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La Casa Comune Comunista a Rho.

Post n°117 pubblicato il 11 Ottobre 2010 da VoceProletaria

La nascita della  "Casa Comune Rhodense"

 
Di Pittella Mario - Portavoce Comunisti Uniti Rho (MI)

   Nei giorni scorsi si è tenuta la consueta riunione di Comunisti Uniti Rho,  ma non era una semplice riunione come tutte le altre, c’era un “piccolo” particolare che non poteva passare inosservato.
   Per la prima volta il luogo della riunione non era un luogo privato, ne tanto meno una sede “ufficiale” di qualche partito o movimento che finora ci aveva ospitato…ma era la Nostra sede:    la "Casa Comune Rhodense" di Comunisti Uniti.
  Nell’appello “Comuniste e Comunisti ricominciamo da noi 2.0” scrivevamo testualmente:

  “Con questa nostra lettera intendiamo rilanciare il progetto dei Comunisti Uniti per dotarci di uno strumento efficace nella lotta di classe e per il superamento della frammentazione. Costruiremo i Comunisti Uniti come un luogo di dibattito e di iniziativa politica condivisa, una Casa Comune che abbia una sua autonomia di analisi e di proposta e sia capace di parlare a tutti i comunisti e alle comuniste indipendentemente dalla loro collocazione. Come un movimento trasversale, i Comunisti Uniti comprenderanno allo stesso titolo compagni del PRC, del PdCI, delle altre organizzazioni e quelli privi di appartenenza, sforzandosi di unire tutti quei compagni che, anche da prospettive diverse, si riconoscano in alcune semplici priorità:
1) la necessità di attivare un percorso di ricostruzione che unisca le forze dei comunisti in Italia;
2) la consapevolezza che l’unità comunista è indispensabile ma non è nulla se non si coniuga con una rigorosa autonomia culturale e politica, autonomia che in questa fase significa priorità del conflitto politico-sociale, della sua coerente organizzazione e rappresentanza per l’opposizione allo stato di cose presente;
3) la volontà di non circoscrivere questo processo ai soli partiti organizzati ma di innescare una partecipazione più ampia che riconosca a tutti i singoli compagni pari dignità.”

   Il solo fatto di fare nostro il messaggio dell’ appello, quindi, creare una “Casa Comune” nel nostro territorio è per noi un passo fondamentale, in quanto dimostra che anche un piccolo gruppo di compagni, una piccola minoranza organizzata, senza rappresentanza istituzionale e senza finanziamenti esterni (il nostro movimento è totalmente autofinanziato), può ugualmente dire la sua e far sentire la propria presenza militante sulle tante battaglie che si vanno profilando sul nostro territorio.
   Crediamo che sia urgente costruire un cambiamento di rotta.
   Non chiediamo perciò a nessuno di uscire dai propri partiti o da altre organizzazioni, coordinamenti o federazioni ma ci rivolgiamo a tutti i comunisti e alle comuniste per costruire insieme un collegamento dal basso sui territori, prendendo consapevolezza che quanto oggi esiste non è sufficiente per rilanciare il nostro ruolo e per ricostruire un’organizzazione unitaria ed efficace. Servono intenti comuni e piattaforme condivise da cui ripartire e su cui organizzarci: di fronte alla crisi, abbiamo bisogno di costruire una strada per un’alternativa di sistema e non di mero “governo” delle cose presenti.
   Per questo compito immane non serve allora un ennesimo partitino ma è necessario andare tutti insieme verso la ricostruzione di un solo Partito, che sia Comunista, radicato nella società ed efficace nella lotta politica.
   Coscienti delle difficoltà di questa fase,  ci rivolgiamo in primo luogo ai quadri e ai militanti più consapevoli. Questi, forti della propria esperienza, possono iniziare a costruire nei propri territori un lavoro che raccolga sin d’ora in un progetto locale le energie disperse dell’arcipelago comunista dentro e fuori PRC e PdCI.
   Dei coordinamenti e gruppi di lavoro che, organizzandosi  potranno rappresentare un bacino di partenza che sostenga il progetto strategico dell’unità dei comunisti.
   Dobbiamo favorire insieme le condizioni di una resistenza di massa alla crisi che i padroni vogliono far pagare ai lavoratori salariati e alle fasce popolari.
   Dobbiamo essere presenti nelle contraddizioni di un meccanismo sociale e politico che è diventato strutturalmente incapace di ridistribuire lavoro e reddito.
   Aldilà delle dichiarazioni di intenti iniziali, la Federazione della Sinistra non sembra poter rispondere a queste esigenze, poiché elude la questione dell’unità dei comunisti e si presenta come un soggetto politico moderato genericamente “di sinistra”, che ricorda nel suo statuto l’Arcobaleno” con il proprio baricentro politico che si sposta, piuttosto, verso una sorta  di Partito Socialdemocratico.
   E’ con questo spirito che nasce ufficialmente la “Casa Comune Rhodense”, ben consapevole che non è “una rondine che fa primavera”, ci auguriamo la nascita di altre dieci, cento, mille “Case Comuni”.
   Facciamo sì che la costruzione di un solo e grande partito Comunista diventi una realtà.
   Un Partito Comunista che non sia semplicemente una presenza folkloristica nel panorama politico nazionale, ma che sia capace di radicarsi nella società e che si faccia carico dell’abolizione, una volta per tutte dello “Stato di cose presenti”.

 
 
 
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