2 passi tra le righe

Frasi rubate qua e là... di VILMA REMONDETTO

Creato da Vilma66 il 16/09/2012

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" Il diario di Maya " di Isabel Allende

Post n°33 pubblicato il 02 Gennaio 2016 da Vilma66
 

Mi consegnò un quaderno con cento pagine perchè tenessi un diario della mia vita, come avevo fatto dagli otto ai quindici anni, quando ancora il destino non mi aveva voltato le spalle. "Avrai il tempo per annoiarti, Maya. Approfitta per scrivere delle enormi sciocchezze che hai commesso, magari in questo modo ti rendi conto della loro portata." Mi disse. 

Mi risulta complicato scrivere della mia vita, perchè non distinguo tra i ricordi e ciò che è frutto della mia immaginazione ... La pura verità può risultare tediosa e per questa ragione, senza rendermene conto, la modifico o la enfatizzo, anche se mi sono riproposta di correggere questo difetto e di mentire il meno possibile in futuro.

Cercai invano di dormire, cullata dal movimento, dalle fusa del motore e dal russare degli altri passeggeri, ma per me non è mai stato facile dormire e soprattutto ora, che ho ancora in corpo i residui di quello che è stato il mio periodo nero.

Durante i primi anni dormii con i nonni, all'inizio in mezzo a loro e poi in un sacco a pelo, che tenevamo sotto il letto, la cui esistenaza tutti e tre fingevamo di ignorare.

"Promettimi che ti vorrai sempre bene come te ne voglio io, Maya" mi ripeteva e io glielo promettevo senza sapere cosa significasse quella strana frase. Mi amava incondizionatamente, mi accettava per quella che sono, con i miei limiti, le mie manie e i miei difetti, mi elogiava anche se non me lo meritavo, diversamente dalla mia Nini, che ritiene che non si debbano encomiare gli sforzi dei bambini, perchè si abituano e poi nel corso della vita soffrono moltissimo quando nessuno li loda. Il mio Popo mi perdonava qualsiasi cosa, mi consolava,rideva quando io ridevo, era il mio migliore amico, il mio complice e confidente, io ero la sua unica nipote e la figlia che non aveva mai avuto.

Lo osservo di nascosto perchè mi tiene a distanza, credo che abbia paura di me, ma l'ho esaminato standogli alle spalle. Vorrei toccare i suoi capelli ispidi a spazzola e avvicinare il naso a quella fenditura alla base della nuca, che tutti abbiamo immagino... Come sarà il suo odore? Non fuma e non usa colonia, come il mio Popo, la cui fragranza è la prima cosa che avverto quando viene a trovarmi. Gli abiti di Manuel hanno lo stesso odore dei miei e di questa casa: lana, legno, gatti, fumo della stufa.

Non si era ancora accorta che non andavo a scuola... I tentativi della mia Nini di stabilire un contatto con me si scontravano con l'assordante musica nelle mie cuffie, il cellulare, il computer e la televisione.

Oggi ho messo sulla scrivania di Manuel cinque fiori...che lui non apprezzerà, ma che a me hanno dato una tranquilla felicità. E' normale andare in estasi davanti ai colori quando si viene dal grigio. L'anno scorso per me è stato un anno grigio. Questo mazzolino è perfetto: un vaso di vetro, cinque fiori, un insetto, la luce della finestra. Nient'altro. E' comprensibile che ora faccia fatica a ricordare il buio di prima. Quanto è stata lunga la mia adolescenza! Un viaggio sotterraneo.

Era sempre rimasto con me. Finchè l'alcool e le droghe avevano dominato la mia esistenza, nessuno poteva raggiungermi, ero un'ostrica nella sua conchiglia, ma quando la mia disperazione era profonda, il nonno mi portava in braccio. Non mi aveva mai perso di vista e quando mi ero ritrovata in punto di morte, intossicata dall'eroina tagliata male nel bagno pubblico, lui mi aveva salvato. Ora, senza rumori in testa, lo sento sempre più vicino e se mi obbligassero a scegliere tra il piacere fugace di un sorso di alcool o quello memorabile di una passeggiata in collina con il nonno non avrei alcun dubbio. 

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