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Noi che ci vogliamo cosė male. Il centro storico

Post n°127 pubblicato il 16 Aprile 2012 da cpeinfo

Ho avuto modo, nel corso di una lunghissima serata, di toccare con mano la tanto declamata democrazia partecipata. La serata si preannunciava rovente, del tipo: ‘cittadini del centro storico vs Giunta Comunale’. Almeno cosi’ avrebbe dovuto essere, in omaggio all’idea à la page che il civismo raggruppi le anime più solidali della città, dedite mane e sera al bene comune, avanguardie coraggiose di uomini grondanti di senso civico. Audaci e  bramosi di servire la città tutta, ingiustamente e colpevolmente ignorati dalle giunte trinariciute, solitamente cattive, distaccate e anti civiche, perché espressione di arcani  poteri forti, chiuse nel castello a brindare tradendo bellamente il mandato popolare. Il tutto mentre la fuori torme di uomini liberi sacrificano stoicamente il loro particolare interesse in nome di una lungimirante battaglia per tutta la cittadinanza priva di rappresentanza. Il sacrificio del particolare in nome dell’Universale. 

 
Nulla di più falso.

La serata, in due atti, ha mostrato divisioni, diatribe, rivalità, espressioni di pelosissimi particolarismi,  tanto fini da essere relegati al ‘mio davanzale’ contro ‘il tuo’,  con livelli di solidarietà e unità di intenti pari a quella tra Orazi e Curiazi.

 
La cosiddetta solidarietà e comunanza della Gente del Centro storico è apparsa ben presto una favola, rivelando in realtà una platea divisa in modo netto, anche fisicamente, tra commercianti e non commercianti. Ciascuno dei due gruppi a sua volta divisibile in chi affitta i locali e chi no. Chi parcheggia in un certo modo, e chi no.

 
La prima parte della serata è stata più improntata all'esoterismo e alla giaculatoria complottarda, con lamentazioni  banali e generaliste, facenti capo ad un usurato clichè che narra di progetti calati dall’alto, partoriti dalla mente di oscuri burocrati compromessi con ogni possibile potere,  lontani dal mondo comune della gente che mangia, lavora ed è partecipe al mondo della solidarietà. Ripetizioni un po’ asfittiche e molto grillesche, durate per fortuna poco tempo,  avulse dal contesto della serata, che non hanno lasciato segno alcuno nei presenti. Molti della parte prima hanno lasciato ben presto la sala,

non partecipando alla seconda parte,  nella quale c’erano cittadini meno intrisi di retorica e più attaccati al terreno locale.

 
Inizialmente la Giunta cattiva e lontana ( che ‘abbandona’) non è stata molto degnata di attenzione, perpetrandosi in loco una diatriba che aveva l’aria di essere nell’aria da molto, molto tempo.

Gli abitanti che non commerciano hanno accusato quelli che commerciano di avere interessi e finalità diametralmente opposte alle loro. Ma và.

Chiusura del centro vs apertura.

Troppa gente e baccano vs poca gente e poco giro ( e poca moneta)

Troppe auto vs poca visibilità

Poche multe vs troppe sanzioni.

 
Una visione del Centro Storico diametralmente opposta.

 
Le battute più indicative sono state diverse:

 
‘Quella gente si diverte!’

 Ha detto chi puntava il dito contro le ‘feste di paese’ che rendono il centro  preda di orde barbariche. Baccanali  colmi di persone che ‘si divertono’ mentre gli abitanti dormono il sonno dei giusti.

Una visione a dir poco proprietaria della piazza che confligge con l’altra metà della platea, che vede  in queste occasioni la  via di uscita all’asfissia economica e sociale.

Feste e festicciole, gente che sciama, forse si, ripopoleranno un poco il centro, ma al prezzo di far entrare la ggente. La soluzione possibile per conciliare le visioni ferocemente opposte, è quella di un tornello pro sagra. Si aprirà il centro quel tanto che basta a far girare un poco di persone, ma non appena il rumore supererà la soglia  di attenzione( tutto da stabilire chi traccerà la linea della soglia) il tornello verrà chiuso.

 

‘Le auto? Quali auto?’

La divisione si faceva più feroce nel campo ‘automobili’, visto che il centro ( comunque e sempre luogo di degrado e malfrequentazione) è invaso da automobili, ma quella sbagliate.

I cittadini non commercianti lamentano il fluire delle vetture, e il loro parcheggio in doppia fila, i commercianti fanno loro questa battaglia. L’insperata comunanza di intenti ( non preventivata, se dobbiamo dare retta allo stupore dei loro visi) finiva ben presto quando dal lato a viene la sordida accusa ‘ ma le auto sono dei vostri clienti! Perché non invocate la polizia municipale per multare quelle? Membri del gruppo a arrivano a sostenere che di fronte all’auto del residente e del cliente, la polizia municipale appiopperebbe più volentieri multe alle auto dei soliti noti, risparmiando il commercio. Inutile dire che dalla parte opposta risuona accusa opposta: la polizia municipale sarebbe solita salassare il  cliente ( uccidendo il commercio) risparmiando  i residenti.

L’accusa finale ‘ ma voi negozianti uscite e vi girate il disco orario’ ha defintivamente rotto ogni possibile conciliazione tra i due mondi. E dato la cifra del livello delal discussione.

La diatriba è ancora in corso.

 
‘Gli Extra non sono venuti’

Gli extra, definizione sulla quale c’è stata concordia da parte dei diversi schieramenti mobili, non c’erano. Di fronte a questa assenza, la platea oscillava tra il compiacimento personale ( ‘bene’, ‘ ma chi li voleva!)  ), che però confliggeva con il desiderio di incolpare la Giunta  di essere la causa della loro assenza.

- Non li avete avvertiti!

 - Ma cosa devono venire a fare?

-Niente, ma andavano avvertiti  ( questa la più bella detta)

Qua la scissione di sentimenti ha toccato le sue vette maggiori.

Da un lato ‘gli extra’ sono vissuti come un corpo estraneo, che si sposta di casa in casa, si ammassa in appartamenti e degrada il centro. Cosa da tutti vista e da nessuno denunciata ( e perché io?). Senza controlli spostano materassi e masserizie, trovandosi a dormire in ‘ dieci e più’ dentro agli appartenenti del centro storico.

Appartamenti che  non sono di proprietà del Governo della Bolivia, bensì di vignolesi del   centro medesimo, che sono ‘esonerati’ de facto dal controllo di chi vive in casa loro perché, anche in questo caso, è l’amministrazione che dovrebbe provvedere, ricorrendo alla forza pubblica.

Dunque da un lato gli ‘extra’ sono un impiccio e causano degrado. E bene sarebbe che qualcuno andasse a controllare nelle case per ‘stanarli’. Dall’altro se ne lamenta la non presenza in queste pubbliche assemblee. Se il tuo vicino fa alloggiare 10 persone in casa, e tu lo vedi, non sta a te segnalarlo, ma  alle autorità.

Ma questa segnalazione porterebbe il tuo vicino ad avere l’idea di vivere in uno ‘stato di polizia’ ( frase sentita quella sera) ’ senza tener conto del fatto che sloggiati questi ‘irregolari’, verrebbero a mancare gli affitti.   E dunque, di nuovo, il centro andrebbe incontro ad un impoverimento, poiché non tante coppie vignolesi possono permettersi un affitto.

La verità,  a monte di questo, è che il civismo si chiama tale quando ha la pelle bianca e può pagare senza fare casino. E la Giunta è buona se fa i controlli, ma diventa cattiva se quei controlli li porta ad un punto tale da far scappare chi è solito pagare e tacere.  I migranti che vivono in centro, con ogni probabilità non partecipano alla pubbliche assemblee in quanto carne ricattabile, non integrata, ma pagante. Anche se un appello nella loro lingua madre, la prossima volta sarebbe bene farlo.

Quindi nella infinta divisione del compatto Centro Storico, ve ne è una ulteriore: tra due abitanti che distano magari 20 metri tra loro, il primo lamenta il baccano e l’affollamento migrante dell’altro, il quale non gradisce quei controlli che l’altro auspica.

Nessuna idea di condivisione è  venuta da chi non ha nessuna voglia  di condividere.

Nessuno spunto di partecipazione, di reciproca conoscenza, di alleggerimento della diffidenza.

Nessuno spunto per ‘conoscere il tuo vicino africano’. E’ questa l’essenza del ‘civismo’ scaturita dalla serata . Costoro fanno rumore e causano degrado, ma pagano.

Le anime belle, che lamentano ‘ azioni calate dall’alto e imposte’, sono le stesse civiche anime che dall’alto invocano azioni per ‘ armonizzare il centro’. Comunque sia, è l’altro che deve provvedere. Si dimentica che un idea di comunanza e di affiliazione non può nascere se non scaturisce da terra, dal basso. Non si può, ex lege, infondere tolleranza o promuovere finte iniziative di reciproca conoscenza, se alla base c’è un humus di diffidenza cosi’ sedimentato. Siamo troppo abituati agli esperti da festival che vengono a dispensare saperi predigeriti con lezioni di ‘amore, tolleranza etc.’.  Un bella declinazione del senso civico, sarebbe stata quella di aspettarsi miriadi di proposte che non sono venute. Perché non interessano.

Non un idea, uno spunto. Non un abbozzo di progetto che cercasse  di rompere il muro  della diffidenza. Sempre e comunque un ‘ e voi, cosa fate?’. A noi gli ‘extra’ stanno un poco sulle palle. Ma voi, perché non vi adoperate  a farceli amare promuovendo chissà quali iniziative?

Questo da l’idea di quanto il proprio orticello sia spesso speso come   bene condivisibile, e di come si chiami l’autorità a supplire ad una mancanza di tolleranza.

 
 
‘Bassoli, dove sei?

Laddove c’era il negozio al quale tanti Vignolesi devono momenti di dolcezza mai dimenticata e acceni di diabete, c’è un'altra cosa.

‘Ha rubato posto ad un negozio!’

‘Ma c’è l’Unione Terre Castelli li dentro’

‘Ma a cosa serve la Unione Terre Castelli? E come ci si arriva? E poi per andarci in auto servono 2 euro di parcheggio’.

 Questa una delle critiche più acute.

 
 
Alla fine del rumore, sono in realtà  emerse le vere questioni, esistenti, che hanno messo quasi d’accordo le trenta e passa frazioni in cui si era divisa la platea.   

100 residenti hanno raccolto firme per segnalare la non sopportabilità del transito di circa 700 auto al giorno, e altre questione alquanto condivisibili. E non sembravano raccontare storie isteriche. Sono stati fermi e cordiali. Anche se spazientiti. Non a caso non si riconoscevano in nessuna categoria o gruppo che dir si voglia.   La petizione di questi 100[1] ,  va detto, è stata ovviamente disconosciuta da altri, i quali affermavano di non averne mai avuto visione né conoscenza, accusando i promotori ‘ voi fate petizioni e non le diffondete e a noi ‘ etc etc..,’

Ciò che pare aver messo d’accordo   quasi tutta la platea è la necessità della chiusura del centro in orari notturni.

A questo si aggiunga la necessità di rimettere a posto il selciato dove sberciato.

Buona l’idea di un a rastrelliera in comune per le biciclette.

Necessario il cambio di lampadine.

Da rivedere la soglia di tollerabilità delle 700 auto che passano in Via Bernardoni. Forse i dati rilevati, anche se oggettivi, forse vanno riletti alla luce della difficile tollerabilità del rumore che i firmatari accusano.

 
Sono, infine, passati  anche i supereroi  della Marvel.

Sono quelli capaci di ascoltare 3 ( tre )  minuti del tutto, e scrivere un dettagliato resoconto di tutta la serata, con dovizia di particolari. Poi quelli che hanno visto la prima parte, e sono stati capaci di parlare a nome di tutti. Infine quelli del mondo cartaceo che scattano 5 foto, si fermano 5 minuti, e salutano in gran fretta. Il giorno dopo un pezzo completo con dichiarazioni e canovaccio è già sul quotidiano.

Diceva ‘ci hanno abbandonato’.

 
 
 1 (…)Piano di sosta residenti (in particolari orari del giorno è quasi impossibile

per un residente parcheggiare, molto spesso ci sono macchine parcheggiate in

divieto di sosta che non vengono multate, molte persone che non sono più

residenti in centro storico continuano ad usare comunque i permessi, i permessi

continuano ad essere concessi senza che vi sia un preventivo controllo

incrociato con l’ufficio anagrafe, i posti a disposizione per i residenti non sono

più adeguati al numero dei residenti stessi, le zone non vengono più rispettate)

occorre trovare zone di sosta alternative e chiudere ai solo residenti il traffico

notturno.

· Traffico notturno e diurno: il traffico è sempre più sostenuto a qualsiasi

ora del giorno e della notte, intensificato anche dalla chiusura di Via Corso Italia

in direzione Marano per chi proviene da Savignano, il manto stradale di via

Cantelli, Via Bonesi, Via Soli, Via Via Barozzi aumenta il rumore quasi da rendere

impossibile durante i mesi estivi dormire con le finestre aperte. Il traffico

intenso e i parcheggi senza regole, provacano danni ai privati(rottura grondaie,

danneggiamento automobili, impossibilità di transito sui marcipiedi con

carrozzine e a piedi, danneggiamento del manto stradale rinnovato

recentemente. A questo proposito chiediamo la chiusura totale del centro

storico ai non residenti almeno nelle ore serali e notturne(dalle 20alle 8) dato

che il traffico in entrata in via Selmi e in Via Cantelli è cospicuo e per la gran

parte dovuto all’abitudine degli automobilisti a tagliare per saltare i semafori o il

giro lungo. Non c’è ragione per cui chi non è residente in Centro Storico debba

passarvi con l’automobile poiché via Corso Italia funge da collegamento per

qualsiasi direzione si voglia raggiungere.

 
 
 
 
 
 

 

 
 
 
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