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Post N° 251

Post n°251 pubblicato il 05 Settembre 2007 da passandodiquipercaso
Foto di passandodiquipercaso

Anche per quest’anno le vacanze sono finite.

Quando si parla di vacanze si vola, con il pensiero,  verso spiagge incontaminate, megadrinks all’ombra di palme gravide di noci di cocco, abbronzature integrali, buone letture. Per me sono qualcosa di diverso, qualcosa di piu’: un tuffo nel passato. 

Anno dopo anno, rivivo sempre piu’ vividi i ricordi della fanciullezza passata in quei luoghi che, all’occhio superficiale ed un po’ egoista del turista, sono  di relax e divertimento e che, per me, rappresentano il modo di vivere, l’atmosfera e uno scorrere diverso del tempo.

Lì, dove sono nata e cresciuta, riesco a riprendere i fili della mia caotica esistenza. Riesco a gustare i sapori di una volta a lungo accantonati ma mai del tutto dimenticati. In quella casa, in quelle stanze oggi piene di ragazzini pestiferi riecheggiano frasi e discorsi persi nella notte dei tempi. Antiche paure di notti insonni passate ad ascoltare il rumore delle onde di un mare in tempesta infrangersi sugli scogli che i racconti della nonna rendevano ancor piu’ terrificanti agli occhi di noi bambini.

Riecheggiano discorsi di adulti, rimproveri e pianti ma anche ritornelli di vecchie canzoni canticchiate da mia madre mentre riordinava la casa. In quei luoghi mi riapproprio del ruolo di madre amorevole che, nei bei tempi passati, divideva equamente il suo tempo ai figli, alla casa, a cucinare piatti prelibati per la famiglia.

Nonostante viva in ambiente diverso per buona parte dell’anno, rimane in me la consapevolezza di appartenere irrimediabilmente e definitivamente a quei luoghi. Lì riesco a ritrovare ciò che sono nel profondo. C’è una canzone di Battiato che nel ritornello recita : “Cerco un centro di gravità permanente che non mi faccia mai cambiare idea sulle cose, sulla gente….”.

Ecco, il centro di gravità permanente funziona a meraviglia proprio lì, nel luogo dove tutto è cominciato…

 
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