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Politicantismo della CGIL

Post n°372 pubblicato il 13 Maggio 2011 da VoceProletaria

Politicantismo della CGIL

di Pietro Ancona,  13.05.2011
 
     All'indomani dello sciopero generale assai riuscito, vibrante di sentimenti e di rivendicazioni di libertà e di giustizia sociale che avrebbero dovuto essere raccolti  e tradotti in precise richieste al padronato ed al governo, il Direttivo della CGIL si riunisce  per assumere la decisione politica di ignorare lo sciopero. Lo sciopero è stato infatti ignorato come fatto successo che ha impegnato milioni di uomini e di donne e che momento di forte richiesta di cambiamento e come evento capace di influire sulla scelta della CGIL. E' come se non fosse mai accaduto e l'agenda che la CGIL continua a svolgere è quella concordata con  Confindustria e Cisl ed Uil. Lo sciopero generale è diventato passato, un passato che rischia di diventare remoto ed addirittura estraneo al linguaggio ed alla vita della CGIL di oggi.
   Di che cosa si occupa il Direttivo della CGIL? Di soddisfare la pretesa della Confindustria e del moderatismo italiano di un indebolimento del contratto nazionale di lavoro a vantaggio di un secondo livello che in Italia se esiste è assai problematico. Si afferma di essere contro la derogabilità dei contratti ed in effetti si propone la deroga incorporata nella contrattazione. Si fa senza bisogna di derogare. Ma la sostanza è giocare al ribasso degli interessi salariali e contrattuali dei lavoratori.
   Il Direttivo si è anche occupato dei problemi della rappresentatività che tuttavia tratta e rappresenta in modo mafioso. Non si capisce perchè le tre confederazioni debbono avere dei seggi fissi nelle RSU anche se non esistono   nel posto di lavoro.
   La decisione del Comitato Direttivo della CGIL dimostra  come non si sia alcun reale rapporto tra la  sua dirigenza  costituita quasi tutta da funzionari a tempo pieno la cui legittimazione avviene in primo luogo attraverso il PD ed i milioni di iscritti della CGIL che possono si scioperare (e non molto) ma non determinare l'orientamento politico della Confederazione. 
   All'indomani dello sciopero generale abbiamo avuto gli stati generali della Confindustria con i relativi applausi per gli assassini della ThyssenKrupp e la pretesa di ottenere ancora ed ancora altri privilegi  dal Governo. La Confindustria ha fatto anche pesanti incursioni contro la Fiom. Sulle questioni sollevate dallo sciopero la Confindustria ha risposto arroccandosi ma anche il Direttivo della CGIL le lascia cadere per approvare un documento che accetta l'idea che per sbloccare il paese bisogna fluidificare la contrattazione e spostarla a livelli sempre più bassi. "Dove vai? Porto pesci".
   Insomma si ignora lo sciopero ed il suo immenso carico di speranze e di proposte per recuperare un posto nella negoziazione di vertice che si fa nelle stanze del Potere alle spalle e contro i lavoratori italiani. Il basso livello di salari, il precariato che oramai riguarda tutti i nuovi assunti, le pensioni quasi del tutto scomparse, il licenziamento di mezzo milione di persone nella pubblica amministrazione, le privatizzazioni e quant'altro costituiscono  fattori di debolezza e di ingiustizia crescente della società italiana vengono ignorati.
   Continua l'assedio alla Fiom e si usa il ricatto del lavoro contro diritti approvandolo apertamente all'ex Bertone ed usandolo contro una Fiom che vorrebbe continuare a difendere i diritti.
   Insomma, la CGIL va per la sua strada in compagnia di Bersani che la spinge tra le braccia di Bonanni e della Marcegaglia.  Lo sciopero generale è stato un dente che la Camusso si è strappato ma che non ne condizionerà né l'agenda né i suoi contenuti. I poteri forti della Confindustria e del PD contano assai di più dei lavoratori nella CGIL. Sarà molto difficile, ma assai difficile che la CGIL di Camusso convochi un altro sciopero generale. Non lo farà neppure se si creerà una condizione simile a quella greca.
 
   Come sempre mi ero fatto delle illusioni. Avevo sperato che la CGIL ritrovasse se stessa in simbiosi con la sua base. Mi sono ingannato ancora una volta. La forza di trascinazione del motore della destra è assai più forte di uno sciopero generale o della sofferenza di dieci milioni di precari.
Vince l'ideologia della destra che è sempre la più forte, tanto forte da suggerire attraverso l'OCSE l'escamotage per evitare il referendum sull'acqua con la istituzione di una Authority che appunto serve a questo, a dare una risposta fasulla ma "efficace "al grave problema che le privatizzazioni pongono alla libertà e democrazia.
   C'entra questo con il Direttivo della Cgil? C'entra, c'entra...
Pietro Ancona
già dirigente CGIL e membro del CNEL

 
 
 
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