2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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"Prima che sia troppo tardi" di Linwood Barclay

Post n°20 pubblicato il 20 Settembre 2013 da Vilma66
 
Foto di Vilma66

...probabilmente avrebbe obiettato che viziavo troppo nostra figlia, che a 17 anni era grande abbastanza per preparare da sola la colazione. Ma ero talmente felice di averla con me tutta l'estate che non mi pesava affatto coccolarla... Mia figlia si trascinò in cucina come un condannato a morte e si accasciò sulla sedia con la testa bassa,.  capelli sugli occhi, e le braccia abbandonate lungo i fianchi. Sulla testa un paio di occhiali che non avevo mai visto. Guardai mia figlia che faceva colazione. Parte dell'essere padre, almeno per me, consiste nell'essere orgogliosi. Sydney si stava trasformando in una giovane donna molto bella: capelli biondi lunghi fino alle spalle, collo aggraziato, pelle di porcellana, zigomi alti.

"Trascorrere l'estate con te sarà uno spasso" mi accusò. "E non è colpa mia se Evan vive con noi. Non passa il tempo a violentarmi." Sussultai. "Si lo so è solo che ..." Si diresse verso la sua auto e salì. Teneva lo sguardo sulla strada, perciò, mentre partiva, non vide che la salutavo con la mano. In cucina trovai lo scontrino degli occhiali proprio accanto al guscio d'uovo disegnato che Sydney aveva disintegrato con un pugno.

Ti alzi la mattina, fai colazione, Vai in ufficio e fai il tuo lavoro. Poi torni a casa, mangi e vai a dormire. Come chiunque altro. Ma il pensiero non ti abbandona mai. Vai avanti, ma è  come se rimanessi immoble. Perchè c'è sempre questo fardello che ti schiaccia, come un blocco di cemento su ogni spalla che ti spinge giù, sfinendoti e facendoti dubitare di avere la forza di alzarti la mattina dopo. E invece ti alzi lo stesso. Quel giorno, il giorno successivo e quello dopo ancora. Sempre con quei macigni sulle spalle. Sempre.

Aprii la porta entrai accesi la luce dell'ingresso. Più o meno ogni cosa era tornato a posto... i mobili in ordine, i tappeti puliti, il pavimento spazzato. Rimasi fermo appoggiato al bancone a riflettere sul da farsi. Avevo deciso di pensare solo a ritrovare Syd: dovevo capire come fare. In quel momento immobile nella cucina, mi resi conto di quanto fossi esausto. Non potevo fare altro, per il momento. La cosa più sensata, per me e per Syd, era andare subito a letto, fare una buona notte di sonno e ricominciare a mente fredda la mattina dopo.

 
 
 
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