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Post n°37 pubblicato il 19 Febbraio 2015 da vittoriozacchino
Vittorio Zacchino
DUBBIO E UMILTA’ DI NICODEMO. Ci farebbe bene, ad inizio di Quaresima, rapportarci alla terra che ci costituisce, ossia al nulla, per sentirci un granello di sabbia; picconare la presunzione di homo omnipotens che in qualche misura abita in tutti noi, tentare di forzare le tenebre per coltivare il dubbio e il dialogo. Se ci disponiamo a sentirsi cenere, ci sarà più facile guardare con serenità e disincanto anche alla morte. Ciò che mi sforzo di esprimere si compendia, in definitiva, nell’esemplare vicenda di Nicodemo, il fariseo non ipocrita ma giusto il quale, turbato dalle parole di Gesù, si sforza di capire come si può RINASCERE. E’ Nicodemo, infatti, il notturno visitatore che roso dal dubbio va a cercare Gesù, che vuol capire, senza preconcetti, con coraggio, costi quel che costi, seguendo la linea della giustizia e del cuore. Che spinge Nicodemo, nella sera del Calvario, a cercare Gesù, e a presentarsi a Pilato per reclamare il corpo del Crocifisso per dargli sepoltura. Cercare il dubbio fa pensare all’aldilà, senza traumi. Come questa struggente poesia di RENZO BARSACCHI (1924- 2006)una delle voci più alte del secondo ‘900, espunta dalla raccolta Le Notti di Nicodemo(1991).Preferendola a liriche sulla morte ,di Caproni, Cardarelli, Carducci, De Donno, Luzi, ecc. mi piace condividerla con chi vorrà leggerla, quasi come un prezioso dono quaresimale: << Portami via per mano ad occhi chiusi / senza un addio che mi trattenga ancora/tra quanti amai,tra le piccole cose/che mi fecero vivo./Non credevo, Signore, tanto profondo fosse/questo sfiorarsi d’ombre,questo lieve/alitarsi la vita nello specchio/fragile di uno sguardo, né pensavo che il mondo/diventasse,abbuiando,cosìacceso/di impensate bellezze>>.
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Post n°36 pubblicato il 09 Febbraio 2015 da vittoriozacchino
VITTORIO ZACCHINO
IL “ PENSATOIO” PER GALATONE….ED ALTRO ANCORA. Ho partecipato il 5 gennaio scorso al Forum per la FONDAZIONE CITTA’ DEL GALATEO a Palazzo Marchesale, così come qualche tempo prima, ad una analoga assemblea presso il villaggio di trulli Santa Maria del Morige di Franco Conserva. Mi sembra una buona opportunità di gestione dei beni culturali di Galatone. Salvo che tutti i cento e più cittadini intervenuti non pensino di contribuirvi quali “pensatori” e portatori di competenze, e non pagando quote. Se così dovesse essere, le risorse necessarie, dovrà cercarle Diogene con la sua famosa lanterna. La speranza è che la Fondazione nascitura veda la luce entro i nove mesi, e possa figliare programmi. Magari in tempo utile per il Quinto Centenario della morte ( 12 Novembre 2017) di colui cui si vogliono ntitolate questa fondazione e questa Città del Galateo. Alla luce di un Parco Letterario che stenta a nascere, sebbene dotato di progetto elaborato e presentato da circa due anni, di comitato scientifico composto di personalità di varie università per l’organizzazione di un convegno internazionale e di una Mostra di manoscritti, di un comitato d’onore, di altre iniziative editoriali ed altri eventi, da mettere a punto nel gennaio scorso, ma purtroppo saltati, temo il flop. Per questi motivi rivendico, ostinatamente, e al più presto, che la civica amministrazione di Galatone, si faccia carico di nominare un COMITATO CITTADINO PER LE ONORANZE AD ANTONIO GALATEO ,non tanto affollato, ma leggittimato a preparare un cahier di proposte concrete. Sotto la presidenza dell’Assessore alla Cultura. Indipendentemente dalla Fondazione che verrà. Quanto ai beni culturali da valorizzare, tramite la futura fondazione, a cominciare dal Palazzo Marchesale, rilancio la vecchia idea del monzese Arch. Vittorio Faglia di aprire giorno e notte il castello alla città, (come avviene ad es. a Ferrara ) in modo che la gente possa attraversarlo da via Colonna a Piazza SS.Crocefisso - l’unica maniera per farlo vivere- tra vetrine pubblicitarie ed esposizione del made in loco.. Intanto voglio ricordare che si potrebbero richiedere, a mezzo della Soprintendenza, la restituzione dei reperti di Grotta Cappuccini, ed approntare una mostra fotografica di Vedute della stessa grotta, elementi totalmente sconosciuti ad una popolazione che inferiore a 45-50 anni, e riprogrammare la Mostra che l’archeologa Ingravallo, collaboratrice del compianto prof. Cremonesi, organizzò con merito circa dieci anni fa. Ne ha diritto la nostra “pigra” città che, tuttavia, legge, si evolve, si accultura, si fa trascinare dal corso della storia, sa mettersi sulla scia della travolgente modernità.
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Post n°35 pubblicato il 27 Gennaio 2015 da vittoriozacchino
LA MEMORIA CONTRO L’OBLIO E L’INDIFFERENZA Da 15 anni la GIORNATA DELLA MEMORIA esige una riflessione sugli orrori del nazismo, le vittime dei campi di sterminio, delle foibe triestine, e di altri luoghi dell’orrore come la Risiera di San Sabba, contro le nefaste leggi razziali del 1938,e i mai dismessi atteggiamenti di intolleranza verso gli altri e i diversi. Lungo il cammino dei secoli gli Ebrei sono stati indiziati di ogni male, costituendo un pericolo che doveva essere eliminato con ogni mezzo: da ciò la Shoah. Velocemente dirò che la presenza ebraica nel Salento è attestata da oltre 15 secoli, da comunità numerose, intraprendenti e attive, ligie ai doveri fiscali, nelle città grandi e piccole, illustrate da eccellenti medici, scrittori, commercianti. !5 secoli pure di pregiudizi, avversità, discriminazioni, spesso culminate in forti cesure, come quella del 1495 che vide l’invasione della giudea di Lecce da parte dei cristiani locali e l’imposizione al vescovo M.A.Tolomei di trasformare la sinagoga nella chiesa di S.M.dell’Annunziata. Una pagina che aveva già alle spalle un segno dell’odio ai giudei nel frammento di iscrizione sinagogale in eleganti caratteri del ‘400, trovata di recente graffita sull’architrave di una latrina negli scantinati di Palazzo Adorno. L’esclamazione di Giacobbe della Genesi, NON E’ QUESTA LA CASA DI DIO?, dalla sinagoga ebraica di Lecce, era finita, non certo a caso, nel cesso della sede della Provincia. Anche per le istigazioni di prelati come Fra Roberto Caracciolo, vescovo di Lecce nel 1485, il quale a mezzo delle prediche accusava gli ebrei di aver martirizzato bambini, assassinato Cristo, profanato l’Eucaristia. Ma gli ebrei ebbero anche difensori saggi e aperti al dialogo come Antonio Galateo De Ferrariis il quale ne mise in luce i meriti e i debiti di altri popoli verso di loro. Galateo, è sicuramente la cerniera fra la tradizione ebraica quattro-cinquecentesca, e l’ondata di anti-ebraismo riesplosa con le leggi razziali del 1938, e subito dopo caratterizzata dai forni crematori dei campi di sterminio. Nel celebre De Neophitis, scritto per stimmatizzare la cacciata degli ebrei dal regno di Napoli nel 1511, e per valorizzare il consenso che il duca di Nardò Belisario Acquaviva aveva concesso alle nozze di un proprio figlio naturale con una ragazza ebrea, Galateo elogiava la tolleranza delle genti salentine, di Galatone e di Nardò, fornendo a Benedetto Croce l’appiglio per opporsi alle leggi razziali; e pubblicando finalmente il De Neophitis sulla Critica, legava senza esserne consapevole le vicende ebraiche di antico regime quelle post-belliche del 1944-45, e l’accoglienza dei nostri nonni e padri ai profughi di S.Maria al Bagno. Il clima di ostilità agli Ebrei consegnato alle leggi razziali ante guerra, è palpabile anche in periferia: in un documento datato 2 maggio 1939 il podestà Vincenzo Moro, informava il Prefetto della presenza a Galatone dell’unica famiglia di ebrei. E’il nucleo famigliare di Agranati Giacobbe, fu Salomone e fu Abalasia Ester, analfabeta di razza ebraica,nato il 1 gennaio 1864 a Seris(Turchia) e gestore di una manifattura di tabacchi a Galatone. Il suddetto Agranati è coniugato ad Esperti Maria nata a Lecce il 18.2.1859. Il documento podestarile segnala pure una sorella di Giacobbe, Agranati Sonculla vedova Cugno, nata il 20.6.1874 a Cavala (Grecia) e residente a Soleto col figlio Cugno Alberto Abramo a partire dal 1925. Ma ebrei vi sono anche altrove, a Lecce e provincia. Nel 1943 sono segnalate precettazioni di ebrei a scopo lavoro. Fra questi Cohen Mosè fu Sintow e di Faraggi Perla, nato a Salonicco il 23.11.1895, coniugato con Pino Amelia, greca di Nemsi. Si tratta,come è noto, di uno dei capi del CLN salentino. Il quale sicuramente è discendente di quel David Cohen copista che nel 1460 copia a Nardò…..Altri pochi ebrei, per lo più donne che lavorano come domestiche, sono segnalati a Lecce, Cavallino,Uggiano la Chiesa. In quest’ultimo comune viene segnalato il rag. Rubichi Vincenzo di Silvio e fu Raeli Adele con la moglie Nemni Maria di Bengasi. La Memoria è una riserva di passato destinata ai giovani. I giovani se ne devono appropriare per ricrearla e trasmetterla a loro volta. Non c’è futuro se non c’è stato passato: IL PASSATO E UN SEME’ DEL FUTURO O NIENTE. Qualche anno fa i giovani galatonesi e salentini hanno avuto il privilegio di vedere de visu i luoghi dell’orrore di AUSCHWITZ. Non solo la memoria dell’Olocausto, ma tante altre memorie da sottrarre all’oblio. Nelle nostre comunità anche piccole vi sono grandi depositi di altre memorie con cui confrontarsi. Memorie di uomini, di immagini,di monumenti,di libri,di stupri ai centri storici, causati da vandali metropolitani, di case che non esistono più, tutto un insieme di situazioni che oggi tendono ad evolvere, spesso, in maniera abnorme e distruttiva, memorie di uomini e di donne sconosciuti che si trasformano in storia, diari, romanzi, albums, racconti autobiografici, i beni dell’arte e della cultura. Ma per apatia e indifferenza non abbiamo fatto uso giusto della memoria e siamo diventati sempre più gente senza memoria, quindi priva di coscienza, complice di tante speculazioni, artefice dell’oblio. Indichiamo ai giovani galatei e salentini il sacrificio di Aldo Moro, di Archimede Costadura e di Pippi Sabato uccisi a Cefalonia. Ma anche i ricordi dei nostri cari, le foto sbiadite, i diari dimenticati in vecchie cassapanche, la fame, l’emigrazione, le bugie e le prevaricazioni dei nostri amministratori. Memoria non significa solamente ricordare, non dimenticare, non rimuovere, non obliare. Significa rispettare la vita passata, nutrirla, ravvivarla, conoscere quel che è accaduto anche nei nostri microcosmi, la vita dei nostri antenati, le loro virtù e gli errori, le loro gesta. E questo è compito dei giovani. Che va portato, se occorre, fino all’estremo della PALINGENESI, quella palingenesi immaginata dal grande poeta Giorgio Caproni:
Resteremo in pochi. Raccatteremo le pietre Saremo altri, e punto per punto riedificheremo Il guasto che ora imputiamo a voi. E ricominceremo. Saremo nuovi. Non saremo noi.
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Post n°34 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da vittoriozacchino
Dal 12 al 19 p.v. il concittadino Cardinal Fernando Filoni vola in Sri Lanka e Indonesia ad accompagnare Papa Francesco per la Settimana dell'Unità delle Chiese. Filoni è l'uomo giusto per guidare Bergoglio nei luoghi che ben conosce per esservi stato Nunzio Apostolico. Vi torna per diffondere pace e allontanare la guerra.Con Colui che predica Pace al mondo. |
Post n°33 pubblicato il 11 Gennaio 2015 da vittoriozacchino
Lo conoscevo da tantissimi anni, era un mio collega di insegnamento, un fuoriclasse con cui ho collaborato, intervistandolo sul dialetto di Parabita nel 1966, e declamando spesso suoi versi.Come in questa fotografia che non riesco a pubblicare: presentiamo a Parabita una sua raccolta di versi:D.Valli, L.Graziuso, Rocco,ed io. E' un modo di partecipare al ricordo che di lui si fa, a dieci anni dalla sua scomparsa. Memoria viva.Incancellabile. |
Inviato da: cettyramondino
il 20/11/2014 alle 15:29