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Post N° 139

Post n°139 pubblicato il 02 Ottobre 2007 da rohrose


Dorian Gray è un ragazzo affascinante, incantevole e non si può fare a meno di essere attratti dalla sua figura e dai suoi lineamenti perfetti. Diviene l’unica ispirazione del pittore Basil Hallward che un pomeriggio ne ritrae la bellezza nello studio dove ha inizio la storia. Sempre qui Dorian incontra il cinico e carismatico Lord Henry Wotton il quale gli si rivolge in questo modo:

“Avete un volto meraviglioso, signor Gray, non accigliatevi, lo avete. E la bellezza è un aspetto del genio, è più alta, anzi, del genio, perché non richiede spiegazioni. E’ una delle grandi cose del mondo, come la luce del sole, o come la primavera, o il riflesso nell’acqua cupa di quella conchiglia d’argento che chiamano luna. Su di essa non si può discutere: ha un diritto divino alla sovranità, rende principi coloro che la possiedono. Sorridete? Non sorriderete quando l’avrete perduta… Si dice spesso che la bellezza sia cosa superficiale; può essere, ma non sarà mai superficiale come il pensiero. Per me la bellezza è la meraviglia sovrana. Solo la gente mediocre non giudica dalle apparenze: il vero mistero del mondo è il visibile, non l’invisibile. Sì, signor Gray, gli dei sono stati benigni con voi, ma gli dei non indugiano a riprendersi quello che danno. Avete solo pochi anni per vivere realmente, perfettamente e pienamente. Quando la gioventù vi abbandonerà, la bellezza si affretterà a seguirla, e allora vi accorgerete a un tratto che non vi sono più trionfi per voi o dovrete contentarvi di quei mediocri trionfi che il ricordo del vostro passato renderà amari più che disfatte. Ogni mese vi avvicina, scomparendo, a qualche cosa di terribile; il tempo è geloso di voi e fa guerra ai vostri gigli e alle vostre rose. Si spegneranno i vostri colori, le vostre guance si incaveranno, gli occhi perderanno il loro lampo; e soffrirete tremendamente.”

Dorian non tollera l’idea che il tempo lo faccia invecchiare, mentre i quadri del suo amico Basil non muteranno mai. Esprime così il desiderio che i segni inevitabili che la vita lascia sulle persone possano essere rivolti al suo ritratto, e non a sé stesso. Da quel momento, come per incanto, qualsiasi cosa egli faccia, qualsiasi azione egli commetta, i tratti del suo volto muteranno solo nella tela e non toccheranno minimamente la bellezza e la gioventù della sua persona. Mentre il quadro porta i segni dell’età che avanza, l’anima di Dorian porta quelli della progressiva decadenza morale, alla quale l’eccessiva dedizione al culto del bello e della superficialità lo ha portato. Il suo ritratto diventa lo specchio dell’anima.

Wilde celebra il culto della bellezza, dell’arte come somma espressione dell’uomo e lo fa sia nei suoi scritti, sia con la sua condotta anticonformista e antivittoriana. La vita è un’opera d’arte ben riuscita; la vita imita l’arte; la vita è il risultato dell’arte secondo Wilde. Da qui la ricerca del piacere da un lato e lo stile di vita disinibito e dissoluto dall’altro.
Questo libro è il simbolo di un’epoca, a ragione identificato come il capolavoro del decadentismo e dell’estetismo. Contrasto tra apparenza e essenza, tra ciò che è visibile agli occhi e ciò che è intimamente nascosto in ognuno di noi.

« La vita morale dell'uomo è il materiale dell'artista, ma la moralità dell'arte consiste nell'uso perfetto di uno strumento imperfetto. »
(Oscar Wilde, dalla Prefazione a «Il ritratto di Dorian Gray»)

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Commenti al Post:
zapata71
zapata71 il 02/10/07 alle 08:12 via WEB
Sono le 8.13 del mattino, sto libro m'è piaciuto assai, ma ora no...ora passo solo a salutarti, cià roh
(Rispondi)
IoMarzia
IoMarzia il 02/10/07 alle 09:58 via WEB
maròòò che ossesione sto libro..al liceo l'ho dovuto leggere in inglese!!!!!!
(Rispondi)
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