Creato da socrateinerba il 31/08/2007

VERO O FALSO?

Condizionamenti sociali e autenticità. Illusioni. Le maschere allo specchio. Correre verso la moralità comune o verso se stessi?

 

 

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Maschera n. 2 - L'amore? Uno e per tutta la vita.

Post n°4 pubblicato il 03 Settembre 2007 da socrateinerba
 

[Against[#3]

L'Amore. In tanti hanno provato a definirlo, nella storia dell'umanità.

Socrate ne definiva cinque tipi, che trovavano la loro massima sintesi nell'aretè, la virtù sapienzale per eccellenza che era l'amore "universale". Nella maggior parte dei casi siamo stati abituati a catalogare i sentimenti dentro "cassetti" con nomi precisi: l'amore verso l'amato/a, l'amicizia, i sentimenti di affetto, le passioni istintive, etc... Ma non vi è mai capitato di non sapere in quale cassetto inserire qualche sentimento provato?

Oltre il convenzionismo del problema linguistico, esiste un forte senso di "moralità comune" che ci spinge a rifuggire dall'idea che si possono amare diverse persone di amori diversi, senza che questi siano in contrapposizione tra loro. Non vi è anche a voi capitato di avere un'amicizia così profonda ed intensa da poterla tranquillamente definire amore senza potergli/le mai dire "ti amo" con libertà? E di incontrare o conoscere una persona per caso, sentire subito una forte attrazione verso essa, percepire un'intima sintonia ed affinità? Come l'avete definita quella relazione?

Amare significa onorare ed esprimere l'energia di ciascuno dei nostri centri - sessuale, emotivo, affermativo, creativo, beatificante, spirituale - senza che uno limiti l'altro.

(E tutto ciò non ha nulla a che fare con la fedeltà coniugale - che ritengo un valore fondante, per chi, come me, ha avuto la fortuna di incontrare "l'anima gemella").

L'amore non è mai una sottrazione ma un'addizione. Più si ama, più si ama.

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Commenti al Post:
lilliput73
lilliput73 il 03/09/07 alle 10:23 via WEB
caro socrate (tanto in erba non sembri, anzi sembri già pieno di esperienze...) hai scritto sull'amore, sull'Amore con la a maiuscola. non è facile saper amare ed accettare i vari tipi di sensazioni che si provano proprio a causa di condizionamenti esterni, ma ci si può provare e si può così sperimentare una profonda libertà! e come dici tu alla fine senza nulla togliere alla fedeltà incondizionata rispetto ai propri mariti o alle proprie mogli. ti faccio i miei più veri complimenti, perchè riesci a toccare i punti più profondi dell'animo umano con una semplicità e una freschezza di intenti veramente notevoli! lilli
 
lilliput73
lilliput73 il 06/09/07 alle 09:12 via WEB
carissimo socrate, sono sempre io! ti vorrei dire che da quello che scrivi, da quello che si può capire di te dal tuo blog, devi essere una persona speciale e ti assicuro che qui dentro si possono contare sulle dita di una mano! tua moglie è proprio una donna fortunatissima! e se per caso non ti dovesse apprezzare come meriti, fammi un fischio che ci penso io!!! baci lilli
 
 
socrateinerba
socrateinerba il 06/09/07 alle 15:28 via WEB
Cara Lilli, apprezzo molto i tuoi commenti e se per caso mia moglie non mi apprezzasse, sarai la prima che cercherò per farmi consolare! Ti ringrazio e ti saluto Baci Socrate
 
BARRY_BRITTEN
BARRY_BRITTEN il 07/09/07 alle 00:17 via WEB
La morale comune si potrebbe meglio definire come "moralismo" ed è fatta da esseri solo apparentemente in vita che ciarlano di Amore ma solo in modo astratto anche se vivono nella convinzione di sapere al riguardo ogni cosa.Amare è la meta più alta che può raggiungere un essere umano e in effetti si può amare ogni cosa. La società mette dei freni, però, alla libera espressione dell'Amore in quanto nella società sono accettati solo determinati comportamenti. Ma la libertà di un individuo va nella direzione della diversità, dell'alterità rispetto alla norma, e dunque si muove verso espressioni anticonformiste di esternazione dell'Amore.
 
 
socrateinerba
socrateinerba il 07/09/07 alle 00:58 via WEB
Caro Barry ti ringrazio del contributo e ti propongo a riguardo un'ulteriore riflessione. Ma sei convinto che per amare veramente si debba necessariamente andare oltre le norme, oltre il conformismo? Il problema non è tanto rispettare le norme o andare oltre i dettami, quanto avere consapevolezza intima e adottare scelte che siano conformi ai nostri veri voleri. Ci sono persone felici (ne conosco diverse) che stanno benissimo all'interno di situazioni apparentemente normali e "banali" (madri di famiglia, mariti, preti, etc..). Così come ce ne sono altrettante (forse i più) che sono insoddisfatti intimamente (magari anche dentro le situazioni più estreme) perchè adeguano se stessi al gruppo, a quella che io chiamo la morale comune (le leggi il cristiane, il bene accettato dai più, etc..) Il problema non è forse la libertà intima e il non condizionamento alcuno dai fattori esterni piuttosto che l'alterità e la diversità? Non si è se stessi e liberi necessariamente per contrapposizione alle norme e ai comportamenti conformi, quanto piuttosto perchè non si è condizionati. Non credi?
 
   
BARRY_BRITTEN
BARRY_BRITTEN il 08/09/07 alle 19:17 via WEB
Come alterità e diversità io intendo la scoperta della propria unicità che non può che essere "altro" dal contesto. Questa alterità porta all'anticonformismo, ma non è necessariamente un anticonformismo esteriore, anzi, è un anticonformismo dello spirito che non si adatta più ai dettami dei condizionamenti e quindi non accetta nemmeno una morale diversa da quella imposta dal proprio cuore e dalla propria coscienza. In questo senso come si fa a rimanere legati al livello profondo alla finta-morale della società produttrice dell'alienazione?
 
     
socrateinerba
socrateinerba il 08/09/07 alle 19:38 via WEB
Caro Barry, ora che hai precisato meglio quanto dicevi nel precedente post (o forse ora che ho compreso meglio io) sono perfettamente d'accordo con te. Non ci si deve distinguere a priori dagli altri, per non fare dell'anticonformismo un'ulteriore archetipo a cui adattarsi per rifuggire dalla ricerca interiore. E' chiaro che la ricerca e la conoscenza si basano sull'alterità, cioè sull'affermare se stessi nei confronti della diversità degl altri. La vera conoscenza interiore produce amore e sentimenti divini... Non credi?
 
     
BARRY_BRITTEN
BARRY_BRITTEN il 09/09/07 alle 22:33 via WEB
Più vado avanti nella vita e nella ricerca interiore più dal fondo della mia anima si alza un anelito sconfinato verso l'Infinito ed incomincio ad intravedere l'Amore celato dietro ogni cosa.
 
     
socrateinerba
socrateinerba il 10/09/07 alle 00:15 via WEB
Ciao Barry. Ma lo sai che è proprio il pensiero più ricorrente di questi giorni? Sono crsciuto in chiesa, a fare il chierichetto. Morto mio padre ho avuto una profonda e forte ribellione contro quel dio buono e misericordioso che mi aveva sottratto la cosa più preziosa che avevo. Ero diventato agnostico e miscredente, in balia del mondo e delle sue regole, in cerca di fama e prestigio per annullarmi completamente ad essi. Ho ritrovato un dio pieno di amore, privo di giudizi, di sensi di colpa, di peccati andandolo a cercare direttamente dentro di me, senza l'intercessione e la mediazione di quella Chiesa che me lo persenta come Giudice supremo che mi condanna e mi punisce se sbaglio. e più guardo dentro di me, più tesori preziosi trovo, più mi accetto e mi amo, più dio cresce e il moi sguardo diventa illuminato.
 
     
BARRY_BRITTEN
BARRY_BRITTEN il 10/09/07 alle 17:42 via WEB
E' capitato, un giorno, di dover fare finalmente i conti col mio personale inferno interiore e , resuscitato dal dolore e dall'angoscia, ho scoperto un Dio che non ha nome, che vive al di là della mente, un Dio che si fà sempre più viciono man mano che io mi avvicino al centro di me stesso e al cuore reale del mondo.
 
     
socrateinerba
socrateinerba il 10/09/07 alle 23:16 via WEB
Caro Barry, è la stessa esperienza che ho fatto anch'io. E' incredibile come la nostra mente ed il nostro corpo si facciano condizionare dall'esterno. Forse è proprio la religione, tra le altre cose, ad avermi fatto scaturire questa sorta di "ossessione" ad analizzare i condizionamenti. mi sono ribellato al Dio Giudice che mi portava fuori da me e ho ritrovato un Dio pieno di amore che mi ha riportato dentro di me. A presto
 
CarryPina
CarryPina il 07/09/07 alle 08:34 via WEB
stupenda l'ultima frase. buona giornata. (ps. sacrosante parole le tue) ^_^
 
socrate52
socrate52 il 08/09/07 alle 01:59 via WEB
la fedeltà coniugale non è essa stessa una maschera culturale? In natura l'essere umano non è un animale monogamo ,ne tanto meno fedele ...è l'acettazione di valori tramandati ( quindi culturali e per culturali intendo anche i religiosi ),che ci rende fedeli .. o quasi!
 
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