2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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"La paziente n 9" di Alessandro Defilippi

Post n°34 pubblicato il 11 Febbraio 2016 da Vilma66
 
Foto di Vilma66

La donna nella stanza numero nove è rimasta sveglia tutta la notte, fissando la parete immersa nell'oscurità. E per tutta la notte ha sorriso. Ora il mattino entra lento e grigio dall'unica finestra, rischiarando gli angoli bui. La donna attende, accovacciata sul letto; indossa le sue scarpe più eleganti e un abito blu, da coktail, scelti nel grande baule aperto accanto alla porta. Talvolta si avvicina alla finestra, troppo in alto perchè possa guardare fuori. Rimane per qualche minuto in piedi, le braccia abbandonate lungo il corpo, e infine torna verso il letto. Non ha orologio, ma sa che è ancora presto. E' il suo desiderio a renderla impaziente, lo stesso desiderio che le dona quel sorriso. Più tardi si alza, accosta l'orecchio alla parete. Continua a sorridere. Ecco: ora sente. Sente che là fuori, nel parco, si muove il lupo. Se ne sta andando, per nascondersi, ma tornerà per finire il suo lavoro. Tornerà, tornerà. E lei sarà pronta.

"Lasciami stare" mormora Franco. La sua voce s'è fatta roca: una voce da adulto. "Mi vedranno, perchè gli occhi vedono dappertutto. Non ti puoi nascondere dagli occhi". Poi si porta la mano alla bocca. "Non ho detto niente. Non volevo dirlo". Scuote il capo con un moto convulso, lo sguardo sul terreno. Il tono è tornato fragile, quasi infantile. "Non ho detto niente, dottore, non ho detto niente".

Ha la mente vuota, il corpo molle, come dopo una rivelazione. O dopo un orgasmo. Non vuole pensare ad Antonio. Non deve. Antonio è un paziente. Antonio è schizofrenico. Antonio è catatonico. Non deve pensare agli occhi. Meccanicamente alza lo sguardo verso le persone che incrociano lungo i viali. Da ieri sera dopo la scoperta del cadavere, non ha più visto Maria. Medici e infermieri vagano per i viali come turisti in una città sconosciuta, e i pochi pazienti che osano uscire si mescolano a loro, trascinando le pantofole di feltro.

Bene, è così allora. Ha chiuso la cassa con rabbia. E' così che si diventa paranoici. Ci si nasconde - ci si deve nascondere - e impercettibilmente il mondo diventa ostile. E, un mattino, ci sono sguardi ovunque, che ti controllano. Ma l'Angelo della morte non esiste. E gli occhi di cui parlano Antonio e Franco sono allucinazioni. Un sintomo della paranoia: tutto qui. Occhi che ti fissano, che ti controllano. In ogni luogo. Sempre. Dopotutto questo è un manicomio. E l'altro occhio, tracciato sul tavolo, non è un caso.

E' lontano oggi il lupo. La donna chiusa nella stanza numero nove lo sa. Non s'è ancora vestita, ha indosso solo una lunga camicia bianca, da uomo, i cui polsini le nascondono le mani. Siede sul letto smaltato, le braccia distese lungo i fianchi. Ha la pelle opaca, i capelli stopposi. Più tardi li laverà nel piccolo lavandino, con il sapone di marsiglia. Più tardi. La parete bianca di fronte è nuda e lucida, ma lei sa che, sotto uno spesso strato di vernice, c'è un' immagine che non ricorda.... Poi . Poi sente, al di là della massiccia porta, un frastuono improvviso di voci che sale, si gonfia come una tumefazione sulla sua stessa pelle. Il frastuono aumenta, in un vortice di grida, rimane sospeso per pochi istanti. Un'unica nota distorta che repentina cala, si fa mormorio. Silenzio. Allora la donna rovescia il capo all'indietro e ride e la sua risata sale verso il cielo cupo oltre il soffitto come un lungo ululato di gioia.

E' fuggito raccontandosi che era troppo pericoloso come strumento di propaganda. Ha vagato per l'Italia con le SS sempre sulle sue tracce, sempre a pochi passi da lui, a un respiro. Fino a quel manicomio, dove s'è inabissato, come la talpa, convinto di essere finalmente al sicuro. Nuovi documenti, una nuova identità. Le SS in caccia molto più lontano: in Sicilia, in Africa, in Russia. Ma il male non è soltanto Himmler o Guernica... Il Male è ovunque. L'Angelo della morte è vicino. E lui non sa più se gli occhi di quell'angelo siano paranoia o realtà. E quell'uniforme nera è anche la sua. Anche lui è dentro il Male. Per obbedire agli ordini, per paura. Per indifferenza. Per destino, forse. 

 

 

 
 
 
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