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David Livingstone
Henry Morton Stanley l'incontro di Stanley e Livingstone Francisco Pizarro La vita dell'Uomo,è solitaria, povera, sordida, bestiale e corta. Leviatano
"Distruzione del Leviatano"
«Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza, sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la relatività.»
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Post n°85 pubblicato il 05 Marzo 2007 da orcofalk
NON SOLO NAZISMO Il GPU colpisce i sabotatori controrivoluzionari Negli anni '20, l'Unione Sovietica aveva adottato i campi di concentramento per internare dissidenti nemici del regime e dirigenti non politicamente affidabili. Nelle terribili purghe degli anni '30, fu fatto un intenso uso dei campi, organizzati nel sistema Gulag, narrato da Aleksandr Solženicyn nel suo libro Arcipelago Gulag. Il sistema rimase attivo fino al 1970 circa, anche se dopo il terrore staliniano le condizioni di prigionia migliorarono. Il termine Gulag è diventato nell'uso corrente sinonimo di "campo di concentramento sovietico" ma è in realtà una sigla che identifica il sistema organizzativo ("Glavnoye Upravleniye LAGerey" cioè "direzione generale dei lager"). Josif Vissarionovič Džugašvili (in russo Иосиф Виссарионович Джугашвили), il cui vero nome era Ioseb Besarionis Dze Jughashvili (in georgiano იოსებ ბესარიონის ძე ჯუღაშვილი), detto Stalin (in russo: Сталин, ossia "d'acciaio"; altro pseudonimo Koba, cioè indomabile) fu un rivoluzionario bolscevico, capo del Partito Comunista e dell'Unione Sovietica (nato a Gori, Tiblisi, Georgia nel 1878 e morto a Mosca, Russia il 5 marzo 1953). Secondo i registri della chiesa parrocchiale di Gori la sua data di nascita è il 6 dicembre del 1878, ma egli dichiarava di essere nato il 21 dicembre 1879 e in tale data veniva festeggiato ufficialmente il suo anniversario nell'Unione Sovietica. È considerato uno dei peggiori criminali della storia avendo causato la morte di alcune decine di milioni di persone. In Ucraina vi è un giorno dell'anno, il 25 novembre, dedicato alla rimembranza dei milioni di ucraini fatti uccidere da Stalin. Italia, Usa, Canada e altri 7 Paesi hanno accettato la definizione di genocidio per la tragedia ucraina nota col nome di Holodomor. L'Holodomor (in lingua ucraina Голодомор) fu la terribile carestia che colpì l'Ucraina sovietica tra il 1932 e il 1933. Si tratta della più grave catastrofe che si sia mai abbattuta sulla nazione ucraina durante la storia moderna, visto che essa significò la morte di diversi milioni di persone (le stime sono molto discordanti tra loro). Tale carestia fu causata dalla politica dell'Unione Sovietica. Il termine Holodomor deriva dall'espressione ucraina moryty holodom (Морити голодом), che significa "infliggere la morte attraverso la fame" . In Ucraina, il giorno ufficiale di commemorazione dell'Holodomor è il quarto sabato di novembre. Se è vero che la carestia che interessò l'Ucraina fu parte di un più ampio fenomeno che si manifestò in altre regioni sovietiche, il termine "Holodomor" si applica esclusivamente a quanto accadde nei territori abitati da genti di etnia ucraina. Proprio per questo motivo, l'Holodomor è anche noto come "il genocidio ucraino" o "l'olocausto ucraino", espressione usata con l'implicazione che la carestia sia stata appositamente pianificata dalle autorità sovietiche per distruggere la nazione ucraina come entità politica e sociale. Mentre gli storici sono ancora divisi sul fatto di considerare l'Holodomor un genocidio (sulla base della definizione legale di genocidio fornita dalla Convenzione per la prevenzione e la punizione del crimine di genocidio), diversi Stati (Ucraina, Argentina, Australia, Azerbaijan, Belgio, Canada, Estonia, Georgia, Ungheria, Italia, Lettonia, Lituania, Moldova, Polonia, Stati Unii e Città del Vaticano) lo hanno riconosciuto come tale. Stalin a 15 anni, nel 1894 Ekaterina Geladze madre di Josif Stalin Gli storici in genere concordano che, tenendo in considerazione oltre al terrorismo di stato (deportazioni e purghe politiche), le carestie e la mortalità in prigione e nei campi di lavoro, Stalin e i suoi accoliti furono direttamente o indirettamente responsabili della morte di milioni di persone. Sulla cifra esiste però un ampio dibattito. Gli archivi sovietici riferiscono che 786,098 persone vennero condannate a morte tra il 1930 e il 1953 per motivi politici (di cui 681,692 nel 1937 e 1938, durante le "grandi purghe" che però non vennero tutte eseguite; uno storico stime che i giustiziati siano stati in questo periodo tra i 300,000 e i 400,000) e che 1,054,000 morirono nei "campi di lavoro correttivi" (di cui 620,000 durante la guerra 1941-1945), circa 600,000 nelle "colonie di lavoro correttive" (colonie dove venivano mandati i condannati a meno di 3 anni per lavori spesso agricoli) e 389,000 Kulaki nella deportazione. Inoltre risulta che tra il 1921 e il 1954 2,400,000 persone sono state mandate nei gulag per reati politici (tra questi l'unico reato di parole era comunque solo l'incitamento a sovvertire o indebolire lo Stato) Tuttavia molti ritengono questi cifre sottostimate. Per esempio lo storico e demografo russo Erlikman ha stimato 1.500.000 giustiziati (aggiungendo alla cifra degli archivi di 800.000 persone giustiziate 700.000 esecuzioni sommarie), 4.300.000 morti nei campi di concentramento amministrati dal Gulag e in prigione (agli 1.900.000 ufficiali ha aggiunto 2.400.000 non riportati; la cifra sale a 5 milioni con i 700.000 morti nei campi di lavoro dal 1922 al 1929), 1.700.000 morti nelle deportazioni (di 7.500.000 deportati) e 1 milione di civili e prigionieri stranieri morti a causa dell'Armata Rossa, per un totale di 8.500.000 morti causati da Stalin. In Georgia circa 80.000 persone vennero giustiziate nei periodi 1921, 1923–24, 1935–38, 1942 e 1945-50, e più di 100.000 vennero deportate nei campi di lavoro. Oltre alla morte nei lager Stalin provocò la morte di forse milioni di persone per fame, le stime oscillano tra 1,54 (morti in eccessi registrati dagli archivi sovietici) o meno e 10 milioni (alcuni sostengono che la carestia sia stata pianificata). Questo quanto dichiarò alle Nazioni Unite alla vigilia della 61esima sessione dell'Assemblea generale dell'ONU (nell'estate 2006) il ministro degli esteri ucraino Boris Tarasiuk:" "lo sterminio di massa pianificato appositamente dal regime totalitario comunista dell'epoca ha causato la morte di una cifra oscillante tra i 7 e 10 milioni di uomini, donne e bambini innocenti, cioè di circa un quarto della popolazione ucraina dell'epoca". Lettera scritta ad un artigliere dalla sorella residente a Krylovskaja, provincia di Rostov. «Non ti puoi nemmeno immaginare l'orrore che stiamo vivendo al paese. La gente sta morendo di fame e quando qualcuno entra in casa per chiedere un pezzo di pane se non glielo dai rischi che ti taglino il collo. Se vedessi quante persone affamate, ammalate e gonfie dalla fame ci sono adesso...è una cosa spaventosa. La gente è affamata sino al punto che mangia carne di cavallo putrefatta.» Lettera scritta dai genitori al soldato dell'Armata Rossa Yurcenko da Novo-Derevjanovskaja, Caucaso del Nord. «Quanta gente muore di fame; i cadaveri giacciono fino a 5 giorni lungo le strade senza che nessuno si preoccupi di sotterrarli. La gente ha fame, le forze per scavare le fosse non le ha più. Fa paura persino a guardare chi è ancora vivo...le facce stravolte, gli occhi piccoli e prima della morte il gonfiore diminuisce, diventando di un colore giallastro. Non sappiano che ne sarà di noi, ci attende la morte per fame...»
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