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Palestina

Post n°153 pubblicato il 17 Luglio 2014 da cpeinfo

 La questione Israelo -Palestinese è ridotta oggi alla sola acuzie del bombardamento sulla striscia di Gaza. Come moltii sono stato sui libri, e come tantii, mi sono fatto la mia idea. Sono a volte riuscito ad argomentarla, altre no. Ho incontrato integralismi, sono io stesso caduto in una visione monoculare. Finita la polvere delle bombe, mi chiedo: cosa è quel che c'è la fuori ? Perchè quel reale non è più aggredibile con le parole? Come 'sbrogliarsela', come arrangiare una, non dico strategia, ma l'abbozzo di una strada per uscire dalla palude sanguinosa nella quale la popolazione di Gaza affoga, prigioniera di un colossale cul de sac, legato a doppia mandata dall'immobilismo dell'Occidente? Non lo so. La mia opinione è quella di chi è schierato. La condizione essenziale, ben chiara a quella che era l'Italia che aveva una politica estera degna di tal nome, è che Israele si ritiri da terre che non sono , nè mai sono state , sue. Una volta tanto, e una di più, se qualcosa, ben poco, si può fare, è smetterla di ciurlare nel manico degli articoli, contrapposti o meno, falsati o rigorosi che siano. Il 'dibattito' è sceso ad un livello di contrapposizione speculare, tale da renderlo inutile. Ho avuto uno scambio feroce su un quotidiano con chi l'opinionista da salotto lo fa di mestiere, sbottando al suo ennesimo 'basta, che noia, parliamo d'altro..! E non mi urtate l'aperitivo con tutti quei bambini morti..! Il prezzo da pagare , in molti casi, è essere pubblicamante additato come filo Hamas. Il rapporto causa effetto è una brutta bestia, se usato in maniera travisata. Nessuno, ripeto nessuno, può mettere i dubbio che Hamas sia null'altro che un gruppo di feroci assassini, invasati fondamentalisti e squallidi vigliacchi che non attendono altro che Israele faccia macelli nella popolazione civile, per alimentare l'odio e quindi sostenersi e pigliare finanziamenti più o meno occulti dalle fasulle democrazie Arabe. ( a meno che non mi si venga a dire che Gli Al Saud sono una dinastia di monarchi democratici e illuminati). La questione è 'perchè Hamas ha attecchito? Perchè la loro ferocia fa adepti? Perchè tanti giovani si arruolano nelle truppe di queste scure schiere? Riguardatevi 'L'odio', sulla banlieus francesi. E' lo stesso motivo per il quale il fondamentalismo Ceceno ha fatto adepti, specie tra la popolazione giovane . Hamas è un cancro della democrazia, che nasce laddove uno stato invasore ( come sancisce l'Onu), occupa da decenni militarmente un altro Stato, straziando ogni regola militari , calpestando il diritto internazionale, i diritti civili, con una violenza, una strafottenza, una forza militare esercitata da tempo immemore. I territorio occupati NON sono di Israele. Li ha occupati ( come Saddam occupò il Kuwait). Ha strappato terre non sue, deportato ( lo dice l'onu) migliaia di persone. Ha rubato loro le case e l'acqua delle preziose falde. Ha usato la violenza come arma di invasione e mentenimento di un gioco basato sul disprezzo del diritto internazionale, e sull'uso spropositato della forza. Ed è ben lontana dal voler adeguarsi al diritto internazionale, ma usa la logica del disprezzo dell'altro, facendosi beffe di risoluzioni ONU, condanne. Nonchè dei , per loro, patetici resoconti di amnesty international, che da anni ne descrive la violenze e le sopraffazioni. SI tratta di un fondamentalismo religioso contro un altro ( La destra Israeliana rivendica qui territori perchè nella Torah , essi dicono, quella era la terra di Israele. E usa questo metodo con chi ha il Corano come punto di partenza.) Uso le parole di un amico medico psichiatra, palestinese, che da anni vive li, e già si è visto saltare per aria due case, nonchè la vecchia madre accoppata ad un posto di blocco. Se tu nascessi in una terra nella quale vedi i soldati verdi che picchiano tua madre , la quale non può andare al lavoro perchè dall'ospedale di Haifa a casa ci sono 3 km e sette posti di blocco, ti porresti qualche domanda. Se ti fosse impedito di andare a scuola, e tuo padre senza passaporto non potesse espatriare, due pensieri ti assalirebbero. Se questa condizione fosse condivisa da tutti i ragazzi della tua via e del tuo palazzo, se ti abituassi a vivere da prigioniero, dietro ad un muro che ne tu ne i tuoi potete oltrepassare, la tua insofferenza crescerebbe. Se parlando con i tuoi genitori iimparassi che , anche loro da piccoli, sono nati senza diritti, senza cittadinanza, abituati a tremare al passare dei soldati verdi che hanno su di te diritto di vita o di morte. Se poi venissi a conoscenza che tu sei la terza generazione di figlio del nulla, qualcosa in te cederebbe. Ma se alla fine di tutto, parlando con un vecchio, o leggendo un archivio, scoprissi che quella terra era del tuo bisnonnno, come lo era la casa e l'orto e l'acqua, finchè non sono venuti i soldati verdi e vi hanno cacciato per dare quella terra e quella casa ai coloni , bè, amico mio, allora qualcosa in te cederebbe.'

 Nessuno giustifca Hamas, ma provate voi a nascere prigionieri in una terra e una casa che era vostra. Vostra. E che voi potete abitare solo da non cittadini, senza diritti e senza lavoro. Provate voi. Hamas si sostiene sulla ferocia di Israele che sa quanto importante sia la lezione freudiana dell'avere un nemico per tenere unita una nazione. Le cose che io scrivo, sono inutili. L'articolo di Cristian Raimo è ben scritto ( su minimamoralia, forse l'unico), e io amo le cose ben scritte, ma non è che un tassello di domino incastonato in una infinita serie di argomentazioni che a loro volta servono a corroborare o confutare, o solo commentare, altri articoli ( nella fattispecie l'inutile articolo della Dominijani sul manifesto, che non mi interessa affatto approfondir, non foss'altro per il fatto che dalle colonne di un quotidiano mantenuto con i nostri soldi perchè tecnicamante fallito, si incita all'indifferenza ). Così come è plasticamente inutile il commento del non so ben quale onorevole che si scandalizza dei razzi di Hamas, lasciando l'approfondimento storico a chi le scrive i comunicati stampa, sempre che costui una conoscenza storica la possieda. Oggi, davvero, gli atti pratico reali, quandanche non spostino di un solo millimetro l'ennesima bomba intelligente o l'ennesimo razzo sparato dalle alture spellate del deserto sopra a Gaza, mi sembrano la sola cosa vera, umana, priva di dietrologie. I gesti concreti non sono certo indossare una casacca e andare a combattere, prendere un rpg e cercare di tirare giù un elicottero di Tel Aviv. Tutto l'agire che ci resta è prendere posizione senza parole, usando cose minime che nel tempo hanno perso la loro efficacia simbolica, perchè abusate e affogate nella retorica di tanti che ne hanno fatto abuso per inventarsi un mestiere e camparci al vita. Dunque se c'è da donare un euro per cercare il plasma che a Gaza scarseggia, lo farò. Se troverò un qualche pompelmo Jaffa alla Coop, non lo comprerò. Se in qualche luogo una decina di persone si darà appuntamento in piazza con la bandiera palestinese, ci andrò, compatibilmente col mio lavoro. Se il mio amico medico palestinese mi chiede, come è accaduto un ora fa , di divulgare il cc sul quale mandare un po di soldini per comprare tende e bendaggi utili a tamponare il macello, lo metterò online. Lo so, sono bazzecole, spiccioli di un borghese annoiato, ma non ho altro. Sono, incautamente, scivolato in quel mondo chiuso nella bolla nel quale ho sempre temuto di spiaggiare. Quello di coloro che scrivono della questione non già per informare, o sensibilizzare, ma per segnare il loro posto al tavolo del dibattito, per problematizzare, rilanciare,. Quelli per i quali i morti di Gaza valgono quanto le quote latte, il proporzionale, le code sulla Salerno Reggio Calabria, o la panza di Renzi: un articolo in più, in una lunga ed inutile proliferazione seriale di sdegni contrapposti. Un gesto, fatto magari in compagnia, va almeno nella direzione di una preghiera collettiva verso un Dio multiforme che, hai visto mai , quel giorno l'ascolta. Io detesto la frase 'super partes', specie di fronte a questo grand guignol. Quindi, signori, per chi tenendo la matita con due dita per non sporcarsi usa il linguaggio per dialettizzare, problematizzare, analizzare, ciurlare, il senso di un slogan ghiacciato e schizzato sul muro vi è sconosciuto, ma mantiene quel senso di umiltà e libertà intellettuale che , da mestieranti della polemica, molti 'intelletuali' hanno smarrito. W la Palestina libera.

 
 
 
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