2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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"La rilegatrice di libri proibiti" di Belinda Starling

Post n°32 pubblicato il 14 Febbraio 2015 da Vilma66
 
Foto di Vilma66

Non é naturale che la figlia di un rilegatore finisca per amare i libri? Mio padre però non si considerava responsabile di tale amore. Dava la colpa a mia madre, che era stata istitutrice prima che si sposassero. Secondo lui mia madre aveva commesso un grave errore educandomi come se fossi uno dei nobili rampolli che le venivano affidati. Così facendo aveva accresciuto il mio intelletto ben al di là di quanto si addicesse al nostro ceto sociale e questo avrebbe allontanato da me ogni possibile partito. Insomma era convinto che sarei rimasta zitella e per di più priva di amiche, per colpa della mia superiorità intellettuale, se non economica, verso le altre donne del nostro ambiente. Così avevo ben pensato di racchiudere, per così dire, dentro una campana di vetro i miei libri di filosofia, arte e politica, abbandonandoli nel dimenticatoio, a riempirsi di polvere sulla mensola del camino.

"No... non fa per voi il lavoro manuale, siete troppo preziosa. Sono da compatire credetemi, le povere donne costrette a uscire nel mondo e mantenersi da sè, quando dovrebbero far buon uso dei guadagni dei mariti"... "E' un bene per una donna dipendere dal marito, solo così può mettere a frutto le sue qualità, tenendo linda e pulita la casa e rallegrando il cuore dello sposo. Pensate alla perdita che susciterebbe la nostra dignità" ... "Pensate cosa direbbero di noi! - Ecco un uomo che non è uomo abbbastanza da mantenere la moglie -.    - Ecco una donna che che porta i calzoni sotto la gonna - Pensateci bene Dora.  Sarebbe peggio di una condanna, peggio della deportazione! Pensateci! Non ho forse ragione?

Peter aveva ragione anche quando diceva che i lavori domestici sono ripetitivi, ma sbagliava a pensare che le donne vi fossero portate per natura. Io almeno non vi ero portata affatto.  Per oberata che fossi nei mestieri di casa , non vedevo l'ora di varcare la soglia del laboratorio. Perchè il lavoro di rilegatura mi dava soddisfazione, si traduceva in un oggetto che potevo stringere tra le mani, un oggetto di cui potevo andare fiera. Invece non provavo nessun piacere a lavare le scale o a cucinare una torta di prugne, perchè il frutto delle mie fatiche svaniva in un attimo e senza lasciare traccia.

Non avevo mai considerato il mio corpo sotto quella luce. Al contrario, vi erano parti di me che mi erano molto poco familiari ed estranee quanto le più remote regioni del globo. Per la prima volta in vita mia iniziai a chiedermi quale fosse il mio lato migliore ... Per venticinque anni, fino all'inizio di quel 1860, ero vissuta nella convinzione che il bastone fosse qualcosa da temere ed evitare: la più brutale delle punizioni!. E invece avevo scoperto che in quel pazzo mondo non mancavano i fautori dell'arte della verga e ben presto ero diventata espertissima di quegli occulti piaceri, sia pure in linea puramente teorica. 

"Meglio sole che male accompagnate" era la sua battuta preferita. La ex moglie di un medico sapeva come godere i piaceri della carne evitando il pericolo della gravidanza, e il suo vitalizio, unito ai miei guadagni, ci consentiva di vivere dignitosamente senza dover cercare un uomo da cui dipendere e di cui diventare schiave... eravamo entrambe stranamente felici di esserci affrancate dalle catene che gli uomini ci avevano imposto. Avevamo imparato a nostre spese cosa voleva dire appartenere a un uomo, consegnando a una lenta agonia certe parti di noi.

 

 
 
 
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