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Carnivale

Post n°397 pubblicato il 14 Giugno 2011 da VoceProletaria

Carnivale

di Alessandra Daniele,  13.06.2011

- Non ce li voglio nella mia città - brontola minaccioso il sindaco.
- Stanno già montando il tendone - dice l'assessore.
- Glielo facciamo smontare. Sono un branco di ladri, puttane, e fenomeni da baraccone, si cerchino un'altra piazza.
- Non li vuole più nessuno - commenta l'assessore - e pensare che all'inizio invece li volevano tutti. E' per questo che i ministeri sono diventati itineranti. Il decentramento al nord chiesto dalla Lega scontentava centro e sud, e così li hanno trasformati in strutture semoventi perché potessero girare tutta l'Italia.
- Lo so. Ero bambino, ma la storia me la ricordo.
L'assessore sospira.
- Io da bambino sognavo di scappare con un ministero. Erano i primi tempi che giravano, e da queste parti ne arrivò uno di quelli minori, la ministra era una bella bruna che aveva fatto anche cinema, o televisione... come si chiamava? Moira... no, Mara.
- Io mi ricordo i nani - dice il sindaco - e i fenomeni. Ce n'era uno con la lingua così lunga che riusciva a leccarsi il culo da solo.
- Quello mi faceva impressione!
Il sindaco annuisce.
- Anche a me, ma di più l'Uomo Maiale. Gli facevano fare le leggi elettorali.
- Non era solo una fiera degli orrori - ricorda l'assessore - c'erano anche i giocolieri, e i prestigiatori. Erano capaci di far sparire qualsiasi cifra.
- E i contorsionisti, che cercavano di giustificare le leggi ad personam, firmandole con le dita dei piedi.
- Ci vuole abilità.
- Una volta un trapezista cadde mentre cercava di passare al volo da un partito all'altro - dice il sindaco - nonostante fosse un esperto che l'aveva già fatto mille volte.
- Basta un attimo di distrazione. Anche il lanciatore di coltelli, con la erre moscia, ogni volta tagliava qualche dito.
- Quello lo faceva apposta - precisa il sindaco - era un sadico, si divertiva a tagliare. Alla fine però tagliarono lui.
- E il domatore di scarafaggi, col pizzetto e la voce rauca, come finì?
- Divorato.
- Mah - l'assessore scuote lentamente la testa - in effetti fanno una vita assurda.
- Sono cialtroni. Parassiti - dice il sindaco - e io li farò cacciare da questa città prima di essere trasferito.
- Già, la Par Condicio, l'alternanza fra chi vince e chi perde le elezioni - commenta l'assessore –  Com'è nata questa legge invece non glielo saprei dire.
- Neanch'io. So solo che il governo dell'epoca la chiamò ''Decreto Milano''.

 
 
 
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