066 pubblicato il 26 Settembre 2024 da namy0000
 

Da Zen a Gesù

 

 

Masterbee, 66 anni, svizzero, artista e maestro di meditazione, cattolico di nascita. Vive con la moglie cantante e scultrice, in una casa-eremo. Aveva cercato l’illuminazione nel buddhismo, nello yoga e nello zen. Cercava ancora quando un maestro indù gli disse: “ritorna là da dove sei venuto e vi troverai quello che stai cercando”. Masterbee ha raccontato tutte queste esperienze nel suo volume Mendicante di luce, ediz. San Paolo. La voce di Masterbee e il suo sguardo chiaro e penetrante esprimono la gioia di chi ha trovato la fonte nella preghiera, nella messa quotidiana, nell’amore per gli ammalati per cui prega con la moglie ogni giorno. Dice: “L’incarnazione di Cristo è il più grandioso avvenimento di tutta la storia dell’umanità. Cristo ha rinnovato la materia trasformando il mondo e riportando l’intero cosmo all’origine della sua causa primordiale: il Padre. Grazie alla comprensione che tutta la materia nella sua essenza è energia, possiamo giungere all’intuizione profonda dell’unità indivisibile della creazione, senza perdere la nostra autentica tradizione religiosa. Chi si rivolgeva a me cercava la via dell’illuminazione interiore e oggi ancora mi cercano per trovare la via del cuore, attraverso la preghiera di Gesù, che ho imparato da uno starez ortodosso e che pratichiamo al posto della meditazione del profondo. La bellezza delle altre tradizioni non è scomparsa dalla mia coscienza, ma quelle esperienza, pure importanti, non sono state in  grado di trasmettermi la luce che ho incontrato in Cristo. Ogni autentica tradizione è ispirata da Dio nel suo imperscrutabile disegno divino. Le tradizioni religione sono il più grande dono di Dio, senza di esse la vita perderebbe significato.le pratiche di meditazione orientali per noi sono limitate. La ricerca del sé è solo una tappa del nostro percorso verso l’Assoluto. La preghiera di Gesù della tradizione ortodossa sostituisce la meditazione buddhista e induista. Con la sola ricerca del sé interiore l’uomo non può salvarsi. La salvezza deve venire dall’alto e si è perfettamente realizzata con la venuta di Cristo. Abbiamo nei sacramenti il culmine della trascendenza: in essi riceviamo e sperimentiamo l’amore di Dio. Mia moglie è stata messa sul mio cammino da Dio, la sua presenza ha agevolato la mia ricerca della trascendenza. Viviamo in profonda comunione spirituale. Il rapporto tra l’uomo e la donna è il più grande dono di Dio. Ma occorre mettere da parte il nostro Io negativo e sostituirlo con il dono dell’amore se Cristo è al centro, la coppia raggiunge la più alta gioia spirituale. Per l’uomo d’oggi la sfida del matrimonio è la più interessante, ma anche la più difficile. La coppia che chiede aiuto nella preghiera e nei sacramenti è sicura. L’indissolubilità non è un’utopia, ma uo dei più grandi doni e verità che Cristo ha lasciato alla sua Chiesa. Ora non cerco altro che la grazia di rimanere nella luce e nella misericordia di Dio”.

 

Pratiche di occultismo e magìa

(secondo Masterbee)

“Le pratiche medianiche e la magìa fanno perdere l’anima. Personalmente ho sperimentato il devastante peso che queste forze esercitano sulla psiche e sull’anima. La magìa è diabolica e vuole sostituirsi a Dio, col pretesto di aiutare l’uomo, lo cattura con false promesse e lo lega alle potenze delle tenebre. A chi ha avuto a che fare con la magìa consiglio di rivolgersi alla Chiesa, che sola è in grado di liberare l’anima”.

 
 
 

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