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« Le uova di Treviglio.Le vittime della CISL. »

Le uova di Livorno.

Post n°109 pubblicato il 05 Ottobre 2010 da VoceProletaria

La Giornata di lotta di venerdì 1 ottobre a Livorno

di Cobas Metalmeccanici,  02.10.2010

e-mail: confcobaspisa@alice.it

   Il 7 settembre i padroni di Federmeccanica avevano deciso di rottamare il contratto nazionale in scadenza al 31 dicembre 2011(quello firmato nel 2008 da Fim/Cisl, Fiom/Cgil e Uilm/Uil), il quale contiene le poche disposizioni valide ancora presenti nei contratti collettivi.
  Disposizioni da spazzare via da parte dei padroni, per sostituirle con le porcate del contratto nazionale separato, firmato solo da Fim e Uilm nell’ottobre del 2009, per il triennio 2010-2012.
  Inoltre, il 29 settembre, Federmeccanica, Fim e Uilm si erano accordate per derogare sul piano aziendale alle regole stabilite nel loro stesso contratto nazionale separato, cioè per peggiorare, azienda per azienda, addirittura quelle porcate.
   Dunque, una importante giornata di lotta, quella di venerdì, in cui era all’ordine del giorno la protesta vibrata e determinata di operaie e operai che, in particolare negli ultimi due anni, sono costretti a subirne di tutti i colori da parte dei padroni e di organizzazioni che, come Cisl e Uil, chiamare ancora sindacati è fare un affronto alla logica e alla stessa lingua italiana.
   I lavoratori hanno raggiunto prima la sede della Confindustria e dopo, a gruppi, quella della Cisl, mentre quella della Uil non ha “goduto”  delle stesse attenzioni: slogans di denuncia delle malefatte sindacal-padronali e lancio di uova, non si sa se di giornata, sui muri e sulle finestre di quegli
immobili.
   Cosa c’era da aspettarsi, che portassero oro, incenso e mirra, come i Re Magi?
  Dal gennaio 2009 chi lavora, oltre le “prodezze”  riportate sopra, ne sta subendo di tutti i colori: cassa integrazione a gogò; miseria salariale; accordo interconfederale di contro-riforma della contrattazione; rapina governativa con la manovra finanziaria straordinaria di primavera; “piano Marchionne”  per Pomigliano (degno dei tempi dei padroni delle ferriere), che da quella fabbrica si sta estendendo a tutto il gruppo Fiat, facendo da apripista verso le altre fabbriche metalmeccaniche e tutto il resto del lavoro manifatturiero, e non solo; licenziamenti punitivi negli stabilimenti di Mirafiori, Melfi e Termoli.
   Tutte “robette”, quelle imposte dal padronato ai lavoratori, su cui Cisl e Uil hanno espresso pieno consenso, riuscendo perfino a chiamarle “accordi”  (mai, però, sottoposti alla valutazione dei lavoratori), mentre sui licenziamenti si sono anche sganasciati dalle risate!
   Eppure, l’obiettivo era e tuttora è: trasformare il rapporto di lavoro in rapporto di schiavitù.
   Il governatore Rossi e il sindaco Cosimi, che in questi anni non hanno neppure pensato a esprimere un parere su questo assalto alla condizione operaia e alla democrazia sindacale, però, dopo il lancio di uova dell’1 ottobre, “Apriti cielo e spalancati terra!”…. Entrambi a sparare su quegli operai: estremisti, violenti, antidemocratici, nemici dell’unità  sindacale, provocatori!
   E, insieme ai due amministratori, si sono affrettati a esprimere condanna verso gli operai e solidarietà alla Cisl anche i dirigenti livornesi della Cgil e della Fiom, anch’essi in precedenza dimentichi di fare almeno qualche seria critica a Cisl e Uil.
  Si può essere certi che, dalle prese di posizione di questi signori, la Cisl non potrà che ricevere un incoraggiamento a perseverare nella sua politica sindacale di attacco ai lavoratori.
  Il giorno precedente la Cisl s’era vista lanciare le uova anche dagli operai della Same di Treviglio (Bergamo), ma la Fiom locale non li aveva condannati, anzi li aveva difesi.
  Così, per attaccarli, s’era scomodato il segretario generale della Cgil, Epifani, lo stesso che una settimana prima aveva proclamato la sua intenzione di firmare il famigerato accordo interconfederale di contro-riforma della contrattazione, non firmato nel 2009.  Meglio tardi che mai!!!
  Che la Fiom e la Cgil livornesi siano più epifaniane di Epifani?
  Ma ora che ci si mette anche l’Unione Europea ad aggredire salari, pensioni, spese sanitarie e scolastiche dei lavoratori, se i conti del loro Stato saranno eccessivamente “in rosso”, basterà  la linea Epifani a tutelarci, o ci vorrà  ben altro?

 

 
 
 
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