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Rilevazione di iscritti FLC su bozze Statuti di Ateneo.

Post n°405 pubblicato il 17 Giugno 2011 da VoceProletaria

Di seguito alcuni estratti di comunicazioni interne (non ufficiali, dunque...) agli iscritti FLC-CGIL utili a tutti i lavoratori Tecnici amministrativi delle Università in Italia.

Già da questi pochi dati a confronto è facile leggervi la "intelligenza comune"  che ha redatto le varie bozze di Statuto: non certo le singole "commissioni"  nominate da ciascun rettore, bensì la CRUI, vera artefice e redigenda dell'intera riforma Gelmini!

In coda agli estratti anche il comunicato dei precari di Firenze sulla bozza dello statuto fiorentino.

Per ovvie ragioni di privacy, sono stati cancellati i nomi dei mittenti ed ogni riferimento utile alla loro identificazione.

Proletaria Vox

SCHEDA SINTETICA sugli aspetti più rilevanti dello Statuto di Verona

Va sottolineato che Verona aveva riorganizzato poco prima dell'emanazione della legge i Dipartimenti che pertanto sono rimasti invariati e non modificati dallo Statuto.

1) Nei principi generali è stata inserita una frase che, per quanto generica, impegna l'Università di Verona a favorire politiche di pace e di solidarietà e a respingere le idee di violenza, di discriminazione, d'intolleranza, ecc.

2) Il Rettore verrà eletto da tutti i docenti, inclusi i ricercatori a tempo determinato, e dal personale TA con voto pesato pari al 20% dei votanti (calcolato solo sui votanti TA).
Inizialmente si era previsto il 25% ma alla fine, non avendo trovato riscontro in altre bozze di Statuto, si è ceduto. Va sottolineato che per Verona questo significa passare da circa 20 tecnici-amministrativi che votavano al voto per tutti corrispondente nella migliore delle ipotesi a circa 140 voti validi.

3) Composizione del Senato Accademico: Rettore, Direttori di Dipartimento fino ad un massimo di 15, 3 rappresentanti dei docenti per ciascuna delle macroaree disciplinari, 2 rappresentanti del personale TA e 4 studenti. Questo è stato il punto più complicato e controverso in quanto per le dimensioni di Verona in base alla legge dovrebbe essere più basso rispetto al numero che risulta alla fine, si è limitato a due il numero dei rappresentanti del personale TA (inizialmente previsto di tre) e ci sono alcune alchimie. Questo si è determinato per riuscire a fare entrare tutti i direttori di dipartimento in Senato. Questa scelta è legata al numero relativamente basso dei nostri dipartimenti, alla volontà di non escludere nessuno e per contrastare l'idea del rettore di un senato di scarso peso con tutto il potere al CdA. La soluzione scelta non è probabilmente l'ideale ma contiene alcuni elementi positivi come l'elezione dei rappresentanti dei docenti in comune tra tutte le fasce (chi ha idee buone e sa fare politica e non si fa condizionare riuscirà a farsi votare indipendentemente dalla categoria di appartenenza, peraltro quella dei ricercatori è da noi maggioritaria).

4) Consiglio di amministrazione di 11 componenti con 5 interni, 3 esterni, rettore, 2 studenti. I Consiglieri vengono nominati dal Senato dopo che una commissione tecnica seleziona le candidature in base al profilo scientifico culturale e di competenza dei candidati alla carica.
Nella nomina oltre alle caratteristiche individuali del candidato si deve tenere conto dell'equilibrio tra le aree disciplinari, tra i sessi e tra le categorie di appartenenza (ivi inclusa quella del personale TA). Abbiamo cercato di prevedere il voto di gradimento da parte dell'intera comunità universitaria ma non ci siamo riusciti. Così come non siamo riusciti ad ottenere che la presidenza del SA e del CdA fossero distinte e non tutte e due nelle mani del Rettore (su questo le idee erano molto variegate anche nell'area di sinistra e ci sono in effetti vantaggi e svantaggi in tutte e due le soluzioni.

5) Strutture di raccordo (Scuole/Facoltà) aderenti alla legge e quindi come semplice coordinamento della didattica ad eccezione di quella di Medicina che tra i suoi compiti avrà anche quello del rapporto con il SSN. Per questo la composizione del Consiglio della struttura di raccordo di Medicina è diversa rispetto alle altre e prevede una rappresentanza di associati e ricercatori. Il presidente non viene nominato dal Rettore, ma eletto dai componenti della struttura. Alcuni volevano strutture più forti di fatto con le funzioni delle attuali Facoltà ma si è ritenuto di fare in modo che la vera struttura portante dell'Università siano i Dipartimenti a cui vengono attribuite tutte le funzioni più rilevanti. Le modalità elettive del Direttore di dipartimento e della giunta (con la presenza di rappresentanti di tutte le categorie incluso personale TA) non sono stati modificati e quindi vengono votati da tutti i componenti del Consiglio dove siedono tutti inclusa la rappresentanza del personale TA (che sarà determinata nel regolamento di ateneo, oggi è pari ad un quinto degli altri componenti e probabilmente possiamo aumentarla).

 

Per quanto riguarda Udine, niente elettività del CdA.

Io sono stato l’unico in commissione a chiederla fin dall’inizio, almeno per i membri interni, nella speranza che quelli esterni fossero limitati a tre su 11.
Altri due commissari si sono aggregati dopo alla mia richiesta, ma senza risultato.
E i membri esterni sono stati portati a quattro.
Quando ho fatto presente che, stando così le cose, mi dichiaravo contrario alla parte dello Statuto relativa al nuovo CDA, sono stato tacciato dalla nostra Rettrice di tenere un atteggiamento ‘antagonista’ rispetto alla Commissione.
Mi auguro che dalle altre parti le cose vadano meglio.

Per Udine:

Il Direttore di Dipartimento sarà eletto dal Consiglio di Dipartimento, e il Consiglio di Dipartimento sarà composto, tra l’altro, da una rappresentanza del personale tecnico-amministrativo nella misura stabilita dal Regolamento Generale di Ateneo e dal segretario amministrativo di Dipartimento.

3. Il Consiglio è composto da:ù
a) i professori afferenti al Dipartimento;
b) i ricercatori afferenti al Dipartimento;
c) una rappresentanza del personale tecnico-amministrativo nella misura stabilita dal Regolamento Generale di Ateneo;
d) il segretario amministrativo di Dipartimento che funge, di regola, da segretario del Consiglio;
e) una rappresentanza degli studenti iscritti ai Corsi di studio di pertinenza del Dipartimento nella misura stabilita dal Regolamento generale di Ateneo.

 

Alla Statale di Milano stiamo arrivando al dunque: Decleva ha chiarito che è impensabile concedere il diritto di voto per i direttori di dipartimento, e che più in generale gli atenei non possono che essere governati dai docenti, che hanno le competenze adeguate. Unica concessione: diritto di voto per l’elezione del rettore ponderato al 12,5% (1 voto di 1 docente vale 8 voti del pta).
E’ lo stesso argomento con cui si negava il diritto di voto al IV stato.
Per questo motivo abbiamo fatto irruzione in una seduta congiunta sentato + cda e l’abbiamo interrotta per oltre mezz’ora. Decleva, in buona compagnia di diversi docenti, anche con la tessera CGIL in tasca, vuole un’applicazione ferrea della 240, considerando farneticanti anche cose già ottenute in altri atenei.
Vi segnalo che come minoranza: “La CGIL che vogliamo” abbiamo pubblicato un documento con una serie di proposte per i nuovi statuti.
http://www.cgilchevogliamoflc.it/universita/statuti-universitar
A Milano attualmente ci sono 3 rappresentanti eletti, ma nel nuovo cda ce ne sarebbe 1 non eletto, ma designato dal senato sulla base della valutazione di curricula professionali.
Ergo, un rappresentante dell’amministrazione.

 


ciao a tutte/i,
volevo chiedere se nel consiglio di amministrazione attuale della vostra università è rappresentato anche il personale tecnico-ammimistrativo e se questo è previsto nel nuovo statuto.
Purtroppo a Tor Vergata da diversi anni il personale tecnico-amm.vo è stato escluso dal c.d.a. e nella bozza del nuovo statuto l'orientamento sembra rimanere uguale. Lunedì 30 maggio abbiamo chiesto come FLC CGIL un'audizione davanti alla commissione dove solleveremo anche questo punto importantissimo per questo abbiamo bisogno di informazioni.

 Grazie infinite


ALL'UNIFG (Foggia) ATTUALMENTE CI SONO TRE RAPPRESENTANTI IN CDA.
NEL NUOVO STATUTO è PREVISTA LA PARTECIPAZIONE DI UN PTA CON VOTO CONSULTIVO.


Ciao, a Bergamo abbiamo sempre avuto n. 3 rappresentanti in C.A.
Nel nuovo statuto la presenza sembrerebbe ancora garantita ma non sono chiare le modalità di designazione ed il numero, probabilmente 1 e sulla base di curriculum valutati da un Comitato Consultativo in cui non è prevista rappresentanza del PTA.
Ciao


A Parma e' previsto in teoria 1 membro in CdA (su 9) e 3 nel Senato Accademico. Dico in teoria, perche' nel senato accademico e nei dipartimenti non ci sarebbero studenti...i quali ...incaz... potrebbero richiedere il rispetto delle percentuali in consiglio di amministrazione col risultato che potrebbero togliere il PTA.
Stiamo attendendo il giudizio del ministero.
Infatti Parma per fare la brava della classe ha gia' spedito lo statuto a Roma...facendo le cose in gran fretta.
Dalle mie parti si dice "La gata farsusa l'ha fat i gatei orb!!"
Trad. la gatta frettolosa ha fatto i gattini ciechi!!!


A Modena-Reggio finora 3 rappresentanti in cda e nessuno in senato; nell'elezione del rettore votavano i 31 membri del consiglio del personale t.a.
Ora abbiamo chiesto con forza (ponendo anche sulla stampa un problema di democrazia in ateneo) 3 rappresentanti in senato, 1 in cda, partecipazione all'elezione del rettore di tutto il personale t.a. con voto ponderato (20% del numero dei docenti e dei ricercatori aventi diritto)
Finora l'articolato approvato dalla commissione statuto è negativo (per cui stiamo continuando la mobilitazione e la protesta): 2 in senato, niente in cda (ma se il curriculum di un pta sarà adeguato il senato lo selezionerà...), 7% di voto ponderato.
L'AMAREZZA nasce dal fatto che anche i docenti della ns area sono su queste posizioni.

 

Al Politecnico di Torino la situazione attuale è 2 TA in CdA e 2 in SA eletti da tutto il personale.
Le rappresentanze dei TA sono un tema in discussione proprio in questi giorni nella commissione statuto di Ateneo e non c'è ancora nulla di ufficiale.
Dalle relazioni informali dei lavori  della commissione risulta che il rettore e gran parte dei commissari (tutti selezionati tra una rosa di candidati dal Rettore stesso) sarebbero schierati su un posto per i TA in SA e uno in CdA. La cosa inaccettabile sono le modalità di nomina che ricordano le democrazia di una repubblica delle banane.
Per il SA sarebbe prevista per il personale una "consultazione" dalla quale emergerà una rosa di candidati e sarà cura del rettore (o di una finta commissione nominata dal rettore) selezionare il senatore. In pratica sceglie il "sovrano" o il padrone, che dir si voglia.
Ancora peggio sono le modalità proposte per la composizione del CdA: qui sarebbe direttamente il rettore a scegliersi "la sua squadra".
Contro questa vergogna le RSU e i lavoratori si sono già mobilitati la settimana scorsa con una assemblea e con corteo interno combattivo che ha interrotto i lavori della commissione statuto. Altre iniziative di lotta sono in arrivo.


A Pisa è prevista (per ora informalmente perchè deve essere approvato l'articolato) una rappresentanza di 3 TA su 27 membri in SA; di 1 TA su 10 membri in CDA.
Il problema è l'individuazione del TA nel CDA, anche per elezione, a causa dell'insistenza sulle capacità gestionali o l'elevata competenza.


Ciao,
a Perugia nello statuto attuale (pre-gelmini) i rappresentanti in CdA sono 3, eletti dai colleghi.
I lavori della commissione sono partiti tardi ed ora stanno discutendo proprio la parte relativa agli organi, vogliono escludere la presenza del personale TAB in CdA. La nostra richiesta è di almeno uno ed eletto. Il 7 giugno abbiamo una riunione congiunta con la commissione, vi farò sapere.


A Milano-Bicocca attualmente abbiamo 3 rappresentanti TA in SA e 3 rappresentanti TA in CdA.
La Commissione statuto ha già affrontato i punti e vogliono elargire 3 rappresentanti per il PTA in SA e nessun rappresentante del PTA in CdA.

Le alternative possibili:
-se si insisterà sul non prevedere la presenza del PTA in CdA si potrebbe prevedere un organo tipo consulta del personale (in verità già esistente in Bicocca con compiti non ben definiti) che dovrebbe farsi portavoce delle istanze del personale in CdA e dovrebbe dare pareri su alcune materie vincolanti e su altre obbligatori;
-un docente nostro iscritto ha proposto ad un'assemblea degli iscritti cgil un percorso molto più chiaro e cioè che la consulta venga cancellata e che le istanze e i pareri obbligatori e vincolanti siano dati dalle RSU......

Voi ci trovate qualcosa di illegale/strano in questo?

Altra possibilità, se non accolgono alcuna nostra proposta per un PTA in CdA,  sarebbe quella di buttare fisicamente in faccia al Rettore le tre figurine insignificanti dei rappresentanti PTA in SA e abbandonare ogni tavolo e ogni discussione.
Attualmente il personale non vota il Rettore..... è scritto nella bozza di statuto  che il personale voterà il rettore con peso da definirsi...

Saluti,


Situazione attuale all'Università di Trieste:

3 TA in CdA e 2 in senato
Previsioni future:
3 in senato
1 in Cda
saranno elettivi per il senato ed elettivi per il CdA (ma con vaglio preventivo delle candidature per verificarne il profilo adeguato a norma di legge)

Almeno allo stato dell'arte la situazione è questa


A Padova attualmente 2 rappresentanti TA in SA e 2 rappresentanti TA in CdA.

La Commissione statuto ha proposto nessun rappresentante del PTA in CdA e 3 rappresentanti per il PTA in SA.

Come flc-cgil di Padova abbiamo formato un gruppo di lavoro sullo statuto (con ricercatori,
precari della ricerca, PTA e studenti)
Abbiamo prodotto un primo documento pubblicato su
http://luniversitachevogliamo.wordpress.com/    e stiamo lavorando su altri temi più specifici
(governance, codice etico, ricercatori, precariato) che inseriremo a giorni sullo stesso sito


Buon pomeriggio a tutti,
presso l'Università degli Studi dell'Insubria (Varese e Como), la situazione, ancora però in
discussione, ad oggi è la seguente:
- 3 rappresentanti PTA in Senato (attualmente, due)
- 1 rappresentante PTA in CdA (attualmente, due)
Quanto alla partecipazione del personale TA all'elezione del Rettore:
L’elettorato attivo è costituito............... e da tutto il personale tecnico amministrativo di ruolo, assegnando al voto di ciascun elettore un valore pari a 0,3.

 
L’Università della Valle d’Aosta è un piccolo Ateneo pubblico, ma non statale (proprietà della Regione Valle d’Aosta).
La sua costituzione, il suo inquadramento giuridico e quindi il suo Statuto sono un po’ particolari (un ibrido tra Statali e università private). Il personale TA, ad esempio, ha un inquadramento particolare: è assimilato ai dipendenti regionali (non contratto università), che qui oltretutto hanno un contratto regionale di primo livello (regione a statuto autonomo), chiamato “comparto unico”. Come tali, sono iscritti e seguiti dalla Funzione Pubblica.
Nel 2005 una riforma dello Statuto iniziale ha dato rappresentanza in Consiglio a ricercatori e docenti (dopo una mobilitazione FLC-CGIL), ma non ai TA (la FLC l’aveva chiesta in un documento ed in un comunicato pubblico, ma la FP aveva fatto un passo indietro). Tenete presente, inoltre, che tutto il “comparto unico”, circa 3mila lavoratori, non ha ancora e non ha mai avuto una RSU, quindi nel nostro Ateneo i TA non hanno e non hanno mai avuto nessuna forma di rappresentanza.
  Si è in ogni caso formata una commissione del Consiglio (composta da una parte dei suoi membri) per valutare conseguenze della “Gelmini” nel nostro Ateneo, che si è rapidamente trasformata in una commissione per preparare una nuova bozza di Statuto. Come ricercatori della FLC, insieme a colleghi non sindacalizzati, abbiamo costituito un coordinamento e preparato alcuni documenti ed interventi (altri ne sono ancora in elaborazione).
Abbiamo pubblicato il tutto su un sito per certi versi simile a quello di Padova, ma solo di Ricercatori (all’inizio abbiamo tentato di allargare a personale TA, docenti e studenti, ma mentre al coordinamento aderiscono 15 ricercatori su 25, le adesioni dei TA sarebbero state pressoché nulle e quelle dei docenti molto ridotte, ed abbiamo preferito soprassedere).
Nel sito potete trovare anche i primo quattro verbali delle riunioni della Commissione (quelli che abbiamo potuto ottenere sinora). Trovate il tutto su:
http://cuvda.wikispaces.com/
Per i TA, un nostro documento ne chiede la rappresentanza (in CdA ed in Senato), nei verbali della Commissione il punto è stato rimandato ad ulteriori valutazioni del Consiglio.
 
PS. Ma non sarebbe possibile raccogliere su un unico sito bozze, documenti, notizie sui vari Statuti e regolamenti che si stanno scrivendo?. Il confronto sarebbe per noi molto utile. Ad esempio, da noi che siamo un Ateneo molto particolare e molto piccolo, non esisteranno le scuole, ma solo due dipartimenti, e si vuole istituire “organismi didattici monocratici” (composti da un solo docente, per di più nominato dal direttore del dipartimento, per la gestione dei corsi di studio).
Ho sentito per conoscenze dirette di un collega che anche a Palermo sta girando questa proposta (Ateneo ben più grande e “storico”, oltre che Statale).
Avere un quadro complessivo, oltre che importante per gestire situazioni specifiche, sarebbe utile per tentare di iniziare a capire cosa sta diventando, strutturalmente, l’università italiana.

 

Firenze: comunicato precario sulla bozza di nuovo statuto – 08.06.2011

Vi giro il comunicato del CPU (Coordinamento Precari Università ) sulla bozza del nuovo statuto fiorentino (che trovate in allegato).

 
Perché i ricercatori/docenti precari ritengono IRRICEVIBILE la bozza del nuovo Statuto di Ateneo

Riscrivere il nuovo Statuto di Ateneo secondo il diktat aziendalistico del governo era, ed è, un compito arduo. Poteva tuttavia diventare una sfida: in nome del principio di sperimentazione richiamato nella legge Gelmini (art. 1, c. 2) la nuova carta statutaria avrebbe potuto rappresentare un'occasione di inclusione democratica dei ricercatori/docenti non strutturati, allargando così il diritto di voto e la rappresentanza a quei tremila precari (fonte: rettore Tesi) che costituiscono il futuro dell'istituzione.

In linea con le strategie del CPU nazionale (Coordinamento Precari Università), il nodo fiorentino aveva aderito in maniera costruttiva alla riscrittura dello Statuto, proponendo suoi rappresentanti in Commissione - poi non accolti - e partecipando alle audizioni dove aveva fermamente richiesto: l'inserimento del =«personale non strutturato ricercatore, docente e tecnico-amministrativo» nella definizione di «comunità  scientifica» (Statuto di Ateneo, art. 1, c. 3) presupposto fondamentale al riconoscimento del diritto alla rappresentanza della componente non strutturata; l'elettorato attivo esteso a tutta la comunità  scientifica; la rappresentanza di tutte le componenti di detta comunità  negli organi di Ateneo, e in particolare: nel Senato Accademico, nel CdA, nelle nuove «strutture di raccordo» e nei Consigli di Dipartimento; l'istituzione di un'anagrafe, atta a stabilire la consistenza numerica del personale precario e le relative tipologie contrattuali, nonché funzionale alla definizione della rappresentanza.

La Bozza dei Titoli II e III dello Statuto non ha accolto sostanzialmente nessuna di tali richieste, basilari per la costruzione di una comunità  democratica inclusiva, continuando ad ignorare l'esistenza di assegnisti di ricerca, docenti a contratto, borsisti e altre figure professionali che, quotidianamente, lavorano a stretto contatto con i colleghi strutturati; questo il motivo che ha indotto il CPU a non aderire alla sua discussione in sede di seconda audizione.

Anziché intraprendere una via sperimentale capace di condurre finalmente all'elaborazione di strategie per conferire ai ricercatori/docenti non strutturati il diritto di voto attivo e, quando possibile - vista la caducità  dei contratti sottoscritti -, anche l'elettorato passivo, la Bozza restringe le opportunità  di autodeterminazione della comunit`à : ad esempio riducendo, rispetto a quanto reso possibile dalla legge, il numero dei membri del Senato Accademico che, si ricorda, resta l'unica assise elettiva a scala di ateneo. Se già  risulta incomprensibile la regressione democratica determinata dalla volontaria contrazione numerica rispetto ai limiti imposti per legge, l'eliminazione della quota percentuale riservata tradizionalmente ai ricercatori nel Senato Accademico non riesce nel modo più assoluto a trovare spiegazione.

Il CPU-Firenze auspica perciò una riflessione più lungimirante e di più ampio respiro. Prendere atto della maturità  civile dei lavoratori precari della ricerca-docenza, parte integrante del personale di ateneo, costituirà  il fondamento innovativo nella riconfigurazione democratica della nuova carta statutaria e della nuova comunità  accademica.

CPU (Coordinamento Precari Università) - Firenze

 

 

 
 
 
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